La diciannovesima giornata di Serie A prevede domenica sera il tanto atteso derby tra Roma e Lazio allo Stadio Olimpico. In vista della stracittadina è intervenuto in conferenza stampa l'allenatore della Roma, Claudio Ranieri. Ecco le sue parole: "Quanto conta la mia esperienza in panchina rispetto al primo derby di Marco Baroni sulla panchina della Lazio? No, non credo che sia determinante. Baroni mette il pilota automatico, la Lazio va col pilota automatico, bisogna riconoscerlo. Per cui certo che sentirà la bellezza e il sapore di un derby da allenatore. C'è un'altra responsabilità da giocatore e da allenatore. Ma tutto qua, lui gioca col pilota automatico".
Il derby capitolino
Roma, Ranieri: “Nel derby si azzera tutto, Pellegrini gioca se è sereno”
Il tecnico dei giallorossi prosegue: "Abbiamo recuperato quasi tutti. Celik ha la febbre e vediamo domani se ha sfebbrato. Cosa rappresenta per me il derby? Essendo tifoso rappresenta un po' la stracittadina, tutto quello che può pensare un tifoso, che sia romanista, laziale, del Genoa, Sampdoria, Inter, Milan. Insomma, è la partita importante, è una partita che uno senta ancora di più. Per quanto riguarda il momento attuale, la classifica parla chiaro. Loro stanno vivendo un momento eccezionale, hanno fatto un girone d'andata stratosferico. Giocano molto bene ed in velocità, con pochi tocchi, è una squadra temibilissima. Dall'altra parte il derby è il derby e fa sempre storia a sé".
Verso il derby Roma-Lazio, le parole in conferenza stampa di Claudio Ranieri
—Ranieri, nel corso della conferenza stampa, ha poi analizzato l'andamento della sua squadra nel mese di dicembre: "Dicembre ci ha fatto capire che siamo una squadra che è riuscita a ricompattarsi, siamo una squadra che ha dei difetti ma che lavora per eliminarli. Ancora non siamo al 100% sotto questo aspetto, però abbiamo rimesso perlomeno la nave in viaggio. Adesso dove potrà arrivare non lo so, onestamente io non ho mai promesso alle mie squadre niente di che se non lavoro, sacrificio e voglia di dare il massimo in ogni frangente di ogni partita".
"Un mio ricordo del derby? Mi ricordo da ragazzo quando andavo in Curva Sud, che a quel tempo era tre quarti romanista e un quarto laziale. E tutti si aspettava Dante, il capotifoso, che veniva e a quel punto iniziavano i cori. Per cui ricordo quello, c'erano gli sfottò".
Sull'importanza del derby: "Non vale solo per i tifosi, allora vale anche per me, per cui non mi tranquillizza (ride il tecnico della Roma). Il derby è il derby, così come dall'altra parte ci tengono a far bene e a vincere la gara, così ci teniamo noi a far bene e a vincere la gara. Non conta la classifica, non conta nulla. Si azzera tutto, è una partita dove tutto si azzera, con la stessa voglia di far bene, tanta determinazione e voglia di far bene. L'agitazione non è una buona motivazione, la motivazione è nella consapevolezza della forza dell'avversario, della tua forza e di quello che si deve fare per cercare di vincere".
Il momento di Pellegrini
—Sullo stato di forma di Lorenzo Pellegrini: "Io credo sempre che il vantaggio è mettere giocatori che stiano bene fisicamente, che facciano reparto, che facciano squadra. Poi, al di là dei debuttanti o non debuttanti, è importante che stiano bene fisicamente, moralmente e in connessione l'uno con l'altro. E quella è la mia ricerca. Sento molto feeling con Lorenzo. È solo una questione psicologica, perché tecnicamente lo considero, come dico sempre, uno dei migliori centrocampisti in Europa. Sono pochi, infatti, i centrocampisti che fanno gol. Chi ce li ha li dovrebbe tenere stretti, però lui soffre questo fatto dei tifosi".
"E io devo tenere presente se un giocatore se ne fa carico o gli scivolano via. Lorenzo se li carica tutti, e questo è il peccato. Si carica tutti i problemi, quando invece dovrebbe giocare con naturalezza così come era abituato a fare. E solo così può ritornare il giocatore che è libero da ogni peso, lui si porta dei macigni dietro. Non è facile giocare in casa quando nel momento in cui fa uno, due, tre errori il beniamino del pubblico non succede niente. Fa un mezzo errore lui e subito viene caricato di negatività, di responsabilità. Ecco, io devo tenere presente questo. Quando lo vedo sereno non mi faccio nessun problema ad impiegarlo, come è successo a San Siro. Stava anche per fare gol. Lui ha la capacità di arrivare a fare gol nel momento giusto".
Come arginare la Lazio...
—Ranieri ha analizzato la Lazio di Baroni: "La squadra di Baroni è una squadra che ha trovato il suo bandolo della matassa, per cui sono bravi sugli esterni, sono bravi centralmente, giocano in velocità, ripartono ogni volta mille all'ora. È tutto l'insieme. Tengo in considerazione tutte le cose, così come sono convinto che anche Baroni starà tenendo in considerazione tutte le qualità e le difficoltà della Roma".
Il derby della Capitale non è una partita come le altre. L'emotività è tanta e conta parecchio. Ranieri si è soffermato su questo aspetto: "Nella gestione del gruppo i derby si caricano da soli, perché sono i tifosi che già te lo fanno vivere in ogni manifestazione. Noi abbiamo aperto il Tre Fontane per dare il buon anno e i tifosi l'hanno sentita come uno stimolo per il derby. No, noi l'abbiamo fatto soltanto per incontrare i nostri tifosi, le nostre famiglie. Non dovevano darci un di più, perché già ce l'hanno dato in ogni manifestazione, in ogni partita ci danno quell'affetto e quell'amore che noi cerchiamo di ripagare. Sì, la Lazio è lassù, sta in Champions League, è logico che loro hanno la consapevolezza che vogliono arrivare in Champions League. Una volta che l'hanno toccata vogliono restare lassù. Forse sono retorico, ma ogni derby è a sé stante, non conta la classifica, non conta nulla. Soltanto quando le due squadre iniziano al fischio dell'arbitro ci saranno diverse partite nella partita".
Il tecnico della Roma conclude sul rapporto con i tifosi: "Io credo che siamo tutti uniti, no? La proprietà, i massaggiatori, i magazzinieri, lo staff medico, tutti quanti stiamo spingendo per far bene. E anche i tifosi stanno facendo la loro parte. Abbiamo fatto pace. Io ho una certa età e una volta si diceva che la Roma non si discute, si ama. Ecco, io l'ho sempre amata e continuerò ad amarla, nel bene e nel male. Ricordo da bambino, un presidente fece anche la colletta, quei tifosi diventarono soci vitalizi. Per cui i Friedkin ci hanno messo tanti soldi, sarebbe ora di dargli qualche soddisfazione".
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