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di Francesco Quattrone – Quando ti dicono “Lascia stare, hai una certa età” certamente non pensi al nome di Fabio Quagliarella. A gennaio ha compiuto 36 anni, ma lui in campo sembra una giovane promessa con un obiettivo ben...

Redazione Derby Derby Derby

di Francesco Quattrone -

Quando ti dicono "Lascia stare, hai una certa età" certamente non pensi al nome di Fabio Quagliarella. A gennaio ha compiuto 36 anni, ma lui in campo sembra una giovane promessa con un obiettivo ben preciso e chiaro: fare gol. Un attaccante "tuttofare" e imprevedibile, lo possiamo definire così, perchè il Quaglia ama svariare sul tutto il fronte d'attacco e poi ha nel suo repertorio delle autentiche meraviglie da sfoggiare in qualsiasi momento. La dimostrazione ulteriore arriva nell'ennesima doppietta di domenica scorsa. Il segreto? Semplice, lui si diverte e ama il suo lavoro. La Sampdoria con un Quagliarella così non può fare a meno di sognare in grande. Oltre alle sue qualità tecniche si uniscono la semplicità, la pazienza e l'essere sempre pronto a dare una mano. Una seconda gioventù insomma pronta a regalargli ancora emozioni e gol, ma non solo a lui, bensì all'intero calcio italiano.

Il nativo di Castellammare di Stabia è un autentico esempio per i giovani italiani del futuro. Un modello da seguire se si vogliono calpestare palcoscenici importanti ed esaudire il proprio sogno. Fabio risponde a tutti i requisiti che deve avere un giocatore professionista, soprattutto quelli fuori dal campo che alla fine fanno sempre la differenza: serietà, impegno e poche parole. A parlare è sempre e solo il campo, infatti Quagliarella quando vede un cross sa già dove dovrà piazzarla. Un campione "genuino" con dei valori ormai quasi scomparsi, che dovranno ritornare nei giovani per il bene del futuro sia del calcio e non solo anche nella vita. 36 fa rima con 146, i gol in Serie A dell'attaccante napoletano che di certo non vuole mettere dei paletti ma continuare a segnare e far divertire. Giocatore infinito, senso di posizione, capacità di anticipare l'avversario e leggere prima le situazioni, e poi il fiuto del bomber. Una carriera che forse avrebbe meritato di più per quanto sta dando in chiave trofei, magari arrivare in un club come Real Madrid, Barcellona, ecc..., per vincere la Champions League o, perchè no, il Pallone d'Oro. Una premessa va sottolineata: avesse 13 anni in meno, in questo momento si sarebbe realizzato almeno il primo passo.

Ma di certo in A ha dato comunque il suo contributo: tre scudetti e due Supercoppe italiane, ai tempi della Juventus, lì ha in cassaforte. Protagonista, a proposito, in due dei derby più antichi ovvero quello di Torino con entrambe le maglie e quello di Genoa, sponda Sampdoria. Al Torino fece festeggiare la vittoria nel derby dopo 20 anni grazie al suo gol che tutt'ora rimane l'ultima gioia granata nelle sfide contro la Juventus. Uomo simbolo e con rispetto per le sue precedenti squadre, nonostante abbia sempre segnato da ex. Ma ovunque è applaudito, e non è cosa semplice aver indossato due casacche che si "odiano" ed essere comunque rimasto nei cuori dei tifosi, poi anche il trasferimento dal Napoli alla Juventus, ma Quagliarella si fa amare e si dovrebbe solo amare. Ora il passato è passato, non si può tornare indietro, e dunque bisogna evitare l'esclamazione "ah se fossi più giovane", perchè Quagliarella è giovane dentro e vuole far volare la sua Samp.

 

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