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Dal weekend a casa Gheddafi agli aneddoti di calcio e di tennis: l’inviato poco speciale Daniele Garbo si racconta

ROME - AUGUST 29:  Libyan leader Muammar Gaddafi arrives at the Ciampino airport on August 29, 2010 in Rome, Italy. Gadaffi is on an official two-day visit to Italy for talks with Prime Minister Silvio Berlusconi. The visit also marks the second anniversary of a friendship treaty between Italy and Lybia.  (Photo by Ernesto Ruscio/Getty Images)

Fiocco rosa sportivo nelle librerie italiane

Redazione DDD

Raccontare il mondo intorno a noi è il mestiere di ogni giornalista che si rispetti, ma la vera sfida è saper raccontare sé stessi. Daniele Garbo, ex giornalista Mediaset, una vita spesa tra i campi di calcio e di tennis, mette per la prima volta su carta la storia della sua vita nello sport, fatta non solo di aneddoti ma soprattutto di persone. Il suo libro "Un inviato poco speciale", edito da Edizioni 2000diciassette, sarà presto nelle librerie.

Il racconto di Daniele Garbo, direttore editoriale de Le Bombe di Vlad“Non esagero se dico che questo libro è un “danno collaterale” del Covid-19. Perché senza la pandemia che ha colpito il mondo intero, non mi sarei mai messo a scrivere. Costretto in casa come tutti, in clausura, mi sono dedicato all’ascolto della musica, alla lettura dei giornali, alla rilettura di molti libri (tutti thriller, il mio genere preferito), ho limitato al minimo indispensabile la televisione. Ma a un certo punto è esplosa la voglia di scrivere. Ho scritto così il primo capitolo, quello intitolato “Week end a casa Gheddafi”, una sorta di sequestro di persona durato tre giorni in Libia. Mi sembrava interessante, l’ho mandato a qualche amico e collega per avere un’opinione, possibilmente critica. Le risposte entusiastiche e gli incoraggiamenti ricevuti sono andati ad li là di ogni più rosea aspettativa e mi hanno convinto di essere sulla strada giusta. Ho scavato nei cassetti della mia memoria ritrovando episodi che avevo dimenticato, li ho messi in pagina e quando li ho riletti mi sono sembrati divertenti, oltre che inediti. Ho cominciato a scrivere con regolarità, 4 o 5 ore ogni giorno, ho riletto tutto almeno dieci volte, trovando ogni volta un refuso, un’imperfezione, qualcosa che si poteva dire meglio. E ho limato e corretto e ancora corretto.

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