La sfida tra Argentina e Colombia è sicuramente una delle più succulente di questa finestra internazionale. Confrontiamo le due squadre che si sfideranno nella notte tra il 10 e l’11 giugno.
Nazionali
Argentina e Colombia a confronto: sulla carta non c’è partita

Valori ed esperienza a confronto
—Partiamo dal valore di mercato delle due squadre. L’Argentina domina nettamente sulla Colombia in questa categoria. Il totale del costo, ipotetico, dei calciatori di Scaloni raggiunge i 761 milioni di euro. Il più costoso è Julian Alvarez, 100 milioni, seguito da Lautaro Martinez, 95. Negli altri reparti due giocatori della Premier League a trainare le fila: Cristian Romero in difesa, 50 milioni, ed Enzo Fernandez in mediana, 75 milioni. La Colombia è molto lontana dall’Argentina: la rosa dei Cafeteros vale infatti “solo” 280 milioni di euro. Il più caro è Luis Diaz, 70 milioni. Molto lontani tutti gli altri, con il solo Daniel Munoz sopra i 20 milioni: il terzino del Crystal Palace costerebbe infatti 25 milioni.

Per quanto riguarda l’esperienza, anche qui l’Argentina ha senatori con centinaia di partite in nazionale alle spalle. Sicuramente Messi, con 192 presenze in nazionale, ha pochissimi eguali al Mondo. Nella Colombia il primo per presenze nella storia (128) è Ospina: ci sarà anche stanotte, seppur relegato a un ruolo di secondo piano. 114 invece le partite in giallo di James, secondo. Otamendi, secondo dietro a Messi tra i calciatori presenti, ne ha 125. Tanti poi gli argentini oltre le 70 presenze: Paredes, Tagliafico, De Paul e Lautaro. Insomma, Scaloni ha a disposizione tantissimi giocatori di grande esperienza.
Chi della Colombia giocherebbe nell'Argentina?
—Passiamo ad un’analisi ruolo per ruolo: sono davvero pochi i giocatori della Colombia che troverebbero spazio nell’Argentina. Anzi, la maggior parte di loro non figurerebbe nemmeno tra i convocati. L’unico sicuramente capace di entrare nelle rotazioni è Luis Diaz, che sarebbe una bella risorsa anche per i rivali. Per quanto riguarda i giovani promettenti, poi, l’Argentina non ha eguali: Paz e Mastantuono, tra gli altri, rappresentano il futuro non solo dell’Albiceleste, ma del calcio europeo e mondiale in generale.

Chiudiamo infine con il confronto tra i due allenatori, Lionel Scaloni e Néstor Lorenzo. Il primo ha bisogno di poche presentazioni. Ct dei biancoazzurri dal 2018, dopo l’esonero di Sampaoli inizialmente doveva essere solo un allenatore ad interim. I risultati positivi hanno convinto i vertici dell’Afa a confermarlo. Mai scelta fu più azzeccata. Alla prima esperienza da capo allenatore, Scaloni ha vinto un Mondiale, due Copa America e, soprattutto, ha riportato l’Argentina al centro del calcio internazionale. Il tutto a soli 47 anni.

Lorenzo, dal canto suo, è molto più esperto: anche lui ha iniziato comunque come vice, diventando per la prima volta allenatore capo nel 2021, a 55 anni. Era già stato sulla panchina della Colombia, assistendo vari ct, dal 2012 al 2019, ma dal 2022 è responsabile della nazionale maschile Tricolor. Nel suo operato ha diretto la squadra in una sola grande manifestazione, la Copa America 2024. Per lui è arrivato un ottimo secondo posto.
Ora la Coppa del Mondo 2026 aspetta entrambe le nazionali: l’Argentina per difendere il titolo di tre anni fa, la Colombia per tornare a fare la voce grossa anche in una rassegna iridata dopo il fallimento del 2022.
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