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Prima di Kakà, Aliyu Datti: “Ariedo Braida era stato il mio secondo padre, Paolo Maldini mi voleva molto bene”

Riecco Aliyu....

Campione d'Italia nel 1999, Aliyu Datti ha "liberato" nel 2003 il posto da extracomunitario con cui il Milan ha potuto ingaggiare Ricardo Kakà

Redazione DDD

Sfogliando i vecchi almanacchi del Milan, in quella storica e fortissima rosa del 1998/1999, allenata da Alberto Zaccheroni e laureatasi campione d’Italia a seguito di un incredibile girone di ritorno, troviamo anche il suo nome: Mohammed Aliyu Datti. A portarlo in Italia era stato il Padova, che lo ingaggia nell’estate 1997 a seguito di un viaggio in Nigeria da parte di alcuni suoi osservatori.

Contattato da “Europa Calcio“, l’ex attaccante, ritiratosi nel 2010, ha ricordato il suo periodo trascorso in Italia: "Ora mi trovo in Belgio. Al momento anche qui è tutto chiuso per la drammatica situazione del Coronavirus. Dobbiamo essere forti e restare tutti uniti, e mi dispiace moltissimo sopratutto per quello che è successo e accadendo da voi e in Spagna. Sto frequentando da casa una scuola di francese per imparare meglio la lingua. E ti dico anche una curiosità: qui in Belgio è pieno di italiani, ovunque trovo sempre qualcuno che sa l’italiano. Ma durante l’anno trascorro sempre dei mesi in Nigeria, dove ho aperto e gestisco una scuola calcio. Non è molto grande, ma voglio dare la possibilità ai ragazzi di allenarsi e di crescere. Moltissimi di loro meriterebbero almeno un’opportunità. Ma ti dico di più: io e il mio amico Mohamed Sarr (ex Primavera di Treviso e Milan, ndr) stiamo lavorando su un progetto che comprenda l’apertura di scuole calcio anche in Senegal e Ghana“.

Sul Milan: “Facevo un po’ con la prima squadra e un po’ con la Primavera, dove legai molto con Mirco Gasparetto. Ho ancora impresso il mio esordio in Serie A in quella partita di Bologna: Boban non stava bene e Weah era impegnato in Nazionale. Zaccheroni mi fece entrare nel finale e vincemmo. Lui, Braida, Galliani e gli altri miei compagni di squadra mi fecero i complimenti. Maldini, Leonardo e Weah erano fortissimi. C’era anche Ba, che mi stava vicino e mi aiutava moltissimo. Ma la persona a cui sono più legato è Braida, era come un secondo padre. Purtroppo non ho più contatti con nessuno di quel Milan, ma sarei felicissimo se potessi risentirlo“.

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