QUALITA' MA ANCHE EQUILIBRIO

I segnali di Bologna

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Punti di forza e smagliature del nuovo Milan: due aspetti positivi della gara di Bologna (la porta inviolata e l'aumento della qualità delle giocate) e ciò su cui il Milan deve alzare il livello (equilibrio in fase di non possesso e di pressing).
Redazione Derby Derby Derby

di Max Bambara -

La vittoria di lunedì scorso, per il Milan, vale qualcosa in più dei 3 punti in classifica. Ci sono alcuni aspetti della gara del Dall’Ara che rivestono un ruolo estremamente importante per il prosieguo della stagione e che meritano di essere evidenziati in maniera esaustiva, sia per quello che concerne i lati positivi, sia in riferimento alle situazioni su cui la squadra deve migliorare.

Clean sheet. Vincere una partita senza subire gol è significativo, perché si tratta di un dettaglio non trascurabile. Inoltre andare in vantaggio per 2-0 già dopo 20 minuti e riuscire ad amministrare la partita rischiando davvero soltanto in due circostanze, è un merito ascrivibile alla “testa” con cui la squadra è scesa in campo. Dal tema dei gol subiti non si può sfuggire. Se una squadra vuole provare a vincere il titolo in Italia non può pensare di farlo con una strategia di gioco scriteriata sul piano degli equilibri. Quasi sempre, in Serie A, la squadra che si aggiudica il tricolore alla fine del campionato ha la prima o la seconda difesa del campionato. Puoi giocare bene, dare spettacolo, ma se vuoi vincere devi registrare la difesa. Ebbene se c’era un aspetto che destava preoccupazione nelle amichevoli estive, quello erano i gol subiti. Il Milan andava in vantaggio e poi, in qualche modo, permetteva agli avversari di violare la sua porta. Amichevoli, si dirà. Eppure la sensazione generale era di una linea difensiva che concedeva troppo. Il clean sheet di Bologna, in tal senso, è una rassicurazione che, tuttavia, dovrà trovare conferma nelle prossime partite.

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Qualità. Senza dubbio è aumentata la qualità generale. Si tratta di uno di quei particolari che vengono colti ad occhio nudo vedendo giocare la squadra. La facilità degli scambi, delle giocate nello stretto, delle triangolazioni, della varietà di manovra, hanno sorpreso positivamente tantissimi sostenitori del Milan e molti neutrali appassionati di calcio. La squadra rossonera gioca un calcio più libero perché è aumentata la sicurezza dei gesti tecnici. Inoltre il Milan sa di non essere più una squadra totalmente sbilanciata a sinistra. Rafael Leao e Theo Hernandez sono serbatoi di risorse e colpi molto preziosi, ma essere riusciti a vincere senza fare risultare a referto né una rete né un assist di questi due giocatori, è un segnale estremamente importante. C’è però un ulteriore aspetto che non può non essere sottolineato e che inerisce la prima marcatura del Milan. L'azione che porta al primo gol della squadra di Pioli viene iniziata da Pulisic (di sinistro), rifinita da Reijnders (di sinistro) e conclusa da Giroud (di destro). Tutte e tre le giocate chiave in quest’azione (il pre-assist, l’assist ed il gol) vengono effettuate da questi giocatori con il "teorico" piede debole. Ciò dimostra che il Milan non ha soltanto giocatori forti tecnicamente, ma anche elementi in grado di essere poco prevedibili nelle giocate, perché abili nell’uso del cosiddetto “piede debole”.

Equilibrio. Questo è l’aspetto sul quale Mister Pioli dovrà lavorare tantissimo nelle prossime settimane. La squadra è forte, ma non ha ancora equilibri perfetti nelle due fasi di gioco. D’altronde così non potrebbe già essere, avendo il Milan cambiato tre titolari rispetto alla scorsa stagione (Loftus Cheek, Rejiders e Pulisic al posto di Tonali, Diaz e Messias) ed avendo soprattutto modificato il proprio sistema di gioco (passando da un 4-2-3-1 ad un 4-3-3 di partenza che poi, durante la partita, si trasforma spesso in 4-4-2 in fase di non possesso). Sono due le situazioni di campo sulle quali il Milan deve trovare equilibri diversi. In primis quando la squadra rossonera alza il pressing ultra-offensivo. Troppo spesso, in questa situazione, la linea difensiva rimane bassa e ciò crea una evidente spaccatura in mezzo al campo che può portare a repentini cambi di fronte con transizioni mortifere degli avversari (vedi occasione di Lykogiannis dopo 20 secondi); in più sarebbe consigliabile una mitigazione del fraseggio da dietro in situazioni di grande pressione avversaria perché in certi casi il gioco (ossia il rischio che ci si prende) non vale la candela.

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