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Guai mollare in Champions: l’Inter rimontata a Dortmund fra meriti e demeriti propri

DORTMUND, GERMANY - NOVEMBER 05: Axel Witsel of Borussia Dortmund celebrates after his team's first goal during the UEFA Champions League group F match between Borussia Dortmund and Inter at Signal Iduna Park on November 05, 2019 in Dortmund, Germany. (Photo by Jörg Schüler/Getty Images)

Borussia Dortmund-Inter da 0-2 a 3-2

Redazione DDD

analisi facebook di Roberto Beccantini -

La partita di Dortmund è la classica partita dell'Europa che conta: per un tempo, solo Inter, grande Inter, superbo gol di Lau-toro, splendido ricamo a monte del raddoppio di Vecino, Conte sì che è un allenatore, che pippa invece Favre. Alla ripresa, grande Dortmund, grandissimo Hakimi (doppietta), generoso e prezioso Brandt, da 0-2 a 3-2, Favre che mago, Conte che pollo.

In questi casi, spaccare meriti e demeriti è sempre complicato. Certo, il pari su rimessa laterale (di Candreva) è stato un brutto indizio. E l’uscita di Lukaku, con il senno di poi, non proprio il massimo: anche perché Politano si è rotto subito. Fu calo fisico, fu presunzione, fu la benzina che uno stadio unico trasmette ai piloti di casa? Di tutto un po’. In Champions non si può mollare: mai. Neppure quando l’avversario sembra il tuo Sancho Panza.

Non è l’Europa l’obiettivo dell’Inter. Continua a preoccupare, in compneso, la tenuta della difesa, non protetta come sarebbe stato necessario (ah, Biraghi: ammonito dopo 30", l’uomo di Hakimi). La buona notizia riguarda il ritorno di Sensi. E, classifica a parte, il vantaggio sul Borussia grazie al 2-0 di San Siro. Se a Barcellona l’Inter giocò bene per un’oretta e venne ribaltata dai singoli, al Westfalenstadion è stata rovesciata di squadra.

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