Ilaria Alesso, giornalista sportiva che ha iniziato la sua carriera con ClassTv ed è arrivata alla corte di DAZN, passando per Sportitalia ed InterTV si è raccontata, parlando anche di temi delicati, come la visione della donna all’interno del giornalismo sportivo:“Ho fatto il liceo scientifico a Milano, inizialmente il mio sogno era quello di diventare ricercatrice e, infatti, il primo anno di università ho fatto biotecnologie farmaceutiche. Dopo poco, però, mi sono resa conto che quella non era la mia strada. Sono passata quindi a Lingue e Letterature Straniere, corso con il quale mi sono poi laureata in inglese e spagnolo all’Università degli studi di Milano “La Statale”. Ma anche lì non pensavo che la mia più grande passione, il calcio, potesse diventare il mio lavoro“.


UNA STAGIONE EMOZIONANTE
Giornaliste in TV, Ilaria Alesso: “Per noi donne nello sport c’è ancora qualche disparità…”
Ilaria non si sente ancora realizzata: "Sto imparando ancora tanto, ho molto molto ancora da fare ed imparare"
Sulla scintilla scoccata per il mondo della tv, questa la risposta di Ilaria a FootballNews24: “Un mio amico, pochi giorni dopo la laurea, mi ha chiamata dicendomi che, nella redazione giornalistica di ClassTV cercavano una stagista e lì per lì ho accettato. Con questa esperienza ho capito cosa volesse dire fare la giornalista, scrivere e solo secondariamente, fare la giornalista televisiva. Anche per l’ambito televisivo è stata tutta una casualità: sempre questo mio amico un giorno era assente da lavoro e la mia ex responsabile mi ha dato l’opportunità di sostituirlo facendomi fare il collegamento e da lì è iniziata la mia avventura. Sportitalia è stata la palestra più grande che io abbia mai fatto, è tutt’ora un palcoscenico molto ambito per tutte le persone alle prime armi e che vogliono fare la gavetta. Qui mi sono trovata ad essere in onda 8 ore al giorno, 6 giorni su 7, conducevo la Serie A ma mi occupavo anche di Serie B. Questa è stata la più grande occasione per me e per l’ingresso in questo mondo lavorativo“.
La passione del calcio da dove nasce? “Mio padre mi ha trasmesso la passione per il calcio, lui è un grande tifoso. Fin da piccola sono abituata a vedere le partite sia da casa che allo stadio e, dal momento che lui registrava le partite più importanti della sua squadra del cuore, anziché vedere i cartoni animati, mi riguardavo le registrazioni delle partite rimanendo affascinata dal verde del campo e dai colori delle maglie. Da lì mi sono sempre documentata ma mai avrei pensato che potesse diventare il mio lavoro. DAZN? È arrivata quest’estate, dopo l’acquisizione dei diritti per il triennio. Sono stata contattata, ad InterTV facevo bene o male le stesse cose che mi sono state richieste tranne il bordo campo 90 minuti su 90, che sto imparando a fare piano piano adesso. Dopo aver valutato le varie opportunità ho accettato con immensa gioia questo nuovo capitolo della mia vita“.
Cosa hai provato la prima volta che hai fatto un bordocampo? "È stato molto emozionante ma una partita non l’avevo mai vista dalle panchine o a bordo campo. Per la prima volta qui a DAZN ho assistito a delle partite bordo campo. La prima volta è stata un Genoa – Sassuolo. Partita pazzesca e ricca di colpi di scena che si sono verificati anche nelle interviste: se inizialmente l’idea era quella di intervistare Scamacca, abbiamo poi virato su Vàsquez, che proprio in quella partita ha segnato il suo primo gol in Serie A. Le donne all’interno del giornalismo sportivo? Quando si arriverà a non parlare più della donna in questo ambito, avremo vinto la nostra battaglia, se ancora se ne parla vuol dire che ancora qualche mancanza c’è. Devo dirti che un po’ di disparità si può riscontrare ma penso che il tutto possa incidere più o meno a seconda della donna che si interfaccia con queste. Chiaro, ci sono cose inaccettabili come quello che è successo a Greta Beccaglia, quella per me è una molestia ed è da denuncia. Per quanto mi riguarda non mi sono mai sentita dire “sai cos’è il fuorigioco?”. Una delle più grandi soddisfazioni è intervistare gli allenatore che ti trattano esattamente come tutti i colleghi uomini”.
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