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Mazzarri contro tutti: con lui solo quella voglia veemente di rilanciare il Torino

UDINE, ITALY - OCTOBER 20: Walter Mazzarri head coach of Torino FC reacts during the Serie A match between Udinese Calcio and Torino FC at Stadio Friuli on October 20, 2019 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

L’allenatore granata deve tiare fuori la sua squadra dall’involuzione nella quale sembra essersi cacciata. Per la svolta decisiva la partita con il Cagliari.

Redazione DDD

di Elena Rossin -

Neppure nel peggiore dei suoi incubi Mazzarri avrebbe pensato che quest’anno la stagione sarebbe iniziata maluccio dopo che alla fine della scorsa era riuscito a ottenere che il Torino facesse il record di punti nell’era della Serie A a 20 squadre e dei 3 punti a vittoria, ben 63. Eppure prima la mancata qualificazione alla fase ai gironi dell’Europa League e poi un andamento troppo altalenante lo hanno fatto arrivare alla nona giornata a dover quasi obbligatoriamente battere il Cagliari per scongiurare di essere messo lui in discussione.

Ironia del destino vuole che il Cagliari di Maran, a differenza del suo Torino, stia veleggiando con il vento in poppa: quinto posto, entusiasmo alle stelle, voglia di rimanere nelle zone alte della classifica e complimenti provenienti da destra e da manca per avere una squadra solida e che ha saputo superare le difficoltà iniziali dovute alle due sconfitte casalinghe con il neo promosso Brescia dell’ex presidente Cellino e con l’Inter e gli infortuni del portiere Cragno e dell’attaccante Pavoletti. Maran riesce a gestire una rosa di 27-28 giocatori che lo obbligano a tenere fuori tutte le partite più di un elemento, ma senza che nessuno sia scontento, infatti, in otto gare ha già utilizzato 24 calciatori.

Mazzarri, dal canto suo, le rose troppo ampie non gli garbano e gradisce ancor meno dover impiegare energie per evitare che i giocatori che il campo lo vedono poco o niente con l’atteggiamento possano contaminare e minare il gruppo. Lui è sempre pronto a difendere in pubblico i giocatori, ma in camera caritatis parla loro in modo diretto. E in questa settimana lo ha fatto tantissimo perché vuole far recepire che solo quando un giocatore è al top della forma può esprimere tutto il suo potenziale e che i particolari sono importanti e in partita fanno la differenza così come mantenere la concentrazione dal primo istante all’ultimo in modo da riproporre in campo ciò che si è studiato e provato in allenamento. Solo così si è utili alla causa ed è su questi dogmi che si basano le sue scelte.

Mister Mazzarri sa benissimo che se oggi pomeriggio il Torino non sfodererà una prestazione di livello con il Cagliari sarà difficile conquistare punti e un alto passo falso prima di altre due partite nel giro di sei giorni, tra l’altro con la Lazio a Roma e poi con la Juventus in casa, renderebbe l’ambiente esterno in fibrillazione e scatenerebbe anche all’interno un tutti contro tutti dove ognuno pensa solo al suo orticello senza mettere al primo posto il bene comune con conseguenze facilmente deleterie. Il Torino dopo otto giornate e quattro partite perse tutte con squadre alla portata, Lecce, Sampdoria, Parma e Udinese, si è collocato al decimo posto quattro punti sotto il quinto e quattro sopra il terz’ultimo ed è per questo che la partita con il Cagliari diventa cruciale e senza una svolta repentina a finire in discussione, come avviene sempre in questi casi, è l’allenatore che finisce per pagare anche colpe non sue. Mazzarri le sta provando tutte per rilanciare il Torino, ma adesso dipende tanto anche dai giocatori e da quanto è solido il suo rapporto con loro.

 

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