Effetto Chivu

Parma, le pagelle: Chivu MVP, bene Delprato, sorpresa Leoni, Man delude

Esultanza Parma Calcio
Parma, le pagelle della stagione 2024-2025: mister Chivu il migliore, bene Delprato, Leoni sorprende, che delusione Dennis Man!
Vincenzo Bellino
Vincenzo Bellino Redattore 

"Tutto è bene quel che finisce bene". Mai frase fu più azzeccata per raccontare il finale di stagione del Parma, che può finalmente tirare un sospiro di sollievo: anche il prossimo anno giocherà nel massimo campionato italiano. Dopo aver bloccato Inter, Fiorentina, Juventus e Lazio, i crociati avrebbero potuto festeggiare la salvezza con qualche giornata d'anticipo, magari contro il Como. Ma si sa, nel calcio — e forse anche nella vita — le cose semplici non piacciono a nessuno.

Con un pizzico di sofferenza in più del previsto, l'obiettivo è stato raggiunto ugualmente. Il traguardo è arrivato grazie alla rimonta per 3-2 sul campo dell’Atalanta, un’impresa che ha messo in luce il carattere della squadra e, soprattutto, la mano dell’allenatore Cristian Chivu.

Al suo esordio da professionista in panchina, l'ex difensore rumeno ha impiegato appena 13 partite per cambiare completamente volto a una squadra che, sotto la guida di Fabio Pecchia, sembrava aver smarrito la rotta. La salvezza del Parma è quindi il frutto di una lenta ma costante rinascita, costruita con determinazione, spirito di sacrificio e un pizzico di incoscienza.

Chivu

Parma, si può sempre migliorare

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Esprimere un giudizio netto su ogni singolo giocatore del Parma non è semplice. Non è stata la classica stagione in cui emergono top e flop: il rendimento è stato altalenante, con alcuni protagonisti sopra le aspettative e altri decisamente sotto.

Un campionato dai due volti: avvio promettente, fase centrale buia — povera di risultati e idee — e un finale in crescendo che ha permesso di raggiungere la salvezza. Decisivo, in questo contesto, il cambio in panchina: l’arrivo di Cristian Chivu ha rappresentato la svolta.

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I numeri parlano chiaro, soprattutto negli scontri con le big: sotto la guida del tecnico rumeno, il Parma ha ritrovato solidità, identità e punti pesanti. Un finale positivo che riscatta, almeno in parte, un percorso tortuoso, ma non cancella i dubbi su quanto si potesse fare meglio fin dall’inizio.

È lecito chiedersi se scelte diverse — tecniche, tattiche o gestionali — avrebbero evitato quel lungo periodo di smarrimento culminato nel necessario cambio alla guida tecnica. Per quanto determinante, un avvicendamento a stagione in corso resta sempre anche un segnale di fallimento nella pianificazione.

La salvezza rappresenta un traguardo importante, ma anche uno spunto per riflettere. Perché se questo Parma ha dimostrato di poter competere anche con le grandi, allora è giusto pretendere di più — fin da subito — nella prossima stagione.

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Difesa, le pagelle: Delprato il più costante, sorpresa Leoni

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Nonostante qualche defiance di troppo manifestata nella prima parte della stagione, il reparto difensivo si è ripreso alla grande sotto la gestione Chivu. Su tutti spicca l'operato di Enrico Delprato, capitano devoto alla causa, alla sua prima stagione in massima serie. Esame superato a pieni voti, l'ex prodotto delle giovanili dell'Atalanta si è fatto apprezzare per la sua capacità di adattamento nei vari ruoli in cui è stato schierato: difensore centrale, terzino destro, sia nella difesa a tre, sia nella difesa a quattro, esterno alto di centrocampo. Grinta, cuore, corsa e la bellezza di quattro reti all'attivo, gli stessi di Dennis Man. Voto 7.5.

Suzuki, voto 6.5. Buona la prima anche per l'estremo difensore giapponese. Qualche defiance iniziale, legata alla giovane età e all'arrivo in un campionato nuovo, poi col trascorrere delle partite ha acquisito sempre di più sicurezza, risultando decisivo in diversi confronti, soprattutto nella parte conclusiva della stagione. Ci sono ampi margini di miglioramento, da capire se resterà a lungo in Emilia o se il club cederà a qualche sirena estera. Non solo Bayern Monaco.

Circati senza voto. L'italo-australiano ha giocato le prime quattro partite del campionato, poi ha saltato praticamente tutta la stagione a causa di un infortunio al ginocchio; tuttavia, tornato in campo nelle ultime due sfide contro Napoli e Atalanta, ha dato la sensazione di essersi rimesso in sesto.

Lovik, senza voto senza commento. Troppo poche 6 partite per esprimere un giudizio. Il tempo dirà.

