Editoriale

Un’altra notte da Inter: eliminato il Bayern, ora la storia chiama

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Dopo 90' di ansia, paura e tremori, l'Inter può festeggiare. La squadra di Inzaghi è riuscita nell'impresa di eliminare il Bayern ed ora sognare diventa lecito.
Federico Grimaldi

L’urlo di San Siro ha squarciato la notte europea e ha attraversato l’Europa fino a Monaco. L’Inter ha lottato con il cuore, ha resistito alla forza di una delle corazzate più temibili di Europa, e si è guadagnata con merito un posto tra le prime quattro d’Europa. Contro un Bayern orgoglioso e ferito, i nerazzurri non hanno tremato, rispondendo colpo su colpo, guidati dal carisma di Lautaro, dalla solidità di Pavard e da un collettivo maturo e affamato. È la vittoria di un gruppo vero, di una città che vive di calcio, di un popolo interista che ora sogna ad occhi aperti. La Champions League torna a parlare italiano, e lo fa con voce nerazzurra.

"Pazza Inter"

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In una notte come quella di ieri non esiste appellativo migliore che questo: "pazza Inter". Perché è il caso di dirlo, questa squadra conserva dentro di se qualcosa di straordinario, che la rende un unicum. In due partite ha dimostrato quanto tutto possa cambiare in maniera così rapida. All'andata è passata dal sogno di sbancare Monaco alla paura di perdere, per poi tornare ad urlare di gioia per l'impresa. E, indovinate un po'? Ieri sera l'ha rifatto. Ci si aspettava un inizio pressante e potente da parte dei tedeschi, ma la squadra di Inzaghi è stata brava a reggere l'urto ed è riuscita a tenere, perlomeno al primo tempo. Il secondo, ha dato vita alla vera essenza dei nerazzurri, perché quando tutto sembrava andare per il verso giusto, è arrivato, così senza nemmeno avvisare, il gol dei tedeschi.

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L'Inter è riuscita a ritrovare se stessa e a trovare la forza di fare non uno, ma ben due gol. L'onda dell'entusiasmo che avrebbe dovuto portare il gol di Kane al Bayern, l'ha portata invece a Lautaro e compagni, che in primis hanno trovato la via del pareggio e subito dopo il gol del sorpasso. Ma i bavaresi sono riusciti a ritrovare forza e a trovare la via del pareggio. Ma la squadra di Inzaghi è stata brava a soffrire e a non concedere nulla ai tedeschi. Quando il tiro di Coman all'ultimo secondo è andato fuori, San Siro è esploso di gioia, perché dopo una partita "pazza", l'Inter aveva appena guadagnato la gloria di essere tra le più forti di Europa.

— Inter ⭐️⭐️ (@Inter_id) April 16, 2025

Inter, la maledizione è finita

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Per anni San Siro aveva conosciuto solo delusioni contro il Bayern. Ogni incrocio europeo tra le mura di casa finiva con lo stesso copione: sconfitta, amarezza, senso d’impotenza. Ieri sera, però, quella maledizione si è dissolta in una notte magica. L’Inter ha riscritto la sua storia con orgoglio e coraggio, riuscendo ad uscire indenni dall'incontro con i bavaresi a San Siro e conquistando una semifinale che profuma di leggenda. Non era solo una partita, era una liberazione: il peso del passato è caduto, sostituito da un boato liberatorio che ha fatto tremare Milano. E adesso, guardando avanti, i fantasmi non fanno più paura. Perché l’Inter ha dimostrato di non essere più stregata da nessuno.

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Bayern, le assenze contano ma...

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Nell'ultimo mese non si è fatto altro che parlare ripetutamente dell'argomento infortuni in casa Bayern. I tedeschi hanno perso, nel giro di pochi giorni, giocatori del calibro di: Musiala, Neuer e Upamecano. Ognuno di questi, con un'importanza non di poco conto per ogni reparto del campo. Le assenze si sono sentite sia sul piano del gioco che sulla qualità. Ma come si è visto anche all'andata, il Bayern è stata una squadra viva, che ha saputo colmare i vuoti nei vari reparti riuscendo a dar vita ad una sfida accesa, tesa e piena di emozioni. Gli infortuni hanno pesato, indubbiamente, ma c'è di più.

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L'Inter, sin dal primo minuto dell'andata, ha dato quella sensazione di voler raggiungere le semifinali, a qualunque costo. A differenza, del Bayern, che ha peccato un po' di presunzione, soprattutto all'andata, dove il loro gioco è apparso nettamente inferiore agli standard a cui ci aveva abituato. Solo al ritorno, quando hanno capito il peso della situazione, hanno dato tutto e hanno messo in campo tutte le loro forze, ma non sono bastate. Non sapremo mai come sarebbe andata con Musiala in campo, ma quello che è certo è che la squadra di Inzaghi ha meritato la qualificazione sul campo e su questo non ci sono discussioni.

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Pavard e la legge dell'ex

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65, sono le partite di Pavard con la maglia dell'Inter. Il laterale francese, in ognuna di queste, non ha mai trovato la via del gol. Ieri sera, però, qualcosa è cambiato. Alla partita numero 66 e -forse- in quella più importante da quando è a Milano, è arrivato il momento tanto atteso, confermando ancora una volta quanto sia perfida la legge dell'ex. Si sa, è una regola non scritta che punisce tutte le squadre del mondo. Il difensore dell'Inter non poteva trovare momento migliore per trovare la sua prima rete in Italia e lo ha fatto punendo proprio la sua ex squadra. Non serviva il gol per certificare la bravura del francese, ma in una serata come ieri, serviva tutto l'apporto possibile da tutti per credere nel sogno. Pavard era uno di quelli e, grazie, alla sua incornata, è riuscito a regalare all'Inter quella possibilità di credere ancora in un qualcosa di magico, per non dire storico.

Pavard, giocatore dell'Inter e della Francia

Inter, il sogno diventa realtà. Bayern, regala a Kane un trofeo

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Il Bayern ha dimostrato che è una squadra viva, ma con l'arrivo di Kompany risulta essere ancora un po' acerba, quindi servirà del tempo per vincere anche in Europa. Ma ora, bisogna concentrarsi e guardare al futuro, perché non è tutto finito, anzi. C'è un campionato da vincere e per farlo non bisognerà commettere più passi falsi. Ora che Kane è vicino al traguardo dell'atteso trofeo, servirà attenzione per non commettere gli stessi errori del passato. L'Inter, invece, può continuare a sognare ad occhi aperti. Guai a nominare la parola triplete, ma almeno, fino al 30 aprile, può godersi la gioia di essere tornata nuovamente tra le prime 4 di Europa. Con Inzaghi, i nerazzurri hanno centrato le semifinali per ben due volte negli ultimi quattro anni. Pensate, che nei 40 anni prima di lui, l'Inter ne aveva fatte solo 2. Numeri, che certificano la bravura dell'allenatore di Piacenza e di quanto sia entrato in sintonia con il proprio gruppo. Ora il Barcellona, in una sfida che sa di remake del 2010 e, anche questa volta, ci auguriamo che abbia lo stesso finale.

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