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Serie A

Inter-Cremonese, la carriera di Aristide Guarneri: cuore neroazzurro nato a Cremona

Mattia Celio
Mattia Celio Redattore 
Nato a Cremona, lo stopper gentiluomo fu uno dei migliori protagonisti della Grande Inter. Chiuse la carriera nella squadra della sua città riportandola tra i professionisti.
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La sconfitta nel derby di Italia sembra ormai messa alle spalle. Nelle successive quattro partite, tra campionato e Champions League, l'Inter ha inanellato quattro successi di fila. Segno di una squadra che sembra aver ritrovato se stessa. Sabato i ragazzi di Cristian Chivu avranno l'opportunità di allungare la striscia di vittorie nel derby lombardo contro la Cremonese, una sfida che fa tornare alla mente un giocatore nato a Cremona ma che ha fatto fortuna nella Grande Inter. Stiamo parlando di Aristide Guarneri.

Inter - Cremonese, ricordando Aristide Guarneri: la carriera dello "stopper gentiluomo"

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Un derby è sempre una partita da vincere e questo l'Inter lo sa benissimo. Il ko contro la Juventus è stato un rilancio per la squadra di Chivu che da allora ha iniziato ad ingranare e il match di sabato contro la Cremonese può diventarne l'ennesima dimostrazione. La sfida contro i grigiorossi non è certo un derby sentito come quello contro il Milan ma per qualcuno certamente lo è, ovvero per Aristide Guarneri.

Nato a Cremona il 7 marzo 1938, Guarneri giocò come stopper. Nonostante andasse duro contro gli avversari non subì neanche un'espulsione in tutta la sua carriera, cosa molto rara per un giocatore che copriva tale ruolo. Per questo venne da tutti chiamato lo stopper gentiluomo. Iniziò la sua carriera nel 1956 con il Codogno ma solo due anni dopo fece il salto di qualità, andando a giocare per i colori dell'Inter. Il suo esordio in maglia neroazzurra avvenne il 12 ottobre nell'8-0 sullo SPAL, partita che fece del 20 enne già un titolare inamovibile. Nel 1962, formò con Armando Picchi la coppia difensiva della Grande Inter.

Il ritorno poco felice all'Inter e il passaggio alla sua Cremonese

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In 10 anni passati all'ombra del Meazza, Guarneri conquistò tutto: 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni (primo cremonese a vincere un trofeo continentale) e 2 Coppe Intercontinentali. Dopo le stagioni con Napoli e Bologna, l'azzurro tornò all'Inter nel 1969 ma non fu un ritorno felice perché Heriberto Herrera non lo prese in considerazione: appena 5 partite sotto la gestione del tecnico paraguayano.

Dopo solo una stagione decise dunque di lasciare Milano e, nonostante le richieste del Palermo, decise di tornare a casa, ovvero alla Cremonese, all'epoca militante in Serie D. Nonostante giocasse in una categoria inferiore Guarneri non esitò ad accettare la squadra della città in cui era nato e, nel giro di solo un anno, vinse il campionato riportando i grigiorossi nel calcio professionistico. Rimarrà altre due stagioni in Serie C a Cremona sfiorando una promozione in B. In totale saranno 88 le presenze.

Nel 1973, a 35 anni, decise di appendere gli scarpini al chiodo. In quasi 20 anni di carriera, Guarneri scese in campo anche con la maglia della Nazionale, con la quale vinse l'Europeo del 1968. In 21 presenze in azzurro il nativo di Cremona segnerà una sola rete, al leggendario portiere russo Jashin nell'amichevole contro l'URSS, guarda caso, giocata proprio a Milano.