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Il sinistro di Dio che ha riscritto la punizione di Didì: Mario Corso, il suo calcio era un’idea di libertà

Ciao Mario

Il lascito calcistico di Mario Corso

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Si ripassa la storia, ormai, sfornando e sfogliando coccodrilli. Mario Corso ha incarnato, negli anni Sessanta, il sinistro al «godere», la fantasia di un calcio che, libero dall’oppressione delle lavagne, coniugava il dribbling con la siesta, il verso improvviso con i pisoli omerici. Faceva parte della Grande Inter, numero 11, calzettoni giù come Omar Sivori. Il mago lo sistemava, cocciutamente, in cima alla lista dei partenti. Angelo Moratti, non meno implacabilmente, glielo riconsegnava. Edmondo Berselli gli ha dedicato «Il più mancino dei tiri». Prima di diventare il sinistro di Dio, Mariolino giocava nell’Audace di San Michele Extra. Se Sivori ti sbatteva in faccia la palla come una mamma il suo pargolo, Corso la nascondeva a passetti corti, salvo irridere l’avversario con un tocco d’esterno.

Vinse tutto con l’Inter, non sfondò in Nazionale, anche perché la concorrenza incalzava e lui, Mariolino, ogni tanto rifiatava. Ricordo il gol che, in un Bernabeu battuto dalla pioggia, decise l’Intercontinentale con l’Independiente. Rammento la celeberrima punizione a foglia morta, studiata ed ereditata da Didì, con la quale inaugurò la riscossa contro il Liverpool. Aveva 78 anni. Ho sempre immaginato che, per i Corso, il calcio non fosse né un circo né un’aula sorda e grigia, ma un’idea di libertà che considerava gli schemi un male necessario, una camicia di forza per quei tipici atipici che barattano il ruolo con la posizione, la posizione con l’ispirazione e l’ispirazione - per pigrizia? per fortuna? - non sarà mai disciplina, cilicio. I classici giocatori amanti e non mogli (alla Cabezon, appunto) che spingono perfino i tifosi più casti a una scappatella.

Per Vladimir Nabokov esisteva «una sola scuola, quella del talento». Ecco: Corso l’ha preso alla lettera. Trascurando, se possibile, e con goduria infinita, i rigori dell’inverno tattico.

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