Per il calcio italiano è arrivato il tempo delle intese, non dei dissidi, per costruire un calcio più spettacolare, in grado di non farsi sfuggire palcoscenici mondiali. Magari partendo da questa sfida meravigliosa, Milan e Inter, club che hanno passato, presente e un futuro che deve essere definito e precisato (quello milanista addirittura con un cambio di proprietà). Una prima idea la buttiamo lì: in un Paese affamato di impianti sportivi, vecchi e superati, alcuni indecenti, chissà mai che lo scudetto alla milanese porti con sé il famoso stadio nuovo di cui da tanto, troppo tempo si parla.
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La riflessoione è di Daniele Dallera, Corriere della Sera, che prosegue: “Due popoli, quello rossonero e quello nerazzurro, con le loro speranze, emozioni, ansie, voglia di far festa, sentimenti e azioni da controllare, da dominare. Il calcio italiano non si può permettere Mbappé o Haaland, non sono più i tempi, si goda Leao e Lautaro, se ne faccia una ragione, se li tenga stretti, così anche Tonali e Barella, preziosi per la Nazionale di Mancini. Il calcio italiano segua l'esempio della Milano del pallone, una sfida con i suoi alti e bassi, cerchi di valorizzarla, facendola diventare internazionale”.
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