Rossitto a DDD

Posillipo, la Champions in Viola e il desiderio di tornare al Sud: Fabio Rossitto a DDD

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I tanti ricordi di un uomo di calcio, che ha assaggiato l'amarezza della retrocessione, ed il gusto dolce della Champions: Fabio Rossitto ha vestito le maglie di Udinese, Napoli, Fiorentina e Venezia; ha parlato ai nostri microfoni
Michele Bellame Redattore 

"La prestazione della Fiorentina è stata più che positiva, perché ci ha provato. Però, il Napoli ha giocato come voleva. In questo periodo, il gruppo di Conte, ha dovuto fare degli sforzi e sopperire a tanti infortuni e tante assenze, qui si vede la forza di un vero fuoriclasse della panchina. Non solo, all'improvviso a gennaio gli vendono Kvara, fra i giocatori più forti del campionato, e non è stato nemmeno sostituito adeguatamente". Fabio Rossitto ha giocato con Napoli e Fiorentina alla fine degli anni novanta: con la maglia azzurra ha vissuto due stagioni, mentre con la viola ha esordito in Champions League. A margine della partita fra le due squadre, e col prossimo turno di campionato, parla ai microfoni di DerbyDerbyDerby.

Fabio Rossitto a DDD: "Sarà una corsa a tre, però Conte è un fuoriclasse: vedo il Napoli favorito"

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"Secondo me il Napoli ha concrete possibilità di vincere lo scudetto, al netto di una migliore Inter, ma con un calendario più vantaggioso. Resta, però, una corsa a tre, con l'Atalanta, che sta facendo un grande campionato: merito a Gasperini ed alla società, per dare così tanta continuità. L'Inter ha tante partite in più rispetto a loro due. Sarà una corsa avvincente, su cui vedo favorito il Napoli".

"Neres ed Anguissa sono giocatori importantissimi, e ora il gruppo inizia a stare bene, dopo un fisiologico periodo di appannamento: il campionato finirà in crescendo, ne sono convinto. Il pareggio che è maturato con l'Inter, è stato il risultato della svolta: nel gruppo, e l'allenatore l'ha evidenziato, è maturata la convinzione di poter puntare alla vittoria dello scudetto. Vedo un Napoli mentalmente predisposto, con grande entusiasmo. Prima è stato giusto che Conte facesse il pompiere, ma le convinzioni sono maturate ed è giusto che si comunichi diversamente".

"Venezia osso duro, squadra da non sottovalutare. Di Francesco è fra gli allenatori più scafati del campionato"

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Fabio Rossitto ha vestito, fra le altre, anche la maglia del Venezia, quando la società lagunare beneficiava del Lodo Petrucci e ripartiva dalla serie C2. Rossitto, ai nostri microfoni, descrive che il Napoli non deve sottovalutare gli arancioneroverdi: "Non è una squadra facile da affrontare, viene da tre pareggi con tre squadre importanti: Di Francesco è fra gli allenatori più preparati del campionato. Col Frosinone è stato sfortunatissimo. Non allena una big da quando è stato a Roma, ma vuole allenare come desidera.

Il Venezia se la gioca per la permanenza, e Di Francesco li fa giocare bene, anche se la rosa non è importante. In questo momento, i lagunari non stanno male, hanno fatto tre pareggi con tre squadre toste come Lazio, Atalanta e Como: non sarà una passeggiata. La squadra sta giocando sopra il suo valore tecnico: quando li ho visti, è un gruppo che si difende bene. Sono concreti, senza spettacolo. Col Venezia adesso sta tirando fuori il meglio da ognuno dei suoi giocatori".

Rossitto tra Napoli e Firenze: "Dalla B alla Champions, è stato bellissimo: quella sera a Wembley ho giocato da protagonista"

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Dopo l'estate 1999, Rossitto lascia Napoli per approdare - insieme a Pino Taglialatela - a Firenze: nella prima stagione con la maglia Viola, ha esordito in Champions League. L'annata con la Fiorentina è stata più che positiva: "Mi sono trovato bene, è stato uno dei miei migliori anni. Ho giocato in Champions ed è stata una grande emozione, ho giocato da protagonista quella sera a Wembley. Ho avuto bellissime soddisfazioni con la maglia della Fiorentina: venivo da due stagioni negative con il Napoli e per fortuna a Firenze andò meglio".

"Napoli mi è rimasta dentro: sono un nordico atipico, adoro il sud, spero di ritornarci magari per allenare i giovani"

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Stagione 1998/99, Fabio Rossitto alla sua seconda stagione con la maglia del Napoli.

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Quei due anni con la maglia del Napoli sono stati fra i più negativi della storia della squadra azzurra: stagione 97/98, ultimi in classifica in massima serie e retrocessione in cadetteria. L'anno successivo, nonostante l'arrivo di giocatori di categoria superiore come Magoni, Mondini e Lopez, e la permanenza di Bellucci e Taglialatela, il Napoli rimase in cadetteria. Sulla panchina sedeva Ulivieri, che l'anno prima, allenò Baggio a Bologna.

Erano anni difficili, preludio triste e prevedibile del fallimento del 2004. "Di Napoli - dice Rossitto - nonostante tutto, ho un ricordo meraviglioso della piazza: ho amato profondamente quella città, quella passione mi è rimasta dentro. La squadra non era affatto scarsa. C'era solo tanta confusione: se ci fossero state altre basi societarie, potevamo fare un campionato sereno. Anche gli stessi allenatori erano brave persone: prendi Mutti, aveva allenato bene ovunque. Era difficile uscire dal tunnel.

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Ciononostante, c'era comunque entusiasmo: abitavo a Posillipo, era un posto meraviglioso, avevo la scorta dei motorini che volevano gli autografi! Mi sono trovato benissimo, pur essendo vicino all'Austria adoro le piazze del sud: a Palermo, ad esempio, quando ero vice di Bortoluzzi, ho sentito le stesse cose. Ho un figlio che gioca in Calabria, spero che viva le mie stesse emozioni. Manco da Napoli da tanto, vi sono molto legato. Mi piacerebbe rivivere quelle emozioni, magari allenando i ragazzi: spero possa arrivare una bella occasione".

"Va' ridefinita l'idea di calcio giovanile: punto ad allenare una squadra di ragazzi"

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Dopo numerose esperienze in panchina, tra Palermo e Pordenone passando per Cremona, Rossitto aspetta di rimettersi in pista: "Adesso sono in attesa dell'occasione giusta. La mia idea, è quella di allenare i ragazzi. Penso che vada ricostruito il concetto di calcio giovanile. Prendi in mano ragazzini di nove anni e non puoi imitare Guardiola. Devi esaltare i talenti, non puoi imporre le tattiche. Perdi la fantasia che era tipicamente italiana. Negli anni novanta avevamo tantissimi talenti: prendi Morfeo per esempio, un fuoriclasse, calcolava il vento quando passava il pallone. Il sistema è sbagliato dal basso perché i tanti addestratori giovani non concedono la fantasia. Dobbiamo ritornare alla semplicità: quando si giocava per strada sceglievi da solo cosa fare e le regole le facevano i ragazzini. Quella libertà, ti solletica la creatività".