Pagelle Dea

Atalanta, le pagelle: Retegui-Lookman brillano, Gasperini lascia un’impronta indelebile

Atalanta, le pagelle: Retegui-Lookman brillano, Gasperini lascia un’impronta indelebile - immagine 1
Atalanta, le pagelle, brillano Retegui e Lookman, eppure la Dea non porta a casa alcun trofeo e i rimpianti per Gasperini non mancano
Vincenzo Bellino
Vincenzo Bellino Redattore 

Per la quinta volta negli ultimi sette anni, l'Atalanta prenderà parte alla fase a gironi della Champions League. La Dea ha concluso il campionato al terzo posto, confermando ancora una volta l'ottimo lavoro svolto sotto la guida di Gian Piero Gasperini. Dopo nove stagioni, però, l'avventura dell'allenatore piemontese potrebbe essere giunta al capolinea, complici i corteggiamenti di Roma e Juventus.

Nonostante il risultato prestigioso, qualche rimpianto resta: qualcosa poteva davvero andare diversamente. Gli orobici hanno chiuso a 74 punti, a sole otto lunghezze dal Napoli campione d’Italia (e sette dall’Inter), un distacco che fa riflettere. In uno dei campionati più equilibrati degli ultimi anni, l’Atalanta è uscita prematuramente dalla lotta scudetto.

Febbraio si è rivelato il mese più complicato, segnato dall’eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Bologna e, ancor più sorprendente, dall’uscita nei play-off di Champions contro il modesto Brugge. Il clamoroso 4-0 rifilato alla Juventus a Torino sembrava il preludio a qualcosa di grande, poi però è arrivata la battuta d’arresto casalinga contro l’Inter, seguita dalle sconfitte contro Fiorentina e Lazio, che hanno spento definitivamente i sogni tricolore.

Dopo il trionfo in Europa League dell'annata precedente, lo scudetto avrebbe potuto rappresentare la ciliegina sulla torta. Così non è stato. Ma, al netto dei rimpianti, per un club di provincia, conquistare un posto nell'élite del calcio europeo resta un traguardo straordinario.

Atalanta, le pagelle: Retegui-Lookman brillano, Gasperini lascia un’impronta indelebile- immagine 2

Le pagelle, la difesa: Carnesecchi e Zappacosta sugli scudi

—  

2° miglior e 3ª miglior difesa della Serie A e gran parte del merito va a Marco Carnesecchi, tra i migliori portieri del calcio nostrano con 18 clean sheet all'attivo (voto 7,5). Positiva anche la stagione di Davide Zappacosta (voto 7), la sua migliore a livello realizzativo, con cinque reti e sette assist tra Champions, Coppa Italia e campionato. Condizionato da un infortunio che lo ha messo fuorigioco anzitempo, positivo anche il contributo di Kolasinac, entrato definitivamente nello scacchiere gasperiniano, qualitativamente e quantitativamente. Escludendo l'estremo difensore, sul podio dei migliori tre del reparto arretrato non può mancare Raoul Bellanova (voto 7.5), il 2° miglior assist-man della Serie A insieme a Pulisic (9 assist). Nei 28 gol stagionali di Retegui ci sono tanti meriti dell'ex Torino.

Il voto (7) senza commento va a Rafael Toloi per dieci anni incredibili vissuti con la maglia dell'Atalanta, non sempre davanti ai propri colleghi nelle gerarchie del reparto arretrato di Gasperini, ma sempre presente quando chiamato in causa. Un gregario d'eccellenza.

Atalanta, le pagelle: Retegui-Lookman brillano, Gasperini lascia un’impronta indelebile- immagine 3

Da De Ketelaere ad Ederson: un centrocampo altalenante

—  

Probabilmente nel momento cruciale della stagione a venir meno sono stati proprio gli interpreti del reparto nevralgico del campo. De Ketelaere, al di là di tutto, è apparso un lontano parente di quello visto con la maglia del Milan; un calciatore rigenerato dalla cura Gasperini, 13 reti e 11 assist tra tutte le competizioni, ma anche lui come Ederson ha vissuto un momento di flessione: il belga poco incisivo sotto porta, il brasiliano ha accusato un calo fisico notevole. E i sostituti, Samardzic (voto 5.5) su tutti, non hanno reso secondo le aspettative. (7 al primo, 6,5 al secondo).