Vogliacco 5.5. Arrivato nella sessione invernale di calciomercato, aveva iniziato bene con Pecchia in panchina, restituendo personalità alla retroguardia gialloblu. Poi, complice qualche problemino fisico di troppo, è finito indietro nelle gerarchie di Chivu. Rimandato a settembre.

Balogh, Valenti e Valeri 6. Bene nella prima parte l'ungherese, ma si è spento alla distanza. Il "toro argentino", invece, ha esordito in Serie A alla 15ª giornata, giocando 17' contro l'Inter, da allora è sceso in campo quasi sempre, alternando buone prestazioni, vedi quella col Monza con il gol allo scadere,  a performance deludenti, la prova di Empoli ha rischiato di complicare seriamente il percorso verso la salvezza del Parma. Un sali e scendi, simile al campionato disputato da Valeri, simile all'intera stagione dei crociati: tendenti alle volte all'eccellenza, ma spesso dietro la lavagna.

Giovanni Leoni a contrasto con Lukaku

Leoni, voto 6.5. Tra i 100 migliori Under-21 d'Europa, unico italiano in lista insieme a Pietro Comuzzo della Fiorentina, pre-convocato dal Ct Nunziata per l'Europeo U-21 di categoria. Due indizi fanno una prova e testimoniano la sorprendente stagione disputata da Giovanni Leoni al Parma, che nel finale di campionato ha annullato prima Vlahovic, poi Lukaku. Una delle note più liete per mister Chivu e per il club gialloblu. La carta d'identità recita 18 anni, ma il senso della posizione, le qualità fisiche, la calma olimpica sembrano quelle di un veterano. Il futuro è tutto da scrivere, da capire se ancora in maglia crociata o qualche big potrebbe già accaparrarsi le sue prestazione interessate. Juve, Milan e non solo...

Hainaut, voto 6,5. L'uomo dai gol pesanti. Prima il 2-2 a Lecce, poi la rete che ha riacceso le speranze di rimonta contro l'Atalanta. Prestazioni convincenti e contributo in entrambe le fasi sia con Pecchia, sia con Chivu, sia in difesa, sia quando è stato schierato a centrocampo: oltre a Leoni, anche il laterale francese rientra tra le sorprese positive della travagliata stagione crociata.

Antoine Hainaut

Il centrocampo e gli infortuni: Sohm ultimo samurai

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Simone Sohm, voto 7. Lo svizzero, complice l’ottimo rendimento e i numerosi infortuni che hanno colpito il cuore del centrocampo, è stato il giocatore più impiegato in stagione: 37 presenze su 38, per un totale di 3001 minuti in campo. Ha messo a segno quattro reti, un buon bottino per chi, prima di quest’anno in Serie A, ne aveva realizzate appena sette (dal 2020 al 2025).  Dinamismo, equilibrio e visione di gioco: la manovra offensiva crociata passa spesso dai suoi piedi. Il suo percorso di crescita prosegue, ma oggi si può dire senza esitazioni che è diventato il perno del centrocampo.

conceicao

Hernani, Bernabé, Estevez, voto 6. Giudizio condizionato dai problemi fisici che hanno penalizzato tutti e tre nel corso della stagione. Per Hernani, 25 presenze, condite da tre gol e tre assist: numeri discreti, ottenuti anche grazie all’assenza prolungata dei colleghi di reparto. A tratti, il peso dell’età si è fatto sentire, ma l’ex Zenit ha saputo comunque imporsi come leader silenzioso, facendo valere esperienza e qualità.

Bernabé, autore di un gol prezioso contro l’Inter, ha visto la sua annata limitata dagli infortuni. Appuntamento rinviato alla prossima stagione, con la speranza di vederlo finalmente protagonista e libero da acciacchi, per esprimere appieno il suo talento. Estevez, infine, è stato il centrocampista meno impiegato (escluso Ondrejka, arrivato a gennaio). Stagione sfortunata, ma nelle rare occasioni in cui è stato chiamato in causa, ha saputo comunque offrire il proprio contributo con generosità e impegno.

Bernabè, Parma

Mandela Keita, voto 6.5. Il mezzo voto in più è di incoraggiamento per un calciatore che ha faticato ad ambientarsi nella prima parte di stagione sotto la guida di Fabio Pecchia. L'espulsione all'esordio con l'Udinese non lo ha di certo aiutato, ma la sensazione è che nella gestione tecnica precedente non gli sia mai stata fiducia fino in fondo. Il cambio di modulo con Chivu e il passaggio ad un centrocampo a tre ha contribuito ad esaltare le caratteristiche tecniche dell'ex calciatore dell'Anversa, sia difensive (palloni intercettati e un bilancio positivi nei duelli vinti, aerei e non), sia offensive (le conclusioni dalla distanza sono un qualcosa che merita un approfondimento, la percentuale di passaggi riusciti del 90, 4% è notevole). 13 partite su 13 da titolare, sostituito solo una volta per infortunio contro l'Atalanta. Imprescindibile.

