Francesco Acerbi, difensore dell'Inter, ha risposto a Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale Italiana, con il quale non sembra esser mai nato un gran feeling.
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Spalletti-Acerbi, il difensore: “Chiaro che non faccia parte del suo progetto”

Dalla convocazione alla mancata risposta

Nei prossimi giorni, l'Italia affronterà la Norvegia e la Moldavia in occasione delle Qualificazioni ai Mondiali del 2026, che si giocheranno in tre Paesi: Canada, Messico e Stati Uniti. Per queste due partite, Spalletti ha diramato la lista dei convocati e, tra i nomi, figurava anche quello del numero 13 dell'Inter. Oggi, durante la conferenza stampa, l'ex allenatore del Napoli ha dichiarato che Acerbi ha rifiutato la convocazione in azzurro dopo la finale di Champions League persa malamente contro il Paris Saint-Germain. Quando gli è stato chiesto un commento su questa scelta, il ct ha risposto: "Io non posso permettermi nessuna depressione. Si va fiduciosi a fare altre cose, altre scelte. Sapendo di avere a che fare con calciatori anche più forti".
Acerbi risponde a Spalletti: "Non resto dove non sono voluto"
Dopo queste parole del commissario tecnico, Acerbi ha voluto scrivere un messaggio su Instagram in cui ha spiegato il motivo della sua decisione di non andare in Nazionale per queste due partite.
"Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al ct di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me. Tuttavia, ho ritenuto che, alla luce degli ultimi avvenimenti non esistono ad oggi le condizioni proseguire serenamente questo percorso. Io non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte. Non sono uno che si aggrappa a una convocazione: ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct. Questa è la mia decisione, e come ho detto stamattina al ct, non è definitiva né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla “depressione” per una finale Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro. Auguro il meglio alla Nazionale e come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo".
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