UNA SPINA DA RIATTACCARE

Occasione Jovic

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Il ragazzo si trovava su una traiettoria morta della carriera ma il suo talento è indiscutibile: tocca a lui fare un salto mentale che lo porti a dare continuità alle sue prestazioni
Redazione Derby Derby Derby

di Max Bambara -

Nelle ultime ore di mercato dello scorso 1' settembre il Milan si è aggiudicato le prestazioni sportive del centravanti serbo Luka Jovic. Non era la prima scelta del club rossonero (che aveva deciso di investire una cifra importante sul più quotato Taremi) e non era nemmeno una seconda o una terza scelta. Per qualcuno Jovic potrebbe essere tranquillamente un tappabuchi, ma la storia sportiva di questo giocatore merita una considerazione maggiore. Sarà il tempo a dirci se il Milan ha fatto bene o meno a puntare su questo ragazzo. Tuttavia è opportuno ricostruire alcune fasi della carriera di Jovic per capire come è finito su quella che, finora, è stata la classica traiettoria morta della carriera. Jovic ha 25 anni, ne compirà 26 a dicembre ed è uno di quei classici giocatori che è passato in poco tempo dall’altare alla polvere, per citare una metafora manzoniana.

Era la primavera del 2019...

Soltanto 4 anni fa, tanti organi di informazione scrivevano che il giocatore serbo era in procinto di passare al Real Madrid. Le voci si rincorrevano con sempre maggior vigore, finché d’un tratto, esattamente il 4 giugno 2019, il club spagnolo annunciò sul proprio sito ufficiale di essersi aggiudicato le prestazioni sportive di Jovic, per un corrispettivo di 60 milioni di euro in favore dell’Eintracht Francoforte. Sembrava l’inizio di una carriera scintillante ed invece da quel momento è iniziata una parte oscura della carriera del giocatore serbo. Che cos’è accaduto? Per capirlo bisogna analizzare il contesto in cui Jovic si era messo in luce. A Francoforte c’è un ambiente particolare, molto protettivo verso i giocatori. Non è un top club l’Eintracht e lì i tifosi sono particolarmente caldi. Per Jovic Francoforte è stato un perfetto trampolino sul quale arrampicarsi non con eccessiva fatica. Il problema è che non era ancora pronto per il salto in un club con pressioni diverse.

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Figuriamoci lo shock di passare da una realtà protettiva come l’Eintracht ad un ambiente di squali come quello di Madrid. Servono spalle grosse e un pizzico di malizia. Madrid, d’altronde, non è per tutti. L’età dell’epoca del ragazzo (solo 21 anni) e la sua scarsa esperienza internazionale avrebbero dovuto suggerire maggior prudenza prima dell’approdo nella capitale spagnola. Forse a Jovic avrebbe fatto bene giocare ancora un anno o due in Bundesliga perché avrebbe potuto completare la sua maturazione sia tecnica, sia soprattutto temperamentale. Madrid, per Jovic, è stata un frullatore impazzito, chiuso nel suo ruolo da un campione assoluto come Karim Benzema, uno che anche nelle partite di allenamento fa fatica a lasciare spazio agli altri. Il centravanti, insieme al portiere, è uno dei ruoli psicologicamente più complessi. Se stacchi e lo fai per un lungo periodo, devi trovare poi l’ambiente giusto e le motivazioni più alte per riattaccare la spina della tensione. Non è servito il ritorno a Francoforte, non è stata positiva (ma nemmeno negativa) la sua esperienza a Firenze in cui ha fatto anche buone cose, ma senza imporsi.

Il sacro fuoco di 4 anni fa si è spento ma la cenere continua ad essere ardente perché tutti coloro che hanno avuto modo di vederlo e di giocarci assieme ne parlano in termini importanti. Il giocatore c’è e non ha difetti. Dal punto di vista tecnico è un elemento di prim’ordine. Sa giocare bene con entrambi i piedi e pur non essendo altissimo (1,82) ha un’ottima elevazione. Ha senso del gioco, facilità nell’assist e qualità nelle giocate di prima. Gli manca quella cattiveria che, dai tempi del suo primo approdo in Germania, non si è più vista. Sarà il Milan l’occasione del rilancio per lui? Impossibile saperlo. Ciò che possiamo dire è che stiamo parlando di un giocatore di livello importante. Il lavoro di Pioli dovrà essere essenzialmente psicologico, motivazionale. Il resto toccherà a lui: è forse la sua ultima grande occasione per rilanciarsi, ma il ragazzo è ancora abbastanza giovane per guardare al futuro. Se saprà fare un salto mentale che sinora gli è mancato, i frutti potrebbero essere molto piacevoli.

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