ESCLUSIVA

Caridi: “Mantova, quante soddisfazioni col presidente Lori! Che bravo Possanzini! Cremonese favorita per la A”

Caridi: 'Mantova, Bravo Possanzini! Cremonese favorita per la A'
Cremonese-Mantova, il derby lombardo tra Stroppa e Possanzini raccontato in esclusiva dallo storico doppio ex Gaetano Caridi
Vincenzo Bellino
Vincenzo Bellino Redattore 

Quella tra Gaetano Caridi e il Mantova è una storia d'amore durata complessivamente 11 anni e che continua ancora oggi, nonostante Il Mago abbia appeso da un bel pezzo le scarpette al chiodo. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, l'ex vice-allenatore di Pro Vercelli, Siena e Genoa, al fianco di Alberto Gilardino, ha ripercorso i momenti indelebili vissuti con la maglia dei virgiliani, soffermandosi anche sul passato con la Cremonese.

Quello con i grigiorossi, che vedrà protagonisti Stroppa e Possanzini, è il derby più sentito in Lombardia. Cremona è stata una tappa importante della sua carriera: "Due anni è un'esperienza positiva..."

Ma i ricordi biancorossi, la doppia promozione dalla C2 alla B fino alla Serie A sfiorata nel 2006 e i successi ottenuti contro Juve, Genoa e Napoli al Martelli nella stagione successiva, occupano un posto speciale nel cuore dell'ex capitano mantovano: "È stato un periodo in cui la città viveva un’emozione incredibile, un periodo significativo della mia carriera". 

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Caridi, Mantova e il Mantova: un legame particolare...

"Ho un legame particolare con Mantova perché ci ho trascorso tanti anni. È stato un periodo significativo della mia carriera. Ho avuto momenti molto belli da calciatore. Le promozioni in C2 e C1 all'inizio degli anni 2000, la Serie B, l'annata 2005-2006 dove abbiamo sfiorato la Serie A nella finale play-off. Ci siamo tolti tante belle soddisfazioni sotto la guida del presidente Lori, le vittorie contro Juventus, Napoli e Genoa. È stato un periodo in cui la città viveva un’emozione incredibile, e l’atmosfera calcistica era indescrivibile".

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Hai citato il presidente Lori, tu sei originario di Reggio Calabria, un tempo la Reggina aveva il presidente Foti. Come mai, secondo te, oggi è così difficile trovare delle figure imprenditoriali capaci di sostenere storiche società come Reggina e Mantova?

"Rispetto a quegli anni, il contesto è cambiato. Per un presidente, gestire squadre di Serie C e B è davvero complesso, soprattutto perché richiede investimenti significativi, che comportano un impegno economico personale non indifferente. Per questo, diventa estremamente difficile sostenere a lungo una squadra in queste categorie. La situazione in Serie A, invece, è decisamente diversa: ci sono maggiori entrate, più visibilità e un altro tipo di supporto economico, il che rende la gestione più sostenibile.

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"Il presidente Foti è stato per tanti anni alla guida della Reggina, ha creato continuità, facendo molto per la città. Anche il presidente Lori, a Mantova, quando è arrivato ha creato un entusiasmo incredibile e ha costruito squadre importanti per cercare di lottare in alto. È stata una figura importante, ancora oggi riconosciuta in città".

"Ora però Mantova sta cercando di costruire qualcosa di solido, ha una società a modo che sta lavorando bene, senza fare programmi troppo ambiziosi, ma cercando di consolidarsi dopo tanti anni tra mille difficoltà in Serie C e D".

Da allenatore come giudichi il percorso di Possanzini alla guida del Mantova?

"Possanzini ha fatto un grande lavoro in questi anni a Mantova. Non dimentichiamoci che lo scorso anno in C la squadra è stata ripescata e poi ha stravinto il campionato, nonostante nel girone ci fossero avversari importanti come il Padova. L'allenatore ha dato un'identità ben precisa alla squadra e credo che anche quest'anno abbia confermato quanto di buono mostrato lo scorso anno".

