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Il primo esonero non si scorda mai: Walter Mazzarri, riecco l’Inter sulla sua strada

BRESCIA, ITALY - NOVEMBER 09: Head coach Walter Mazzarri of Torino shouts during the Serie A match between Brescia Calcio and Torino FC at Stadio Mario Rigamonti on November 09, 2019 in Brescia, Italy. (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

Vigilia di Torino-Inter

Redazione DDD

di Serena Calandra -

Mazzarri e l’Inter, due poli opposti che smentiscono la regola dell’attrazione. Una ricetta fondamentalmente che non è mai piaciuta al popolo nerazzurro né tantomeno convinto o lasciato il segno in particolar modo. Giunto all'Inter nella stagione 2013-2014 il tecnico granata infatti ha collezionato pochi momenti di estrema felicità e a dire il vero anche pochi record. L'Inter sotto la sua guida partí spedita almeno per la prima stagione ma nonostante l'impressione iniziale, il risultato 0-7 con il Sassuolo e l'entusiasmo per un nuovo inizio, quelli che seguirono furono solo momenti fratturati da tante polemiche, fischi e controversie. Il primo anno chiusosi con una quinta posizione in classifica, 15 vittorie, 15 pareggi ed 8 sconfitte per un totale punti 60, lasciò l'amaro in bocca per una Champions mancata ma soprattutto la consapevolezza di cosa sarebbe dovuta essere la stagione successiva. Gli errori di valutazione, l'atteggiamento arrendevole non furono apprezzati dal popolo interista che ancora oggi non gli perdona la scelta di avere lasciato in panchina il capitano Zanetti nell' ultimo derby della sua carriera.

L'aria tesa, segnata sicuramente anche dalla situazione societaria disastrata, non gli permise di esprimere le proprie idee al meglio e lo condizionò seppur inconsciamente anche nel rapporto con stampa e tifoseria. Sulla base di tale premessa la scelta dell'esonero, l'anno dopo fu quasi inevitabile.

L'amarezza segnò molto il tecnico livornese che forse avrebbe meritato piú di quanto riuscí a raccogliere. L'Inter  per Mazzarri fu il primo esonero della carriera ma anche uno spunto dal quale prendere insegnamento. Perché “un tecnico”- come disse lo stesso – “va giudicato in base alla squadra che possiede”. E se è vero che nella sua inter erano pochi i giocatori sui quali contare (tra Zanetti a pochi passi dall'addio e Icardi ancora acerbo), tanti i problemi da supportare, oggi il suo Toro , libero di indossare una giacca un po piú comoda meno formale, riesce finalmente a dire ciò che a suo tempo, forse era prematuro anche solo pensare …!

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