Per chi è cresciuto con il pallone tra i piedi e sogni di grandezza, Alessandro Del Piero ha rappresentato Genio, Mito e Leggenda.
Un sogno diventato realtà
Dal Vangelo secondo Del Piero: il bambino che immaginava di giocare con Platini
Nelle nostre camerette, con quel poster ingiallito dal tempo, c’era lui, con la maglia numero 10, l’inconfondibile linguaccia e quell’aria sbarazzina che racchiudeva sogni e promesse. “Da grande voglio fare il calciatore, voglio diventare come Del Piero” dicevamo con orgoglio. Quante volte, sui campetti polverosi o nei giardini sotto casa, abbiamo provato a imitare la sua tipica esultanza, quella smorfia che rendeva chiaro il suo godimento e il nostro. Alex era più di un giocatore: era l’incarnazione del sogno.
Fuoriclasse del genere entrano nel cuore non solo per i gol, ma per l’umanità con cui affrontano la vita. Non bastano i trofei per diventare eroi: servono umiltà e determinazione. Così, tra vittorie e dolori, Alex ha saputo rialzarsi ogni volta. Ha vissuto gli infortuni, ha digerito critiche, è sceso agli Inferi e ha riportato la sua Juventus sull'Olimpo, come Ercole con Megara: "Un cavaliere non lascia mai sola la sua Signora".
Ogni partita una nuova pagina da scrivere e una storia da raccontare. Ogni rete, un’emozione. È andato oltre il calcio, lo ha trasformato in poesia. Per chi ha avuto la possibilità di apprezzare e di vivere da vicino le sue gesta, Del Piero è stato un punto di riferimento, il modello per eccellenza che resta anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo. E probabilmente è stato questo il suo trionfo più grande: la capacità di ispirare e lasciare il segno, insegnando che lealtà, onore e passione contano più di qualsiasi altra cosa nello sport.
Valori che nel calcio moderno sono sempre più rari, il che spiega i motivi per cui i giovani d'oggi faticano ad avvicinarsi al mondo del calcio. Ed è qui che entra in gioco la missione della generazione per la quale Del Piero è stato fonte di ispirazione che ha il dovere di tramandare la sua storia.
Una storia destinata a durare nel tempo, perché certi capitani sono per sempre. La storia di un bambino che immaginava di passare la palla a Scirea, a Cabrini, di duettare col suo idolo Platini. La storia di chi è riuscito a tener vivi i sogni, a credere nel potere di quella realtà che si costruisce prima nella mente e poi si realizza nel cuore.
La fantasia non è solo un gioco da bambini, è il ponte che collega il presente all'infinito delle possibilità. In questo, Del Piero ci insegna qualcosa di eterno: che con passione e dedizione i nostri sogni possono davvero prendere forma.
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