Ci sono partite che non si ricordano per la qualità del gioco, ma per il momento esatto in cui sembrano cambiare qualcosa. Per l’Inter, quel momento è arrivato al minuto 92, con il gol di Valentin Carboni. Non solo tre punti nel gruppo E del Mondiale per Club, ma un segnale: questa squadra è viva.


l'editoriale
Inter–Urawa Red Diamonds 2-1, Carboni risveglia i nerazzurri: perché il suo gol vale più della vittoria

SEATTLE, WASHINGTON - 21 GIUGNO: Valentin Carboni dell'FC Internazionale festeggia con i compagni di squadra dopo aver segnato il secondo gol della sua squadra durante la partita del gruppo E della Coppa del Mondo per Club FIFA 2025 tra FC Internazionale Milano e Urawa Red Diamonds al Lumen Field il 21 giugno 2025 a Seattle, Washington. (Foto di Mattia Ozbot - Inter/Inter via Getty Images)

La rimonta contro l’Urawa Red Diamonds (2-1) è infatti meno banale di quanto possa sembrare. I giapponesi sono ordinati, intensi, e pungono subito con Watanabe all’11’, dopo una manovra limpida. L’Inter si ritrova a rincorrere, e lo fa senza grande brillantezza. Il primo tempo è sterile, con Luis Henrique che vaga in cerca di idee, e Zalewski ed Esposito che non incidono. Tanto possesso, poca sostanza.
Cristian Chivu, alla prima vittoria da allenatore nerazzurro, capisce subito che non basta il controllo per governare. Serve altro. Così nella ripresa rivoluziona: dentro Mkhitaryan, Francesco Pio Esposito, Bastoni. Poi, lui: Carboni. Un classe 2005 fermo da otto mesi per infortunio, considerato sul piede di partenza. Ma è proprio lui, su una respinta in pieno recupero, a trovare il sinistro secco che ribalta tutto. Il gol che riaccende la luce. Chivu sorride appena. Sa bene che una rondine non fa primavera, ma alcune rondini possono indicare la direzione.
Prima, al 78’, c’era stato il solito Lautaro Martinez a rimettere in equilibrio la partita. Una girata di rabbia e mestiere, figlia di una combinazione con Barella che ha ricordato i tempi recenti di Inzaghi. Ma ora serve andare oltre i ricordi.
Chivu ha un compito complicato: traghettare l’Inter da ciò che è stata a ciò che potrebbe essere. Costruire senza demolire, rinnovare senza tradire. Tocca a lui trovare nuove motivazioni in uno spogliatoio che ha vinto molto e che rischia l’inerzia.
La teoria, però, non basta. Servono giocatori capaci di leggere lo spartito nuovo. Carboni ha mostrato di esserlo. Tocca all’Inter dimostrare di poterlo seguire. La qualità c’è, il coraggio va acceso. La sfida sarà farlo con continuità.. Intanto, in una notte che rischiava di affogare nell’apatia, Carboni ha ridato un’anima.
Il Mondiale per Club, sul piano tecnico, resta un torneo ibrido, disomogeneo, dai ritmi intermittenti. Ma per l’Inter è una grande opportunità: il primo vero banco di prova per Chivu, chiamato non a vincere subito, ma a tracciare una direzione. La vittoria sull’Urawa non risolve nulla, ma regala ciò che più mancava: tempo. E in certe fasi, è la vittoria più importante.
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