Con una partita alla fine del campionato, la Fiorentinarischia seriamente di rimanere tagliata fuori dall'Europa. La squadra di Raffaele Palladino si è svegliata troppo tardi, si potrebbe dire, guardando ai risultati. Il successo contro il Bologna è arrivato infatti dopo il KO contro la penultima in classifica, il Venezia di Di Francesco. Adesso, l'unica speranza per centrare la Conference League (sarebbe la quarta qualificazione consecutiva, ndr) si chiama Lecce. I salentini devono battere la Lazio e i toscani l'Udinese per far sì che De Gea e compagni possano giocare ancora in una competizione UEFA.
il focus
Palladino, il primo anno a Firenze non è un successo. Fiorentina (quasi) fuori dall’Europa e parte la protesta


Palladino contestato
—Nel frattempo, la Curva Fiesole - il cuore pulsante del tifo viola - si è fatto sentire. Nell'ultima gara casalinga, è arrivata infatti una mini contestazione rivolta a dirigenza e allenatore: Daniele Pradè e Palladino sono finiti nell'occhio del ciclone. La tanto rinomata "ambizione", citata a più riprese dal presidente Rocco Commisso, non si ritrova nei risultati della squadra. Settima in campionato, fuori agli ottavi di Coppa Italia (contro l'Empoli) e stessa fine patita in semifinale di Conference. Eppure, l'avventura dell'ex tecnico del Monza aveva preso una piega inaspettata nelle settimane fra ottobre e novembre, prima del malore di Bove. Otto vittorie consecutive in Serie A è stato infatti un record per un allenatore della Fiorentina. Tuttavia, il gioco ha sempre stentato - sin dall'inizio, quando i Viola rischiarono di uscire ai preliminari di Conference contro la Puskas Akademia - e i malumori per il calcio espresso dal tecnico Palladino si erano già manifestati prima di oggi.

Gli intoppi del percorso
—Non riuscire a battere, nella stessa stagione, né in casa né in trasferta, sia l'ultima (Monza) che la penultima (Venezia) della classifica, non può dirsi proprio un vanto per un giovane tecnico che punta legittimamente in alto. E pensare poi che, invece, tutte le big del campionato - eccezion fatta per la capolista - sono cadute al Franchi: era successo soltanto un'altra volta negli ultimi 50 anni che la Fiorentina battesse Juventus, Inter e Milan in casa nella stessa stagione. Tuttavia, i punti persi con le ultime della classe sono stati troppi. Così come le idee tattiche dell'allenatore, in un continuo limbo fra la difesa a tre, la linea a quattro, i moduli con gli esterni e quelli con un centrocampo a due mediani. Tanti esperimenti, ma anche diversi infortuni: nei momenti clou del campionato, colonne portanti come Cataldi, Adli, Colpani, Gudmundsson, Dodo e Kean non hanno retto il colpo.
E ora c'è aria di contestazione a Firenze

La piazza di Firenze, inoltre, non ha proprio accolto con entusiasmo - per usare un eufemismo - il rinnovo di Palladino, voluto (quasi esclusivamente, ndr) dal presidente Commisso. Il sio predecessore, Vincenzo Italiano, è ancora rimpianto dalle parti di viale Manfredo Fanti e vederlo alzare un trofeo con un'altra squadra, dopo le tre finali perse con la Fiorentina, è stata dura da digerire per i tifosi viola. A novanta minuti dalla fine della stagione, la contestazione è iniziata, per la prima volta in quasi sei anni di gestione Commisso. I tifosi vogliono e chiedono di più: "A cosa serve battere le grandi se poi non riesci ad importi con le piccole?". Sembra essere questo il monito della piazza, stufa ora anche della stessa Conference, coppa che non rispecchia la storia del club gigliato.
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