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VOLATA FINALE

Fulvio Collovati: “Maignan e Pioli top, stagione Inter comunque positiva…”

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Il campionato di Serie A giunge ormai alle sue battute conclusive. Ad una giornata dal termine ancora tutto aperto per quanto riguarda la lotta scudetto

Redazione DDD

L’ex difensore campione del mondo nel 1982 Fulvio Collovati analizza i temi caldi di fine stagione, partendo proprio dalla sfida tutta meneghina per la lotta al titolo: “Ovviamente i favori dei pronostici vanno verso il Milan. In tanti pensavano che quella di Verona sarebbe stata la partita più complicata, ma i rossoneri non hanno sbagliato. La squadra di Pioli sa perfettamente che la partita col Sassuolo non si può fallire e, anche se i neroverdi non regaleranno nulla, sono sicuro che il Milan non sbaglierà. Se la squadra dovesse andare a Reggio Emilia convinta che i ragazzi di Dionisi regalino qualcosa allora la situazione potrebbe complicarsi, ma siccome il Milan è ben consapevole che può essere la partita della vita, dubito ci saranno sorprese”.

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Pioli ha compiuto un piccolo capolavoro: quali sono state le mosse vincenti e i meriti del tecnico rossonero? “I meriti della grande stagione del Milan - la risposta di Collovati a FootballNews 24 - vanno suddivisi in quest’ordine: Pioli, poi la società e poi i giocatori. Il mister ha saputo adattare perfettamente i giocatori messi a disposizione dalla società, che è stata brava a sostituire Donnarumma con quello che si è rivelato il miglior portiere del campionato: MaignanPioli, inoltre, ha avuto il merito di inserire al meglio e responsabilizzare due giovani come Tomori Kalulu al centro della difesa, e i numeri alla fine gli hanno dato ragione. È difficile non dare il 70-80% di meriti all’allenatore. Ha avuto l’intuizione di avanzare Tonali, che per tanti era inadeguato, nel momento più adatto, indietreggiando Kessie Bennacer. Ha fatto delle mosse decisive, in una squadra in cui c’è solo un giocatore con colpi da fuoriclasse, ovvero Leao, e con nessun attaccante sopra i dieci o undici gol”.

Quali sono i tre giocatori simbolo di questa stagione del Milan e quali devono essere i prossimi passi della società per rimanere competitiva nel tempo? “Il primo giocatore simbolo della stagione rossonera direi, senza dubbio, Maignan. Il secondo non può che essere Tonali: il salto di qualità di questo ragazzo così giovane è stato incredibile. Ora è diventato uno dei migliori centrocampisti della Serie A. Infine, direi sicuramente Leao, non solo per i gol e per gli assist, ma per le tante giocate decisive. Poi, chiaramente, hanno dato tutti il loro contributo, basti pensare a Theo Hernandez o a Giroud, che non ha segnato tanto ma ha fatto gol pesantissimi. Anche Ibrahimovic, pur giocando poco, ha fatto il suo. La sola presenza in panchina di un giocatore come lo svedese ha dato qualcosa in più alla squadra. Per il futuro creda la società debba innanzitutto capire cosa farà Ibrahimovic la prossima stagione. Il Milan, che rimangano o meno Ibrahimovic Giroud, ha bisogno assolutamente di una punta. Ci sarà bisogno, poi, di uno o due centrocampisti, perché probabilmente Kessié andrà via e la coperta in mezzo al campo è corta. Inoltre, ci sarà bisogno di un difensore centrale titolare da affiancare a Tomori, perché non si sa quando rientrerà al massimo delle proprie potenzialità Kjaer“.

Dall’altra parte, invece, un Inter che rischia di lasciarsi sfuggire uno scudetto che ad un certo punto della stagione sembrava essere quasi una formalità: dove hanno sbagliato i nerazzurri e quali sono stati gli errori di Inzaghi “La stagione dell’Inter rimarrebbe positiva in ogni caso, avendo portato a casa due trofei. Sarebbe bello capire cosa è accaduto ai nerazzurri dal derby di ritorno in poi, con la squadra che ha fatto a malapena sette punti in sette partite: una media quasi da retrocessione. Vero, la partita di Bologna avrebbe potuto rimettere in gioco tutto, ma il Milan ha avuto più continuità, tanto che nelle ultime quindici partite i rossoneri hanno vinto dieci volte e pareggiato cinque. La squadra di Inzaghi ha avuto uno shock fino alla partita contro la Juventus, dove sembrava essersi ripresa, ma poi è ricaduta a Bologna. Molti hanno ipotizzato un calo fisico, ma per me si è trattato di un crollo mentale”.

Quali sono state le tappe cruciali di questa lotta scudetto? “La sconfitta dell’Inter a Bologna ha indubbiamente avuto un peso specifico importante, ma poi ci sono stati anche altri episodi. I nerazzurri sono incappati in qualche errore di troppo, come la sconfitta in casa col Sassuolo, che fanno parte di quel periodo incomprensibile post derby di ritorno. Alcuni giocatori chiave come BarellaCalhanoglu Lautaro hanno avuto un calo netto e alla lunga quel periodo è risultato determinante. Quello che è mancato all’Inter rispetto al Milan, in sostanza, è stata la continuità”.

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