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Il rigorino e il violino: la Juventus supera la tappa cruciale di Bologna e Prati parla con gli angeli del “catenaccio”

BOLOGNA, ITALY - JUNE 22: Paulo Dybala of Juventus celebrates after scoring his team's second goal during the Serie A match between Bologna FC and  Juventus at Stadio Renato Dall'Ara on June 22, 2020 in Bologna, Italy. (Photo by Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images)

Bologna-Juventus 0-2 e un grande lutto nel calcio italiano

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Un rigorino-Var di Cristiano, una «violinata» mancina di Dybala. La Juventus del doppio zero di coppa ha vinto così a Bologna, tappa cruciale. E’ durata 55’, ha fallito il 3-0 con il Marziano, ha preso un palo con Bernardeschi e poi si è ritirata, per i moccoli bukowskiani di Sarri. Figuriamoci se Mihajlovic può aver paura di una Signora, non importa se sopra di due gol. Niente catenaccio per scelta, zero tiri per limiti: nonostante uno Szczesny dai piedi inguardabili e un Danilo da manicomio (senza trattino, e già da rosso al primo tackle su Juwara). La notizia riguarda il «sorteggio» sarriano. Bernardeschi e Rabiot al posto di Douglas Costa e Matuidi. Ecco, Bernardeschi: un po’ ala e un po’ trequartista in base alle lavagne e al caos, non è stato fuoco amico, per una volta. E’ stato amico, e basta. Al netto del tacco smarcante pro Omarino e del montante scosso. Rabiot, viceversa, lo trovo sempre un parametro sgonfio.

Cristiano Ronaldo subito dopo il rigore dell'1-0 al Dall'Ara

Bello il sinistro di Dybala. Così così Cristiano, spesso colto a invitare i compagni ad avanzare (immagino che qualcuno gli avrà replicato, alla Pesaola: «Ci hanno rubato "la" idea»). E Pjanic? Madama gioca attorno al suo «piattino» destro che, evidentemente, il loggione detesta più dell'impresario. Inserimenti dei centrocampisti? Qualcosina in più. Ma senza esagerare. Dybala, per la cronaca e per la storia, occupa la stessa posizione, di tuttocampista, in cui l’avevo relegato Allegri. Riempire l’area non è un problema, resta «il» problema. Bonucci e De Ligt sono stati all’altezza, e da quattro partite la Juventus non becca gol. Il Bologna ha avuto più birra dai bebé Cangiano e Juwara, entrambi classe 2001, che non da Soriano, Sansone e Palacio. Con Alex Sandro già k.o. l’infortunio di De Sciglio, fin lì tosto eversore di Orsolini, complica il quadro terzini. La squalifica di Danilo viene in soccorso a Sarri: il sostituto, tutti tranne lui.

P.S. Dopo Mariolino Corso, Pierino Prati. Il cielo è goloso di attaccanti. Ai suoi tempi la concorrenza in Nazionale era spietata, da Gigi Riva in giù. Oggi sarebbe titolare inamovibile. Potrà sempre raccontare alle nuvole di aver realizzato una tripletta all’Ajax di Johan Cruijff. Era il 1969, era la finale di Coppa dei Campioni. Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera, Prati. E davano del catenacciaro al Paron. Pierino, ridine con gli angeli.

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