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Mazzarri tra due fuochi: derby tra una squadra equilibrata e una offensiva

Mazzarri in bilico fra equilibrio e spirito offensivo del Toro

Il derby da cui è atteso Mazzarri nell anuova stagione granata: squadra equilibrata ma anche offensiva per vincere

Redazione DDD

di Elena Rossin -

Coniugare il gioco, la prestazione e allo stesso tempo vincere è la sfida che Mazzarri si è posto con il Torino per portare i granata a un livello superiore.

Mazzarri vorrebbe che il suo Torino vincesse sempre e che giocasse bene perché, come spesso ripete, i risultati sono conseguenza della prestazione. Una cosa che al tecnico del Torino proprio non piace è quando la sua squadra subisce il gioco degli avversari, anche se capita a tratti e se la partita si conclude con una vittoria netta. Lo infastidisce, per usare un eufemismo, anche quando i suoi giocatori non sono concentrati e in campo non fanno ciò di cui sono capaci e che è stato spiegato e provato in allenamento.

Indubbiamente, ma non è l’unico, è un allenatore un po’ maniacale e lo dicono anche i suoi giocatori. Com’è giusto che sia non lascia nulla al caso, infatti, con il suo staff analizza minuziosamente gli avversari e le partite dei propri giocatori in modo che in fase di preparazione della gara possa quasi arrivare a simularla. Nel calcio l’imprevedibilità non può essere annullata, ma si possono prevedere tante cose e questo serve ai giocatori per non farsi cogliere impreparati nelle situazioni di gioco in modo da avere sempre il controllo.

Avere una squadra equilibrata per Mazzarri è molto importante e questo ha in talune occasioni fatto pensare che sia un allenatore che prima di tutto pensa a non subire, impostando il gioco sul difendersi, e poi ad essere propositivo, quindi a pensare di attaccare. Se c’è una cosa che Mazzarri non sopporta è proprio questa perché la sua filosofia del gioco è voler vincere sempre e comunque. Vincere sì, ma usando la testa per non correre il rischio di finire per perdere.

Per questo, ad esempio, nelle due prime partite del Torino di qualificazione in Europa League tenendo conto che l’avversario era fisico, ma con qualità tecniche obiettivamente inferiori ha cambiato posizione a Baselli spostandolo da mezzala con la facoltà di agire anche da trequartista a baluardo davanti alla difesa. Questo è stato dettato sicuramente dalle circostanze, infatti, ha gli stessi giocatori dell’anno scorso, deve far fronte a qualche infortunio e, in più, la metà dei calciatori hanno fatto un riposo estivo più breve per gli impegni con le rispettive Nazionali e, soprattutto, ha saputo all’ultimo di partecipare alla coppa per le note vicende del Milan e l’esclusione del rossoneri.

Ma non solo le circostanze hanno fatto propendere per questa decisione Mazzarri. Al Torino serve un gioco che aiuti di più Belotti, e in generale gli attaccanti, a essere incisivo sotto porta, come si è capito nel corso della scorsa stagione. Allora per permettere ai terzini di spingere di più in fase offensiva e a chi ha il compito di “offendere” di ripiegare un po’ meno in modo da conservare più energie per altro Mazzarri ha arretrato un po’ la posizione di Baselli e chiesto a Meïté di tirare di più in porta e non solo di arrivare sulla trequarti e poi servire i compagni perché avendo la capacità di tirare sia di destro sia di sinistro deve farlo di più.

Nella partita di ritorno con il Debreceni,  non avendo a diposizione Lukic a causa dell’otite e con Rincon arrivato da poco dalle vacanze e senza i novanta minuti nelle gambe, Mazzarri  ha sfruttato la duttilità di Berenguer utilizzandolo da mezzala e facendo giocare Belotti e Zaza insieme. Ovviamente non è poi piaciuto al mister quando nel secondo tempo il Torino si è allungato e i due attaccanti hanno solo cercato la profondità senza riuscire a sfruttarla a dovere perché di conseguenza c’è stata troppa distanza fra i reparti e gli attaccanti erano troppo isolati in avanti e così gli avversari sono riusciti a segnare un gol e a rendersi più pericolosi. Poco è importato a Mazzarri che il Torino già forte del tre a zero dell’andata in casa e dei due gol realizzati nel primo tempo avesse ampiamente il passaggio del turno in tasca perché la squadra a inizio ripresa non è rimasta concentrata e si è  allungata lasciando il gioco in mano agli avversari e concedendo ripartenze. E neppure è importato che dopo il gol subito Belotti e Millico ne abbiano fatti altri due perché ha detto chiaro e tondo Mazzarri: “Quando un portiere con me para tanto vuole dire che la squadra non è andata bene e in questa partita Sirigu ha parato troppo, mentre all’andata non c’era stato neppure un tiro nello specchio”. Squadra equilibrata per essere padrona del gioco e anche molto offensiva per vincere: che derby per Mazzarri!

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