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La 10^ giornata di Serie A si chiuderà questa sera con la sfida dell'Olimpico tra Lazio-Cagliari. Entrambe le squadre sono in cerca di riscatto: i primi sono reduci dal deludente 0-0 di Pisa, mentre i sardi cercano una vittoria che manca ormai da un mese e mezzo (1-2 a Lecce del 19 settembre). La partita di questa sera vede in campo due squadre che, in un modo e nell'altro, hanno scritto pagine importanti nella storia del calcio italiano. Non solo per i risultati in campo, ma anche per maglie che sono entrate nel cuori dei tifosi e che riecheggiano ricordi indimenticabili. Vediamo la top 5 delle migliori maglie delle due protagoniste di questa sera.
Quando si parla di lazialità, i tifosi biancocelesti non possono che riconoscerla in quella che è stata "la maglia più bella della storia", ovvero quella con l'aquila stilizzata. La storica divisa è stata indossata nella stagione 1986-87, vale a dire in quella che i tifosi ricordano come "la Lazio del -9". Come ricordiamo, i biancocelesti erano stati coinvolti nel calcioscommesse e, dopo una prima condanna alla retrocessione in Serie C, la FIGC cambiò la penalità con la permanenza in Serie B ma con un handicap, appunto, di 9 punti (all'epoca la vittoria valeva 2 punti).
Contro ogni pronostico la Lazio riuscì prima a conquistare un posto nei play-out, grazie allo storico gol di Giuliano Fiorini contro il Vicenza, e poi la salvezza dopo lo spareggio vinto contro il Campobasso. Ma a fare la storia è stata scritta non tanto sul campo ma in quella maglia bianca e celeste dotata di un'aquila stilizzata orizzontale di colore blu sul petto. Una maglia che per i biancocelesti racchiude la storia centenaria del club. Maglia che il club romano ha riproposto nel 2015, per i 115 anni della Lazio, e nella stagione 2018-19.
Se la maglia stilizzata rappresenta storia e risorgimento del club biancoceleste, quella del 2000 rimane per tutti la maglia della Lazio più forte di sempre. Stiamo parlando della famosa maglia del centenario con quale la squadra di Sven Goran Eriksson ha ottenuto il secondo scudetto, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana. Completamente bianca, la maglia presentava un motivo celeste che correva frontalmente da una spalla all'altra con un bordino dorato che ne seguiva il profilo. Lo stemma era sorretto dalla scritta, anch'essa dorata, "1900-2000".
Certe volte non è necessario avere una maglia biancoceleste per fare storia. E' il caso di quella giallonera che la Lazio indossò nell'ultima edizione della Coppa delle Coppe nel 1999. In quella competizione, che la squadra di Eriksson vinse battendo il Mallorca in finale, la divisa era completamente gialla con fasce nere sulle spalle e sul petto. Una maglia, tuttavia, che non fu ben vista dalla tifoseria biancoceleste a causa dello sponsor "Del Monte", il cui pomodoro rosso combinato con il giallo della maglia risultava poco gradito.
Discorso completamente diverso vale per la storica "maglia argentina", indossata nel debutto biancoceleste in Champions League e, soprattutto, nella vittoria della Supercoppa Europea 1999 contro gli "invincibili" del Manchester United. La divisa era una sorta di ritorno agli anni '30 e presentava, appunto, evidenti strisce verticali bianco e celesti (simili a quella dell'Argentina) combinata con pantaloncini e calzettoni celesti e caratterizzata da bordature dorate su polsini e sul collo.
Come non inserire nella lista la storica divisa biancoceleste del 1973/1974? Tutta celeste, semplice senza troppi dettagli, questa maglia è stata indossata da Giorgio Chinaglia, l’indimenticabile centravanti della Lazio che ha scritto la storia del calcio italiano degli anni Settanta. La squadra biancoceleste era allenata da Tommaso Maestrelli che dalla serie B portò il primo scudetto del dopo guerra a Roma, nel 1974.
