CHE ANNO QUEST'ANNO...

Ecco Pavoletti: “Io lontano dal Cagliari? Mi viene un coccolone a pensarci…”

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Leonardo Pavoletti è intervenuto nella trasmissione di Radiolina e Videolina “Il Cagliari in diretta”. Il capitano ha parlato di impegno nel sociale, della grande passione dei tifosi rossoblù, analizzando il momento personale e della squadra.
Redazione Derby Derby Derby

Trentacinque anni e non sentirli. Soprattutto in quello che è stato il suo anno. Perchè il 2023 è stato e magari sarà ancora l’anno di Leonardo Pavoletti: "Il gol del San Nicola è stato un bivio. Quel gol ha dato una botta di energia, ha fatto ripartire tutto il movimento, non solo di Pavoletti ma anche del Cagliari, dei tifosi. Ha riavvolto un nastro che non stava andando bene. Con un colpo di magia siamo riusciti a riprenderlo».

L'Altafini sardo...

Ecco il diretto interessato sulla definizione del suo allenatore, Claudio Ranieri: "Mi piace. Quando ti riescono a identificare per qualcosa che fai in campo è sempre bello. Poi quando ti paragonano a un grande campione… L’importante è che il mister sappia di avere un uomo, che a prescindere dal fatto che giochi un minuto o novanta sia sempre in palla".

L'infortunio, le panchine, ci sono stati anche momenti duri: "Mi sono fatto tante domande: viene il primo allenatore non ti fa giocare, colpa dell'allenatore. Arriva il secondo, non giochi. Io sono sempre stato molto autocritico e credevo che ancora qualcosa c'era dentro Pavoletti, poi naturale alcuni giorni il ginocchio ha il cemento armato, altri sto bene. Ma poi stare a Cagliari aiuta e mi ha fatto rimanere concentrato. Sapevo che il mio contributo prima o poi sarebbe uscito. Mi capita di ripensare agli infortuni? Mi sembra di non averlo vissuto. Mi ricordo le mattine con il ginocchio gonfio, non al 100%, ma è come se quella fase della mia vita l'avessi cancellata. Quindi qualsiasi cosa si dica e si faccia è un altro Pavoletti".

Tutto bello, ma il contratto è in scadenza e gli anni non sono quelli belli e spensierati della gioventù: "Se penso al Cagliari senza Pavoletti fra sei mesi mi viene un coccolone. Però fa parte delle dinamiche del calcio. Poi la società quando vorrà, io la aspetto e poi vedremo cosa esce fuori. Però si parla di niente perchè ad ora a parte il grande rispetto e il volersi bene non ci sono state altre chiacchiere. A Cagliari sto bene ed è una città papabile per rimanerci a vivere. Quello che mi frena ogni tanto è che i genitori cominciano ad essere grandi. Il mio pensiero è quello di convincerli a venire a Cagliari ma sono vecchio stampo e non è semplice. Vediamo anche cosa succederà dopo. Post carriera? Ci inizio a pensare da un paio d'anni, mi piace organizzarmi prima tutto e poi alcune cose si controllano e altre no. E' un passaggio importante e chi più chi meno ne soffre. Se non hai le idee chiare rischi di girare a vuoto per anni. Io le ho, non so se sarò capace e se mi piacerà, ma lo proverò quando sarò lì. Ora sono pensieri che mi potrebbero solo appesantire. Paura di smettere? TI mancheranno anche i ritiri sicuro. Quest'anno era il 15esimo ritiro, ho costruito questa vita e ho fatto vivere la vita alle persone che amo attorno al calcio. Non sarà facile quando il giocatore smette, ma se hai le idee chiare questa paura si trasforma in qualcosa di meglio. Voglio essere una persona migliore".

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