Derby della Mole

Torino e Juventus, 17 pareggi nel solo girone d’andata: risultato già scritto?

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Il Torino, nonostante il trend dei pareggi, riuscirà a battere la Juventus per la prima volta dal 2015?
Lorenzo Maria Napolitano
Lorenzo Maria Napolitano

Juventus e Torino approcciano al derby con diversi nodi da sciogliere, soprattutto quello legato ai pareggi. Sommando i dati delle due squadre, se ne contano ben 17 nel girone d'andata. La formazione di Motta 11, nessuno come loro; i granata, invece, 6, e sono i quarti per pareggi ottenuti in Serie A. Tra l'altro, l'ultimo match in campionato della Juventus è terminato 2-2 - contro la Fiorentina - e gli uomini di Vanoli hanno collezionato recentemente uno 0-0 contro il Parma e un 2-2 a Udine. Numeri che sembrano indirizzare la partita verso un altro, ennesimo, match che non accontenta (quasi) nessuno.

Il Torino gradirebbe conquistare i tre punti nel derby, e probabilmente non firmerebbe per un pareggio dato che non batte la Juventus dal 2015, dunque brama una vittoria che manca da quasi 10 anni. La formazione di Vanoli non è nel momento migliore della sua stagione, dato che ha vinto una sola partita nelle ultime cinque, ma anche i bianconeri sembrano navigare a vista. È difficile infatti credere che la squadra non avesse l'obiettivo di agguantare quantomeno la finale di Supercoppa, ed è invece uscita subito contro il Milan.

Thiago Motta

I problemi della Juventus

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La rosa a disposizione di Motta non sarà di primissimo livello, ma è senza ombra di dubbio una delle più attrezzate in Italia. Di fatti la Juventus vanta una grande concentrazione di giocatori di grande talento, seppur racchiusi in pochi metri del campo. Ciò, però, non sembra sufficiente per portare a casa i tre punti per più di 7 partite. L'elemento che, forse, manca ai bianconeri è il giusto approccio ai minuti finali delle partite, dove infatti vengono concessi molto spesso i gol che ripristinano la parità o, come successo in Arabia, che sanciscono una sconfitta.

Guardare soltanto al campo però può essere ingiusto, dato che ci sono un paio di tasselli del puzzle che non hanno ancora trovato reale sistemazione. Pensiamo ad esempio a Douglas Luiz, arrivato in Italia con altissime aspettative al momento non soddisfatte. Anche dall'ex Atalanta Koopmeiners i tifosi s'aspettavano qualcosa in più. E una serie di fastidiosi infortuni che portano Weston McKennie a giocare da terzino, di certo non aiutano. Uno dei problemi più rilevanti, infine, è quello relativo alla fase offensiva: Vlahovic viene servito poco, male, quando ha occasioni da sfruttare non sempre le coglie. Infatti nonostante la Juventus abbia realizzato 30 gol in 18 partite (quinto miglior attacco), il centravanti serbo ne ha messi a segno soltanto 7, tra cui due doppiette contro Genoa e Verona.

Dusan Vlahovic, attaccante della Juventus

Ciò porta i bianconeri ad essere vulnerabili, o almeno non irresistibili. Per batterli, però, occorrerà comunque il miglior Torino della stagione, visto che parliamo della stessa squadra che il 9 novembre ha archiviato la pratica granata con i gol di Weah e Yildiz. Servirà, per esempio, replicare la prima partita di campionato contro il Milan (2-2) o la seconda contro l'Atalanta (vinta 2-1). Anche contro Lazio e Inter i granata sono scesi in campo con occhi iniettati di sangue, ma non è comunque bastato in entrambi i casi per strappare quantomeno un pareggio.

Per il Torino tenere la porta inviolata nel primo tempo potrebbe indirizzare il match verso un andamento più favorevole. Infatti, approfittando delle difficoltà della formazione di Motta nella ripresa, potrebbero ripartire velocemente in verticale sorprendendo la difesa. In quest'ottica, sarà indispensabile il lavoro di Milinković-Savić e Ché Adams. Come di consueto, però, rimettiamo il verdetto finale al campo.

 

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