Davide Possanzini

"È una squadra che ha avuto delle difficoltà per due mesetti, ma erano delle difficoltà secondo me anche calcolate. Parliamo di una società, di ragazzi che avevano giocato in Serie C e si ritrovano dopo un campionato vinto in Serie B. All'inizio sono partiti sulle ali dell'entusiasmo, dopo hanno dovuto fare i conti con qualche difficoltà, gestita però nel migliore dei modi. La rosa è composta da tanti giocatori emergenti che pur dovendo affrontare un percorso di crescita, hanno dimostrato di potersela giocare con chiunque, motivo per cui va fatto un plauso alla società, al direttore, all'allenatore e anche ai ragazzi stessi".

Il Mantova è momentaneamente fuori dalla zona rossa della classifica. Chi rischia di più la retrocessione?

"Credo che forse, a parte il Cosenza che ha minime possibilità di salvezza, per le altre è un campionato dove ancora tutto è possibile. È dura esprimere giudizi su chi rischia o non rischia. Le ultime partite saranno decisive, anche il Mantova nell'ultimo mese era terzultimo in classifica, ma con due vittorie e un pareggio ha alzato un pochino il livello".

Sarà bagarre nelle retrovie, ma anche ai piani alti. La Cremonese, nonostante una rosa di livello, ha faticato a tenere il passo di Sassuolo e Pisa

"Negli ultimi anni la Cremonese ha fatto investimenti importanti, ha una squadra con qualità e un’identità ben definita. Giocano un calcio propositivo, cercando sempre di costruire gioco a terra. Tuttavia, la continuità dei risultati è stata forse la loro pecca. Attualmente sono quarti, ma bisogna anche dire che il Sassuolo e il Pisa hanno fatto un campionato straordinario. La Cremonese resta comunque una delle favorite per la promozione in Serie A. Ho visto che tra qualche domenica c'è Cremonese-Spezia, se riescono a recuperare qualche punticino in più allo Spezia in queste partite, potrebbero giocarsi addirittura il terzo posto".

Stroppa

A Mantova quello con la Cremonese è il derby lombardo di riferimento o ci sono anche altre rivalità più sentite?

"È sicuramente il più sentito. C'è anche il derby col Verona, ma quello con la Cremonese ha un valore particolare. Ci siamo incontrati tante volte in Serie C, e poi è stato quello che ha segnato la promozione in Serie B (stagione 2004-2005 la Cremonese concluse il Girone A di C1 al primo posto, il Mantova 2° fu promosso in cadetteria, battendo nella finale play-off il Pavia). È il derby di riferimento in Lombardia e sicuramente sarà una bella partita, con entrambe le squadre che giocheranno a viso aperto. Speriamo di divertirci".

Nel corso della tua carriera hai avuto anche una breve esperienza ad Avellino, che la scorsa settimana ha festeggiato la promozione in Serie B

"Avellino è una città fantasticaMi sono trovato molto bene. Facevo parte di una squadra giovane, ma molto forte. Mantengo ancora ottimi rapporti con diversi ex compagni di squadra. Nel nostro spogliatoio c'erano Peppino Mascara, Ciro Polito, Ignoffo, Bucaro, Raffaele Costantino, Dario Rocco e molti altri giocatori eccezionali. Eravamo un gruppo unito, giovane e forte. C'era Umberto Calcagno, era uno dei pochi del Nord (ride, ndr), ma davvero formavamo una squadra solida".

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Dalla promozione dell'Avellino alle speranze della Reggina che sta lottando in Serie D col Siracusa per tornare tra i professionisti

"Spero che la Reggina riesca a vincere il campionato e tornare nei professionisti. È una città e una squadra che merita molto di più. Prima parlavamo del presidente Foti. Ha fatto tanto e non è stato semplice mantenere una società a certi livelli. La città merita un futuro solido, e mi auguro che possano tornare nei professionisti con una società che garantisca continuità".