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Il derby tra Lazio e Roma, un'esplosione di colori, emozioni e passioni che si intrecciano come le strade della Capitale. Un giorno che non conosce uguali, dove la città sembra fermarsi, respirando al ritmo frenetico di ogni attimo che precede il fischio d'inizio. È il cuore pulsante di una rivalità che non si nutre solo di sport, ma di storia, tradizione e orgoglio. Ogni angolo della città, ogni vicolo, ogni piazza diventa il riflesso di un tifo che non ha confini, che non conosce pace fino a quando il risultato non è scritto, fino a quando l'ultima zolla di campo non avrà deciso chi avrà il diritto di alzare la testa e dire "abbiamo vinto".
Eppure, non è solo la vittoria a contare, ma la battaglia. Perché, alla fine, il derby è una dichiarazione d'amore verso una squadra, un'idea, una città che, per un giorno, si divide in due metà opposte, ma legate indissolubilmente da un legame che va oltre la partita stessa. Un derby che non può essere spiegato, solo vissuto. In questo palcoscenico epico, ci sono uomini che hanno lasciato il segno, giocatori che hanno vissuto queste sfide con la stessa intensità dei tifosi. E uno di questi è Stefano Fiore, ex centrocampista della Lazio.
Stefano Fiore, nato a Cosenza il 17 aprile 1975, è un nome che non ha bisogno di presentazioni per chi conosce il calcio italiano. Ex centrocampista, uno dei più talentuosi della sua generazione, ha indossato la maglia della Lazio con una passione e una determinazione che hanno fatto di lui un vero simbolo per i tifosi biancocelesti. Con il suo passo elegante e la sua visione di gioco unica, Fiore ha regalato momenti indimenticabili, tra cui il gol che rimarrà per sempre nel cuore dei laziali: il suo celebre gol nel derby di Roma, un gesto che ha scolpito il suo nome nella storia del club.
Con una carriera che lo ha visto protagonista in squadre prestigiose come Parma, Udinese, Valencia e Fiorentina, Stefano Fiore è il ritratto di un calciatore che ha saputo mescolare tecnica e cuore in ogni partita, in ogni derby. La redazione di "DerbyDerbyDerby.it" ha avuto l'onore di intervistarlo per parlare di quella sfida unica che da sempre infiamma la Capitale.
Ciao Stefano, che ricordo hai del tuo primo derby con la maglia della Lazio?
"Il mio primo derby? Ne ho un ricordo così così, perché non l’ho giocato: ero in panchina. Al di là della sconfitta, ovviamente, c’era tanto rammarico proprio per non essere sceso in campo".
Qual è il momento più emozionante o significativo che hai vissuto in un derby?
"Il momento più significativo, invece, è sicuramente il gol nel derby. Non ci permise di vincere, è vero, ma resta il ricordo più bello: lo segnai sotto la Curva Nord e andai a esultare proprio sotto i nostri tifosi. Un'emozione indimenticabile".
Cosa cambia nella testa di un giocatore nei giorni che precedono questa partita?
"Dipende molto da come è fatto ognuno di noi. Di certo il derby è una partita speciale, una gara che bisogna vincere ma soprattutto non perdere. Ti prepari in modo diverso, soprattutto dal punto di vista emotivo. E qui a Roma ha un valore e un sapore particolare, che la rende unica".
Come vedi le due squadre oggi? Chi arriva meglio al derby secondo te?
"Vedo entrambe le squadre in buona forma. La Lazio sta disputando una stagione straordinaria, mentre la Roma, dopo tante difficoltà iniziali, ha trovato una sua identità con Ranieri. È una squadra forte, con valori già presenti a inizio anno ma rimasti inespressi fino a poco tempo fa. Ora, però, arriva al derby in grande fiducia, con sette vittorie e un pareggio alle spalle. La formazione biancoceleste, invece, forse sta pagando qualche infortunio di troppo e un po’ di stanchezza accumulata, ma resta una squadra solida e competitiva, ancora in corsa in Europa League. Forse avrebbe potuto arrivarci meglio, ma sta comunque bene".
C'è un duello chiave in campo che può spostare gli equilibri della partita?
"Come in tutte le partite, anche nel derby ci saranno tanti duelli. Credo che i giocatori offensivi, da una parte e dall’altra, possano rivelarsi determinanti. In particolare, penso che le corsie esterne saranno decisive: sia la Lazio che la Roma hanno elementi in grado di fare la differenza proprio lì".
Chi potrebbe essere il giocatore decisivo, da una parte e dall’altra?