Gigi Riva con la storica maglia bianca con la quale il Cagliari vinse lo scudetto nel 1970
Se si vuole parlare della bellezza e della storia del Cagliari allora bisogna obbligatoriamente cominciare dalla divisa che i sardi amano di più, ovvero quella dello storico scudetto del 1970. Come il difensore Reginato aveva dichiarato: "Scopigno (l'allenatore, n.d.r) diceva che sul campo verde vestiti di bianco era più facile trovare i compagni. Ma forse la verità è che vincemmo una partita in bianco e per scaramanzia lui non volle cambiare più". E quella scaramanzia ha avuto grandissimi risultati.
Quella storica maglia indossata da Rombo di Tuono Gigi Riva, diventata iconica e oggetto di culto, presentava una maglia a V aperta con "cravattino" centrale vistoso fino a un terzo della lunghezza totale, con dei laccetti che permettevano la chiusura di quest'ultimo. I bordi delle maniche erano rossoblù con il blu come colore terminale, mentre sul petto era presente lo scudo coi Quattro mori, simbolo del club dal 1928.
A completare il kit i calzoncini completamente bianchi senza ulteriori dettagli e dei calzettoni bianchi con una banda orizzontale rossoblù o alternativamente calzettoni completamente bianchi. I numeri, di colore blu, erano realizzati in fettuccina e cuciti a mano sul tessuto. La maglia bianca risultò vincente e portò da lì in poi il Cagliari a utilizzare tale colore come maglia casalinga fino alla stagione 1983-1984.
Nella stagione 1993-94 il Cagliari torna a disputare le Coppe Europee a ben 20 anni dall'ultima volta. Se il rendimento in campionato non è esaltante la situazione in Coppa UEFA è del tutto diversa. Mai i sardi erano riusciti ad arrivare ad una semifinale europea, con protagonisti il panamense Julio Valdes e il brasiliano Luis Oliveira. Il percorso terminò tra le migliori quattro per mano dell'Inter, poi vincitrice della competizione. Per l'occasione, il Cagliari scese in campo con il tradizionale rossoblù che si alternavano sia sul petto che sulle maniche. I pantaloncini blu erano rivestiti di un motivo rosso, come anche i calzettoni.
I tifosi sardi sicuramente non potranno dimenticare l'annata 2004-05. L'anno del tridente temibile Zola-Suazo-Esposito e del capitano Daniele Conti. Il Cagliari tornava in Serie A dopo 5 anni in serie cadetta e sotto la guida di Daniele Arrigoni la squadra ottiene una salvezza tranquilla con un convincente 12° posto. In quell'annata lo sponsor tecnico fu per la terza e ultima volta il sardo A-Line mentre la divisa fu una rivisitazione del classico completo rossoblù con un inserto oro e un inserto a colori invertiti alle estremità della maglia.
Nella stagione 2020-21 il Cagliari si presenta con una maglia completamente innovativa. Lo sponsor Adidas arriva a produrre una divisa che riprende, come le altre, i colori iconici del club. Alle tradizionali bande verticali rossa e blu nel busto si sommano le maniche bianche con risvolti rossoblù (simili a quelle utilizzate nelle maglie bianche degli anni '70) e il retro completamente rosso, come alcune divise dei primi anni della storia del club. Il logo sul petto monocromo e le tre strisce sulle spalle, entrambi dorati, e la scritta "Cagliari Calcio" in corsivo sul retro dietro il collo completano il capolavoro. Solo un'altra volta nella storia dei Casteddu, nella stagione 1984-1985, la maglia rossoblù ha avuto le maniche bianche.
Anche nella passata stagione una maglia del Cagliari non è certo passata inosservata e fu usata solo in un'occasione, ovvero nella sfida casalinga del 12 aprile contro l'Inter. Si trattava della maglia “Heritage”, creata per celebrare la Sardegna e la sua eccellenza dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico, ma anche per raccontare il rafforzato legame con la Cina. La maglia di un acceso rosso e arricchito da dettagli dorati raffigurava al centro un grosso serpente in riferimento al 2025, l'anno del Serpente secondo il calendario cinese.
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