ROSSONERI SEMPRE SOTTO SETTLEMENT

I punti fermi del Milan

Uefa - i punti del Milan
Alcuni dati indiscutibili su mercato del Milan, sulla società, sugli ingaggi e sul ruolo del tifo.
Massimo Bambara

Si fa un gran parlare di mercato del Milan adesso che il campionato è terminato. Tuttavia, nelle discussioni generali, vi sono alcuni dati di fatto che devono essere considerati nelle analisi e nella proposizione degli scenari in questo inizio di estate 2024.

Vediamoli nel dettaglio

1) Il Milan, ormai da tre anni, è il club della Serie A che più investe sul mercato nei cartellini dei giocatori. Riesce a farlo, mantenendo il monte ingaggi costante, se non in leggera crescita. Juventus, Inter e Roma, anche in questa prossima sessione estiva di mercato, dovranno operare un mercato a somma zero a causa dell’impatto della loro esposizione debitoria sullo stato patrimoniale del club; di contro, il Milan, per il quarto anno consecutivo, potrà spendere liberamente i ricavi provenienti dalla Champions League, dal secondo posto in campionato e dalla qualificazione alla Supercoppa italiana.

2) La Juventus, l’estate scorsa, ha fatto un mercato a somma zero, riducendo il proprio monte-ingaggi. L'Inter, invece, nell’ultima sessione estiva di mercato, è andata addirittura in attivo sul mercato ed ha, contestualmente, ridotto il monte ingaggi. Non è vero quindi che spendere e vincere sono verbi che vanno a braccetto. Può accadere ma non è assolutamente automatico. L’ossessione di spendere, anzi, a volte può anzi essere un deterrente. Più importante semmai saper costruire una squadra con il giusto metodo.

3) Il bilancio del Milan è arrivato ad una sorta di pareggio strutturale dopo i disastri del biennio 2017-2019, che il club è riuscito a superare soltanto grazie alla forza finanziaria, con conseguenti immissioni di capitale, da parte del fondo Elliott. Tuttavia i disastri del biennio 2017-2019, in cui i costi per gli emolumenti dei calciatori avevano quasi pareggiato i ricavi, sono costati tantissimo al Milan che, nel 2019, ha subito una squalifica dalle coppe per un anno. Ciò ha avuto un inevitabile riflesso sul ranking anche in ottica Champions League. Quando i tifosi del Milan si lamentano della mancata qualificazione della squadra rossonera al Mondiale per Club devono prendere atto che le cause di questa mancata partecipazione sono tutte riconducibili al biennio 2017-2019.

4) Il Milan, per le ragioni sopra evidenziate, nell’estate 2022 ha dovuto sottoscrivere un SA con l’UEFA. Questo accordo impone il pareggio dei conti ed una possibilità di sforamento molto ridotta. Appare evidente come l’impostazione strategica del Milan non cambierebbe anche se la proprietà fosse diversa da quella attuale, in quanto i conti devono quadrare per ragioni pattizie ed un club che ha già subito una esclusione dalle coppe europee per violazione del FPF non può certamente incorrere in altre omissioni o errori.

5) Il Milan è arrivato alla quarta qualificazione consecutiva alla Champions League ed in questi 4 anni ha anche vinto uno scudetto. Nei precedenti sette anni, invece, il Milan non soltanto non si è qualificato alla Champions League ma, addirittura, in tre occasioni è persino rimasto fuori dalla qualificazione all’Europa League (dal 2013-14 al 2015-16). Questi numeri danno la dimensione della storia e del cammino importante intrapreso dal Milan negli ultimi anni. Comprendere da dove si è partiti è fondamentale anche per apprezzare il presente.

6) Il Milan punta a crescere come società, a strutturarsi grazie al progetto stadio che è stato avviato da un po’ di tempo, con importanti impegni di spesa già nel prossimo futuro. L’obiettivo nel lungo periodo è quello di vincere costantemente e non una tantum. L’obiettivo non può e non deve essere quello di non far vincere l'Inter. Quello è un problema che, forse anche legittimamente, si pone il tifoso, ma non può essere un problema per una dirigenza che deve ragionare ad ampio raggio e con un’ottica di lungo periodo e di ampio respiro.

7) L’ultimo punto è forse il più importante perché attiene al ruolo di chi palpita in rossonero. Il tifoso milanista, mai come oggi, deve saper sostenere il Milan, senza mai rinunciare ad esercitare il proprio spirito critico. E per farlo deve sapere che non è possibile giudicare l’attuale società con i parametri di 15-20 anni fa, un arco temporale nel quale il calcio italiano è passato da una dimensione ad un’altra. Tante cose, in questi anni, potevano essere fatte meglio. Alcuni errori si potevano evitare. Ma ciò che conta, alla fine, è il percorso di crescita e di tale percorso le analisi non possono tacere. Facce schizzinose e nasini arricciati è meglio lasciarle a qualche fenomeno del web. Il sostegno e l’amore per la squadra sono l’unico tesoro da proteggere.

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