Ci sono uomini che nascono per vivere, altri per cambiare la storia. E poi c'è Diego Armando Maradona, che non ha scelto: ha fatto entrambe le cose. Un genio ribelle, un eroe imperfetto, un uragano che ha travolto il calcio e il cuore di milioni di tifosi.
PER SEMPRE DIOS
Per sempre Diego
Non si può parlare di Maradona senza sentire un nodo alla gola. Perché Diego non era solo un calciatore: era un'idea, un sentimento, un grido di rivalsa. Era il bambino scalzo di Villa Fiorito, che inseguiva un pallone di stracci sognando di sfidare il cielo. E quel cielo lo ha davvero sfidato, con i suoi dribbling impossibili, con quel sinistro che sembrava disegnare traiettorie divine.
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Maradona era il Napoli e il Napoli era Maradona. Non c'è un legame al mondo che possa essere spiegato meglio di questo. La città degli ultimi, dei feriti, dei dimenticati, accolse il ragazzo venuto dal nulla come un re e lo rese immortale. Il San Paolo era il suo tempio, il luogo dove trasformava i sogni in realtà. Dove un popolo intero, per novanta minuti, dimenticava il dolore e la povertà.
E poi c'è quella partita. Quella contro l'Inghilterra, ai Mondiali del 1986. La Mano de Dios e il Gol del Secolo, l'umano e il divino nello stesso istante. Il tocco di mano, furbo e beffardo, seguito da quella corsa infinita tra gli avversari, come se il mondo intero fosse fermo a guardarlo danzare. In quell'attimo, Diego ha riscritto le regole della bellezza.
Ma Diego era anche l'uomo, con le sue cadute, le sue ombre, i suoi demoni. Un eroe troppo umano per essere perfetto. E forse è per questo che lo abbiamo amato così tanto: perché nei suoi errori vedevamo i nostri. Perché Diegonon si è mai nascosto, nemmeno nei momenti più bui.
La sua morte è stata come un urlo soffocato. Una ferita che ancora brucia. Ma Maradona non morirà mai davvero. Resterà in ogni bambino che tira un pallone in un vicolo, in ogni tifoso che sussurra il suo nome, in ogni anima che crede nei miracoli.
Diego era tutto questo: il sogno, la rabbia, la poesia. E oggi, ovunque sia, immagino che stia palleggiando con le stelle, regalando al cielo lo spettacolo che noi, qui sulla terra, non dimenticheremo mai.
Grazie, Diego. Per sempre.
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