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Giallorossi, don Maurizio: amore e Spirito Santo – Laziali, padre Lucio: poesie e sportività

Padre Lucio Maria Zappatore e don Maurizio Mirilli

Maurizio e Lucio Maria: preti da derby della Capitale

Davide Capano

È il giorno di Lazio-Roma e nella Capitale è derby anche tra preti biancocelesti e giallorossi.“C’è il derby e io, ovviamente, tiferò la Roma. Sono romanista perché mi piacciono questi colori che mi ricordano il fuoco, l’amore, lo Spirito Santo. Quindi da prete che posso fare se non tifare la Roma, non posso mica tifare la Lazio?”. Così don Maurizio Mirilli, parroco del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, nel quartiere romano Prenestino-Labicano vicino a Centocelle, in un video per il Sir (Servizio Informazione Religiosa) alla vigilia della stracittadina romana. Tifoso romanista che non passa inosservato ai fedeli per il suo operato come sacerdote ma nei momenti liberi da impegni, che prevedono anche quelli di seguire la “Casa della gioia” inaugurata da Papa Francesco o scrivere libri come il suo ultimo “Un briciolo di gioia… purché sia piena”, alcune volte riesce anche a trovare il tempo per andare a vedere la sua Roma allo stadio.​ Don Mirilli invita anche alla calma per entrambe le tifoserie: “Cari amici laziali, per il derby: divertiamoci! Evitiamo tutte le polemiche, evitiamo la violenza, non facciamo stupidaggini!”, le parole del sacerdote tifoso giallorosso che nel finale trasforma un saluto diplomatico in un allegro scherzo da tifoso: “Vinca il migliore… cioè la Roma!”.

A rispondere in questo derby a distanza è Padre Lucio Maria Zappatore, parroco laziale a San Martino ai Monti. “Sono romano de Roma! E quando la gente mi chiede: ma come, tu romano fai il tifo per la Lazio? E te credo, è la prima squadra della Capitale!”, dichiara il sacerdote conosciuto anche per i suoi versi in romanesco, come quelli raccolti nel volume “All’ombra der Cuppolone!” con poesie dedicate agli ultimi tre Papi, ma anche per aver fatto parlare in romanesco Giovanni Paolo II ad un incontro con il clero di Roma del 2004 quando disse “Dàmose da fa! Volèmose bene! Semo romani”. Nel video per il Sir, il religioso biancoceleste ricorda la goliardia che contraddistingueva i derby del passato, le cui sfide finivano prima in piazza e poi raccontate sulle pagine dei giornali: Tipo mangiarsi gli spaghetti sulla testa dell’avversario”. Erano quasi sempre risate e questo è l’augurio di padre Zappatore anche per questo nuovo derby della Capitale: “Siamo tutti in fibrillazione, ma la cosa importante è non perdere la calma, la tranquillità. Il derby sia un incontro sportivo, focoso quanto vogliamo ma che deve essere dentro il campo dello sport. La violenza è da condannarsi”. Non fa pronostici il religioso laziale perché “portano male”, ma dedica una poesia anche a questo Lazio-Roma del campionato 2019/2020. Di seguito i versi:

Li derby

Quelli d’oggi nun so come ‘na vorta,

che al massimo beccavi n’ombrellata.

Li derby di ‘sti tempi so ‘na sorta

de battaglia, de guerra organizzata.

De botti da sparà ce n’è ‘na scorta,

ce scappa pure qualche cortellata,

che arischi de trovatte a Prima Porta

e nun sapè nemmeno com’è annata.

E pure il gioco nun è più lo stesso.

‘Na vorta se giocava sur velluto,

mò so botte da orbi dall’ingresso.

Ma un fatto devo di’ che m’è piaciuto:

come a li vecchi tempi pure adesso,

c’è l’arbitro che è sempre un gran cornuto!

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