Almqvist, voto 5.5. Ci si aspettava di più. Buon inizio con l'assist vincente per Cancellieri nel successo col Milan, il classico gol dell'ex col Lecce e poi un'involuzione. Con Pecchia aveva trovato molto spazio, soprattutto da subentrato, con Chivu meno, ma i problemi fisici non lo hanno aiutato.

Ondrejka, voto 7. L'approccio con la Serie A non è stato amore a prima vista, ci ha messo un po' ad ingranare, ma è anche vero che dalla 22ª giornata alla 31ª è sceso in campo col contagocce. Poi la svolta, nella gara casalinga con l'Inter; la rete del pari, la doppietta a Roma con la Lazio, quella a Bergamo con l'Atalanta, cinque reti che son valsi la bellezza di cinque punti, senza i quali il Parma avrebbe disputato il play-out con l'Empoli. Insieme a Pellegrino sicuramente il miglior colpo della sessione invernale di mercato e la sensazione che forse da subentrato riesca a sparigliare più facilmente le carte rispetto a quando parta dal 1'. Con la Lazio ci ha detto tutt'altro, ma ripeto, è una sensazione.

L'attacco: Man, che delusione!

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Benedyczak e Charpentier, senza voto. Per il polacco è stato un via, vai continuo in infermeria (9 presenze stagionali); l'ex Frosinone e Avellino, invece, si è infortunato al tendine d'Achille proprio nel momento in cui sembrava fosse riuscito a prendere le misure.

Cancellieri, voto 6-. Tra i migliori sotto la guida di mister Pecchia, uno dei pochi a saper interpretare entrambe le fasi. Il Milan è stato il suo momento di gloria, sia all'andata, sia al ritorno. Bene anche all'esordio di Chivu contro il Bologna, l'infortunio alla coscia lo ha messo poi fuorigioco anzitempo, costringendolo a saltare ben nove partite. È rientrato contro l'Atalanta per appena tre giri di lancette. In estate si saprà se il Parma eserciterà o meno il riscatto.

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Pellegrino e Bonny, voto 7-. La coppia che scoppia. Doppietta al Torino e gol decisivo contro la Juventus, Mateo Pellegrino ha già fatto breccia nel cuore dei tifosi del Parma. L'ex Velez è stato una delle armi in più a disposizione di mister Chivu nel finale di stagione. Dotato spalle alla porta, grinta da vendere e fiuto del gol, sul cinismo possiamo migliorare, ecco spiegato il segno meno in pagella. Segno meno anche per Bonny che pur avendo concluso la stagione con 6 reti e quattro assist all'attivo, ha qualcosa da farsi perdonare. Prossimo step sarà cercare di aumentare il proprio bottino personale, riempiendo di più l'area avversaria e giocando meno spalle alla porta, in questo senso l'apporto di Pellegrino sarà fondamentale.

Mihaila e Man, voto 5. Il duo rumeno, grande protagonista nell'annata precedente culminata con la promozione in Serie A, è stata invece la grande delusione dell'attuale stagione. Zero gol per Mihaila, quattro per Man, che non è mai andato a segno nel 2025 (l'ultima marcatura è datata 1 dicembre 2024, contro la Lazio al Tardini). Una parabola discendente, neanche il cambio in panchina e l'arrivo del connazionale Chivu ha avuto un effetto rigenerante sui due. Mihaila nell'ultima parte di campionato è rimasto ai box per via di un infortunio, il collega di reparto ha avuto invece diverse occasioni per riscattarsi, ma le chance fallite contro Lazio e Como, hanno fatto scorrere i titoli di coda alla sua stagione. In estate entrambi potrebbero fare i bagagli, chi vivrà, vedrà.

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Chivu, Mvp per distacco

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L'Mvp della stagione 2024-2025 non poteva non essere Cristian Chivu. Arrivato in un momento delicatissimo, il tecnico rumeno ha saputo ridare identità e spirito a un Parma in crisi, segnando la svolta della stagione. Con un approccio fondato su ambizione, responsabilità individuale e lavoro sul gruppo, ha trasmesso una mentalità vincente anche nei momenti più complessi. Le vittorie chiave contro Inter e Juventus hanno rappresentato veri spartiacque, grazie alla sua capacità di gestire pressione e imprevisti. L'ex condottiero della Primvera della Beneamata ha lavorato non solo sul campo, ma anche sulla testa dei giocatori, riuscendo a coinvolgere tutti in un progetto comune. "Una salvezza che vale uno scudetto", conquistata all’ultima giornata e frutto della sua lucida strategia e della fiducia riposta in lui dalla società. Voto 8.