DUE MILAN TOTALMENTE DIVERSI

La bufala dell’estate 2023 uguale all’estate 2017

La bufala dell’estate 2023 uguale all’estate 2017 - immagine 1
Nulla di più diverso e distante fra il Milan americano ben declinato da Furlani e Moncada ed il Milan cinese impersonato in Italia da Fassone e Mirabelli
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Redazione DDD Direttore responsabile 

di Max Bambara -

Su tanti organi d’informazione sta trovando cittadinanza una tesi alquanto bizzarra in base alla quale il Milan, il club italiano che sinora ha speso maggiormente sul mercato, stia ripetendo la stessa estate del 2017. In realtà il paragone non regge per almeno tre ordini di motivi che è opportuno analizzare in maniera approfondita.

ASPETTO FINANZIARIO

Il Milan dell’estate 2017 ebbe alla fine di quel mercato un differenziale fra entrate ed uscite vicino ai -160 milioni di euro. Il Milan del 2023, ad oggi, ha un differenziale entrate/uscite di circa -26 milioni di euro (escludendo i bonus delle varie operazioni).

Il Milan di sei anni fa spese soldi che non aveva in cassa, utilizzando un bond sottoscritto alla Borsa di Vienna. L’attuale società rossonera, invece, sta spendendo i soldi ricavati dalla cessione di Tonali e le risorse prodotte dalla partecipazione alla Champions League e dall’aumento dei propri introiti commerciali.

Il Milan del 2017 faticava ad arrivare a 200 milioni di euro di fatturato ed il piano di commercializzazione del brand in Cina proposto dall’A.D. dell’epoca Marco Fassone era destinato ad essere un flop clamoroso; questo Milan rischia invece di superare abbondantemente i 350 milioni di euro di fatturato ed i suoi ricavi commerciali sono in continua e costante crescita.

ASPETTO TECNICO

Sfugge a molti un particolare non secondario: nell’estate 2017, dietro i tanti acquisti, non soltanto non vi era un progetto ma, soprattutto, non c’era un’idea di gioco credibile e moderna. Quella squadra non aveva esterni offensivi abili a creare la superiorità numerica, non aveva giocatori capaci di dare ritmo al gioco ed aveva un solo giocatore capace di conferire fisicità alla mediana (Kessiè).

L’attuale Milan sta facendo esattamente il contrario: su un’idea tecnica di calcio basato sugli uno contro uno, un’idea che Stefano Pioli ha proposto per anni con risultati positivi, la società rossonera ha innestato nel motore nuova fisicità (Loftus-Cheek), geometria e ritmo (Rejinders), ma soprattutto elementi tecnici in grado di saltare l’uomo con facilità e di vincere tanti duelli individuali (Pulisic, Okafor, Chukwueze).

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Se il Milan di Fassone e Mirabelli era una squadra, dal punto di vista strettamente tecnico, monoritmo e poco adatta a dominare le partite a causa della mancanza assoluta di giocatori capaci di portare sopra la squadra con i loro strappi, questo Milan di Furlani e Moncada sta realizzando una squadra completamente opposta, in cui l’imprevedibilità, la fantasia e il talento barbaro sono caratteristiche peculiari ed evidenti.

ASPETTO PROGETTUALE

Ad ora il Milan ha speso circa 90 milioni di euro (considerando solo la parte fissa) per Loftus-Cheek (16), Pulisic (20), Rejinders (19), Chukwueze (20), Okafor (14) e il riscatto di Colombo (1). Fra questi giocatori non vi sono trentenni. Sono tutti elementi relativamente giovani ma con esperienza europea già acquisita (eccetto Colombo). Sono tutti in quella fase della carriera in cui il picco di rendimento deve ancora arrivare.

Il Milan di Fassone e Mirabelli, nell’estate del 2017, scelse invece di investire circa 90 milioni di euro su 3 giocatori dalla rispettabile carriera, ma tutti arrivati nella parte finale della stessa. Si tratta di Bonucci (42), Biglia (19,7) e Kalinic (27,5), tutti giocatori con circa trenta primavere sulle spalle e che dopo aver fallito nel Milan si sono consegnati ad un finale di carriera non propriamente gloriosa.

Di certo, anche analizzando la questione su questo versante, è possibile notare come la linea d’azione seguita dall’attuale Milan americano risponda a dei criteri molto precisi dal punto di vista della progettualità, a differenza del Milan cinese che si è forse fatto tradire dall’ansia di dover dare in pasto nomi pesanti alla piazza, in barba ad una programmazione seria, mirata e coerente.

In sostanza, si possono sostenere tante cose sul Milan attuale e si possono avere anche riserve legittime sull’operato della società. D’altronde alla fine è sempre il campo a giudicare e lo scudetto del mercato non esiste. Tuttavia, ciò che non si può fare è proporre un parallelo fra il Milan americano ed il Milan cinese dell’estate 2017: si tratta di due mondi a parte, due rette parallele destinate a non incontrarsi mai.

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