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Serie A

Dal primo 0-11 al trasferimento di Baggio: la storia di Fiorentina-Juventus

Alessandro Savoldi
Da una parte lo stile bianconero, dall'altra la passione viola. Una partita che, pur non essendo un derby, porta con sé una storia ricca e affascinante.

Cresciuta nel tempo, la rivalità tra Fiorentina e Juventus è una delle più sentite del calcio italiano, soprattutto tra squadre di città diverse. Ecco com'è nata.

Il primo precedente finì 0-11 per la Juventus

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Viola e bianconeri non si sono mai amati, anzi: nel 1928 la prima partita tra le due squadre finì 0-11 per la Juventus a Firenze. I toscani, all’esordio in massima serie, schierarono una rosa pesantemente rimaneggiata, impiegando anche dei dilettanti. Al contrario, la Juve non si limitò a vincere, ma decise di stravincere. Un risultato a cui si aggiunse anche lo scherno dei giornali che titolarono Firenze un…dici nulla? Insomma, un’umiliazione totale che sin da subito non facilitò i rapporti tra le tifoserie e i club.

La corsa scudetto 1982 tra Fiorentina e Juventus

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L’episodio che davvero fece esplodere la rivalità risale alla stagione 1981/82, quando le due squadre si contesero la Serie A fino all’ultima giornata. Alla vigilia della gara finale Fiorentina e Juventus erano appaiate in vetta a 44 punti, con l’ombra di uno spareggio Scudetto che incombeva sul campionato. Non fu necessario, perché la Vecchia Signora fece il proprio dovere battendo 0-1 un Catanzaro senza obiettivi, mentre i Viola non andarono oltre lo 0-0 a Cagliari. La Juventus vinse quindi il 20° scudetto della sua storia. Si discuté molto sulle decisioni arbitrali, sia in Sardegna che in Calabria. Da una parte i viola si lamentarono per un gol annullato a Graziani a causa di una carica sul portiere, dall’altra un intervento al limite di Brio su Borghi in area non fu sanzionato con un rigore per il Catanzaro. Netto, invece, il penalty poi trasformato da Brady per la vittoria della Juventus. Le decisioni dei due direttori di gara portarono Antognoni, storica bandiera della Fiorentina, a dire: Ci hanno rubato il titolo. Da allora i rapporti tra le tifoserie si inasprirono in modo irreversibile.

La finale di Coppa Uefa 1990

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Un’altra pagina della storica rivalità tra Fiorentina e Juventus risale al 1990, quando i due club si sfidarono in finale di Coppa Uefa. All’epoca il format prevedeva un doppio confronto andata e ritorno, con la prima gara in programma a Torino e la seconda in casa della Viola. Il Franchi in quel periodo era chiuso per lavori in vista di Italia '90, mentre il Curi di Perugia, diventato momentaneamente la casa della Fiorentina, era squalificato. Per questo motivo, la gara di ritorno andò in scena al Partenio di Avellino. L’andata finì 3-1 per la Juventus, ma anche in questo caso vi furono polemiche per le decisioni dell’arbitro. Sull’1-1, Casiraghi portò in vantaggio i bianconeri. Nel corso dell’azione, però, il centravanti spinse con due mani un difensore, scatenando le proteste della Fiorentina. Il ritorno si chiuse a reti inviolate con la Juventus che poté festeggiare la vittoria della Coppa Uefa.

Baggio e gli altri: i trasferimenti tra Fiorentina e Juventus

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Al centro della rivalità c’è sicuramente il grande numero di trasferimenti da parte dei giocatori della Fiorentina in direzione Torino. Il primo caso, e forse il più importante, riguarda uno dei migliori calciatori italiani di sempre, Roberto Baggio. Il Divin Codino, proprio nel 1990, fu venduto dal presidente Pontello alla Juventus. La cessione, annunciata dal procuratore del giocatore in una conferenza stampa, portò a una vera e propria rivolta dei tifosi, che misero a ferro e fuoco Firenze. Pontello fu costretto prima a barricarsi all’interno del Franchi per diversi giorni e poi a vendere la società nei mesi successivi. Nonostante l’iniziale delusione, i fan della Fiorentina perdonarono Baggio, dopo che quest’ultimo, al suo ritorno al Franchi, raccolse una sciarpa viola e la portò con sé negli spogliatoi dopo essere stato sostituito. Negli ultimi anni i trasferimenti di Bernardeschi, Chiesa e Vlahovic hanno nuovamente incendiato la piazza.

Il giorno di Pepito Rossi e la rimonta della Viola

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A inizio millennio entrambe le squadre hanno vissuto momenti difficili, con la Fiorentina che giocò in Serie C2 dopo il fallimento del 2002 e la retrocessione della Juventus nel 2006. Da ricordare sicuramente la gara del 20 ottobre 2013. Al Franchi arrivò la Juventus di Antonio Conte, fresca vincitrice di due scudetti consecutivi. Sulla panchina della Fiorentina sedeva Vincenzo Montella. La Juve, al secondo posto dietro la Roma nonostante i 19 punti fatti in sette partite, scese a Firenze con i favori del pronostico. In effetti, il primo tempo finì 0-2 per i bianconeri, con i gol di Tevez e Pogba. In particolare, l’argentino nell’esultanza sfoderò la "mitraglia" di Batistuta sotto la curva Fiesole. Un gesto che, chiaramente, rese rovente lo stadio, creando un’atmosfera da brividi nel secondo tempo. Con il passare dei minuti la Fiorentina crebbe, riaprendo la partita al 66’ con un rigore di “Pepito” Rossi. Quello che avvenne tra il 76’ e l’80’, tuttavia, ha dell’incredibile. Prima Rossi pareggiò con un tiro da fuori che sorprese Buffon, poi Joaquin portò in vantaggio i suoi e infine ancora Rossi firmò la tripletta personale chiudendo la partita. Cinque minuti storici, che consegnarono alla Fiorentina una vittoria interna contro la Juventus che mancava da 15 anni. La sconfitta non pregiudicò il cammino dei bianconeri, che vinsero il campionato con il record di 102 punti.

Il bilancio totale dei precedenti è di 93 vittorie della Juventus, 60 pareggi e 41 successi della Fiorentina. Domenica alle ore 18.00, al Franchi, Fiorentina e Juventus si sfideranno per la 195a volta.