Il centrocampista senza freni

Mkhitaryan: “Scudetto nel derby? Gioia senza limiti; Atletico? Colpa nostra”

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In esclusiva ad Armsport, il centrocampista ha cercato di spiegare le grandi emozioni stagionali: dallo Scudetto ottenuto il Milan a cosa non sia andato contro i Colchoneros in Champions League
Emanuele Landi
Emanuele Landi Redattore 

Se chiedete a Henrikh Mkhitaryan quando Simone Inzaghi lo farà riposare, cosa capitata solo nell'ultima col Frosinone, probabilmente non saprà rispondervi. Il centrocampista armeno, indispensabile per l'Inter, ha risposto in esclusiva ad Armsport, invece, sull'ultima stagione tra gioie indescrivibili (lo Scudetto della Seconda Stella) e una piccola grande delusione (l'eliminazione precoce dalla Champions).

"Due mesi prima del derby che poteva decidere lo scudetto, tutta la squadra faceva calcoli per capire se sarebbe stata decisiva - così Mkhitaryan a proposito della gioia della Seconda Stella -  Al fischio finale non so cosa mi sia successo, sensazioni indescrivibili. E' il mio primo scudetto in carriera, non avevo idea di che entusiasmo ci sarebbe stato con i tifosi". Per l'armeno questa sfida comincia a essere sempre più speciale.

A tutto Mkhitaryan, tra il bene e il male

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Questo il pensiero dell'armeno, poi, sull'eliminazione dalla Champions: "Solo colpa nostra, probabilmente dopo essere passati in vantaggio a Madrid, e forti dell'1-0 dell'andata, ci siamo rilassati troppo e pensavamo che i problemi fossero finiti. Forse abbiamo sottovalutato l'Atletico e quando hanno pareggiato non sapevamo cosa stesse succedendo in campo. Impariamo da questi errori e andiamo avanti".

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Che allenatore è Simone Inzaghi secondo Henrikh Mkhitaryan: "È vero che ho lavorato con tanti allenatori. Ognuno di loro ha il proprio metodo di lavoro, la sua filosofia calcistica, un approccio unico nel lavorare con i calciatori. Ho imparato molto da tutti. Sì, hai ragione, questo è stato il primo scudetto per me e Simone Inzaghi, anche questa è una bella cosa. Perché questo è il mio quarto titolo da quando sono arrivato all'Inter, prima avevamo vinto la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia, ma il campionato dà un'altra sensazione, soprattutto il primo. Cerchiamo di fare quello che dice l'allenatore, quello che chiede e pretende perché l'allenatore è il primo responsabile".

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