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Argentina, un laboratorio di talento: com’è cambiata la Selección dalla vittoria in Qatar

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L'Argentina ha perso Di Maria e si prepara al dopo Messi: i giovani che possono prendersi il futuro della Selección, diventandone il nuovo volto.
Lorenzo Maria Napolitano
Lorenzo Maria Napolitano

L'Argentina sta vivendo il miglior momento della sua storia, calcisticamente parlando. Dalla vittoria della Copa America nel 2021 la rappresentativa di Messi e compagni ha trionfato in ogni competizione in cui ha partecipato, riuscendo anche a ripetersi nel proprio continente. Frutto, questo, non solo dell'eccellente lavoro di Lionel Scaloni ma anche di una generazione dorata. Nel secondo decennio del nuovo millennio, infatti, ciò che a volte è mancato a Messi è stato proprio un supporting cast capace non solo di coadiuvarlo, ma anche di creare occasioni da gol nei momenti in cui la marcatura su di lui era davvero asfissiante.

L'apice della nuova generazione argentina è stato raggiunto con la vittoria contro la Francia, nel Mondiale in Qatar. A Doha le due formazioni hanno dato vita alla finale dei Mondiali più bella di sempre, grazie all'incredibile quantità di talento sprigionato in campo ed ai continui capovolgimenti di fronte che hanno portato la sfida a protrarsi fino ai calci di rigore. Quella sera in campo spiccavano Di Maria, da poco tornato al Rosario Central per vivere l'ultima romantica parentesi della sua carriera, e Messi in stato di grazia; dopo quasi quattro anni da quella sera, l'Argentina si prepara per la nuova Coppa del Mondo negli Stati Uniti, e qualcosa nello scacchiere di Lionel Scaloni sta già cambiando.

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La nuova Argentina

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Dopo il dicembre 2022, l'Argentina ha eguagliato la Spagna degli anni '10 per il triplo successo nella competizione continentale e nella Coppa del Mondo. La Copa America è stata disputata negli Stati Uniti nel luglio 2024, in cui c'è stata la Last Dance del Fideo Di Maria con la maglia Albiceleste. Fortunatamente per lui, un gol di Lautaro Martínez nei tempi supplementari contro la Colombia è bastato per vincere quell'edizione e salutare il suo pubblico nel migliore dei modi. Nell'ultimo atto, però, sia lui che Messi sono usciti dal campo prima del fischio finale, quest'ultimo per infortunio all'ora di gioco.

In campo è stato confermato l'undici sceso in campo contro la Francia appena due anni prima, ma da quel momento è iniziato un lieve ricambio generazionale. Scaloni lo sta sviluppando con pazienza e la qualità dei suoi interpreti gli permette di utilizzare le partite di qualificazione al Mondiale per guardare, studiare e far crescere i giovani talenti argentini, provando ad inserire qualcuno in pianta stabile. La retroguardia, capitanata dal Cuty Romero, sembra intoccabile così come la zona nevralgica del campo, in cui operano Enzo Fernández, Rodrigo De Paul e Alexis Mac Allister, equilibratore del centrocampo argentino.

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Le differenze più significative si vedono prevalentemente in attacco. Perché è lì che bisogna colmare la lacuna lasciata da Di Maria e, soprattutto, raccogliere l'eredità di Lionel Messi. L'attaccante dell'Inter Miami, infatti, tra un acciacco ed un altro non sempre è riuscito a prender parte ai ritiri della nazionale argentina ultimamente. Contro il Brasile, il 26 marzo, la qualità di leader tecnico è stata ricoperta da Thiago Almada, colui che sembra essere destinato a vestire la numero dieci Albiceleste per i prossimi anni.

Quella sera all'Estadio Monumental c'è stata una vittoria schiacciante da parte dell'Argentina, imposta con un sonoro e severo 4-1, in cui sono andati in gol proprio Álvarez, Fernández, Mac Allister e Giuliano Simeone, altra pedina che sarà importantissima nello scacchiere di Scaloni in vista della Coppa del Mondo 2026. La formazione scesa in campo quella sera, con Paredes da volante davanti la difesa, è probabilmente quella con cui il Ct argentino ha idea di presentarsi negli Stati Uniti il prossimo anno.

Una volta archiviato la qualificazione, però, contro il Cile, Scaloni ha provato tanti altri ragazzi dal talento luminoso: tra questi è spiccata la qualità di Nico Paz, grande sorpresa della Serie A con il Como. Il classe 2004 non è stato decisivo con gol o assist, ma i suoi spunti sono stati interessanti e preziosi per tutta la sua permanenza in campo. Il futuro, però, al momento sembra rispondere presente ad un solo nome e cognome: Thiago Almada.

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El Guayo Almada: focus

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Cresciuto a Fuerte Apache, così come Carlos Tevez, Almada è un classe 2001 tecnico, imprevedibile ma soprattutto maturo. Con i suoi ventiquattro anni El Guayo è il principale indiziato per diventare il volto della nuova Argentina, almeno nell'immediato, data l'esplosione del diciassettenne Franco Mastantuono con la maglia del River Plate. Il percorso di Almada prima di arrivare in Europa è stato atipico rispetto a quello di altri giovani talenti sudamericani: cresciuto nel Vélez, si è affermato nella Mls con la maglia dell'Atlanta United per poi tornare in Sudamerica ma con la maglia del Botafogo, con cui ha vinto il campionato brasiliano e la Coppa Libertadores.

Con questo bagaglio è approdato in Europa, al Lione, in cui ha mostrato subito le sue qualità nonostante un periodo di adattamento non semplice. Da gennaio ha collezionato 16 presenze segnando 2 gol e fornendo 5 assist. Statistiche soddisfacenti, ma non è nei numeri la grandezza di questo giocatore: le doti di Almada si percepiscono dal primo tocco di palla, dalla sua capacità di saltare l'uomo con facilità, nella sua incoscienza giovanile che gli permette di osare la giocata e compierla in una frazione di secondo. Inoltre, l'aria della nazionale già l'ha respirata abbastanza dato che era anche lui presente alla spedizione in Qatar, nonostante abbia raccolto pochi minuti.

Non è mancino come i grandi artisti argentini del presente e del passato, ma riesce comunque a disegnare traiettorie dolci e imprevedibili. Insieme al compagno di reparto Julian Álvarez, Thiago Almada ha concrete chance di esplodere definitivamente la prossima estate. A meno che Messi, seppur dall'alto dei suoi 38 anni, non decida che la sua carriera non è ancora tramontata. Danzando, nuovamente, nel più prestigioso palcoscenico mondiale.

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