"Per quanto riguarda i giocatori decisivi, la Roma in questo momento sta davvero bene, ha trovato una propria identità e la considero molto pericolosa soprattutto sui calci da fermo. Attenzione ai saltatori come Mancini, N'Dicka e Hummels, che possono essere letali su palla inattiva. Per quanto riguarda la Lazio, non so se Castellanos rientrerà: pare di sì, ma al momento non è al top della condizione. Come dicevo prima, credo che la partita si possa decidere sulle corsie esterne, quindi dico Zaccagni e Isaksen come uomini chiave per i biancocelesti".
Della Lazio, c'è qualche giocatore che ti ha particolarmente impressionato per le sue prestazioni o per la sua crescita?
"Il giocatore che, a mio parere, ha fatto un salto di qualità importante quest’anno, sia per prestazioni che per continuità di rendimento, è sicuramente Rovella".
Cosa pensi del lavoro di Claudio Ranieri alla guida della Roma? E come valuti il percorso di Marco Baroni con i biancocelesti?
"È indubbio che Ranieri abbia fatto un ottimo lavoro. È arrivato in un momento molto critico, ma ha saputo capire subito di avere a disposizione una squadra buona, forte. Senza inventarsi nulla, mettendo semplicemente ogni giocatore al proprio posto, è riuscito a risvegliare una squadra che aveva già valori importanti. Oggi la Roma è dove avrebbe dovuto essere sin dall'inizio del campionato".
"Per quanto riguarda Baroni, credo che stia vivendo la sua prima esperienza in una grande squadra in modo meritato, e finora ha fatto un lavoro incredibile. Potrebbe diventare addirittura meraviglioso se riuscisse a fare un altro piccolo passo in Europa League, cosa assolutamente possibile, e se centrasse una qualificazione europea, magari anche in Champions. È già una stagione bellissima, che potrebbe diventare ancora più speciale da qui alla fine".
Cosa rappresenta davvero il derby per un tifoso romano?
"Il derby di Roma è una partita speciale, unica. In Italia ci sono tanti derby, ma probabilmente questo è quello che il tifoso romano, romanista o laziale, sente in modo più viscerale. C’è molta importanza, forse anche eccessiva, data al risultato finale, perché la supremazia cittadina, paradossalmente, conta più della posizione in classifica a fine campionato. Personalmente non credo sia del tutto corretto, ma è così: per il tifoso romano questa è la partita da vincere, ma soprattutto, come ho già detto, quella che non si deve perdere".
Ci sono episodi fuori dal campo che ti sono rimasti impressi di quei giorni di derby?
"Come ho già detto, questa partita spesso porta anche a eccessi che non sono certo piacevoli. Ci sono episodi che non dovrebbero verificarsi, e purtroppo succede. Quello che mi ha colpito, però, è che quando c'è il derby, si creano anche divisioni familiari incredibili. Nelle stesse famiglie, infatti, capita che ci siano fazioni opposte: magari i genitori tifano per una squadra e i figli per l’altra. È bizzarro vedere come, nel giorno del derby, a volte ci si 'finga' di non conoscersi, per così dire. È una dinamica abbastanza inusuale."
Tra i tuoi ex compagni di squadra, chi era quello che viveva in maniera più intensa e ansiosa il derby?
"Come dicevo prima, il derby è una partita sentitissima, e soprattutto dal punto di vista emotivo cambia per ogni giocatore. Per quanto mi riguarda, ricordo che Alessandro Nesta, pur essendo un campione straordinario, sentiva particolarmente questa partita proprio per la sua romanità, essendo nato e cresciuto qui. Questo dimostra quanto forti siano le emozioni che un derby può trasmettere, anche a giocatori di grande personalità e talento come Alessandro".
Se dovessi dare un consiglio ai giocatori della Lazio per domenica, quale sarebbe?
"Alla Lazio consiglierei di non ripetere gli errori della partita d'andata, dove un’eccessiva aggressività iniziale ha permesso alla Roma di sfruttare due ripartenze e andare in vantaggio, per poi gestire il match. Dovrebbero cercare di non lasciare spazio alla Roma, che è molto brava nelle ripartenze, con giocatori veloci e tecnicamente abili a sfruttare gli spazi. Consiglio loro di rivedere quella partita e trarne insegnamento".
Pronostico per il match, se dovessi sbilanciarti?
"Per quanto riguarda il pronostico, mi aspetto una partita molto intensa, molto equilibrata, e probabilmente potrebbe anche finire in pareggio".
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