Atalanta, le pagelle: Retegui-Lookman brillano, Gasperini lascia un’impronta indelebile- immagine 4

Come per Toloi, una menzione speciale va a capitan De Roon (voto 7). L'ultima volta che aveva superato le tre reti in campionato risaliva alla stagione 2016-2017, quando vestiva la maglia del Middlesbrough in Premier League. Quest’anno ha trovato la via del gol quattro volte, servendo anche quattro assist: un contributo offensivo decisamente rilevante per un giocatore dalle spiccate doti difensive.

Oltre alla solita dose di grinta, sacrificio e alla sua proverbiale aggressività nel pressing, il centrocampista olandese ha aggiunto qualità e incisività anche nella metà campo avversaria. Se l’Atalanta continua da anni a solcare le acque del grande calcio europeo, è anche grazie a chi, come lui, tiene saldo il timone in mezzo al campo.

De Roon giocatore dell'Atalanta

Retegui-Lookman, un duo micidiale

—  

Retegui e Lookman hanno riscritto la storia dell’Atalanta e stupito l’Europa: con 40 gol in due solo in campionato, la coppia ha frantumato il vecchio record di Muriel-Zapata (37 nel 2020/21) e si è issata al terzo posto tra i tandem offensivi nei top 5 campionati europei, dietro solo ai mostri sacri del Barcellona (Lewandowski-Raphinha, 45) e del Liverpool (Salah-Diaz, 42).

Retegui, trascinatore assoluto con 25 centri e capocannoniere della Serie A– primo nerazzurro a riuscirci dai tempi di Inzaghi – ha dimostrato di essere un attaccante letale, mentre Lookman (15 gol) si è confermato un pilastro nel gioco di Gasperini, protagonista anche nelle coppe. Ma non è finita: con le reti in Champions League e Coppa Italia, il duo è salito a 48 gol complessivi, superando anche il Borussia Dortmund, non distante da Liverpool e Atletico. L’unico rimpianto resta quello di non aver coronato una stagione così scintillante con un trofeo, nonostante numeri da top club continentale.

Atalanta, le pagelle: Retegui-Lookman brillano, Gasperini lascia un’impronta indelebile- immagine 6

Gasperini, voto 10

—  

Non è (solo) per l’Europa League alzata al cielo, né per i piazzamenti Champions ripetuti con la naturalezza dei grandi. Il 10 a Gasperini è un voto al tempo, alla coerenza, all’identità. In un calcio spesso liquido, fatto di progetti a termine e allenatori usa e getta, lui ha scritto una pagina rara: nove anni in panchina a Bergamo diventando molto più di un tecnico.

Ha preso una squadra da metà classifica e l’ha resa una presenza fissa tra le migliori d’Italia, rispettata in Europa, temuta da tutti. Ma la grandezza del suo lavoro non si misura solo con i risultati: è nel modo in cui li ha ottenuti. Ha creato un gioco riconoscibile, un sistema che valorizza ogni pedina, una mentalità aggressiva e coraggiosa che ha rivoluzionato il dnadi un club e di una città.

Gasperini non ha vinto sempre, ma ha costruito sempre. E ogni estate ripartiva senza lamenti, anche dopo cessioni pesanti, anche con squadre da rifare. Non ha mai smesso di far crescere i giovani, di rilanciare carriere, di mettere la squadra al centro. Ha portato l’Atalanta dove sembrava impossibile, e l’ha fatto con un’impronta unica.

Atalanta, le pagelle della stagione 2024-2025

Per tutto questo – per la visione, per la resilienza, per il coraggio – il 10 non è un premio alla stagione, ma un tributo a una trasformazione profonda. Bergamo e Gasperini hanno vissuto qualcosa di irripetibile. E anche se ora la storia sembra arrivare al capolinea, l’impronta lasciata resterà. In campo, nei cuori, nei ricordi. Indelebile.