Prima di giocare contro il Palmeiras (e prima di venir cacciato da John Textor), l'allenatore del Botafogo, Renato Paiva, ha tenuto una conferenza stampa in cui si è esposto in maniera del tutto singolare. Oseremmo dire, fuori dagli schemi. In parole povere, il tecnico brasiliano ha affermato che, in seguito allo sviluppo dei media moderni e alla conseguente diffusione capillare dei contenuti via social, si sono creati due tipi di calcio: quello reale e il calcio alla Walt Disney.
mondiale per club
Il calcio “alla Disney” di Renato Paiva e la critica all’analisi contemporanea di questo sport


Il calcio "alla Disney", la critica di Renato Paiva
—"Nel calcio reale - afferma Paiva - devi capire chi sei, contro chi stai giocando e non puoi sempre giocare allo stesso modo. A volte non è proprio praticabile, vuoi per la qualità degli avversari vuoi per il loro assetto tattico. Nel calcio alla Walt Disney, invece, tutti devono attaccare all’impazzata, come se si giocasse da soli senza mai considerare la squadra avversaria", ha analizzato lucidamente e in maniera critica il tecnico fatto fuori dal Botafogo. Poi ha raccontato un aneddoto che illustra ancora meglio il concetto: "Ho incontrato un tifoso - a prescindere da come la pensino è sempre bello confrontarsi con loro - e mi ha detto che avremmo dovuto giocare diversamente. Mi ha detto che se avessimo affrontato l’Atletico Madrid in un altro modo avremmo vinto per certo. Si lamentava del fatto che fossimo stati troppo sulla difensiva. Rispettando la sua opinione, io gli ho chiesto: «Quante volte hai visto giocare l’Atletico quest’anno?» e lui mi ha risposto: «Mai». Ecco, questo è quello che definisco un commento da calcio alla Walt Disney".

"La miglior difesa è l'attacco"
—Considerazioni che ci fanno riflettere e ci portano a citare anche altri mezzi di comunicazione, come Tik Tok e i suoi video brevi, per non dire brevissimi. La maggior parte dei "tifosi" oggi segue il calcio - alcuni anche la propria squadra del cuore - attraverso gli schermi verticali degli smartphone, perdendo così di vista lo sguardo generale. Così, gli spezzoni di gara, i tanto amati highlights, diventano le partite stesse. Ma l'orizzontalità, la visione allargata è fondamentale per capir lo sviluppo di gioco: non si può ridurre il calcio a un reel. In secondo luogo, come afferma a ragion veduta Paiva, non si può sempre e solo giocare all'attacco. "La miglior difesa è l'attacco". Può essere anche vero, ma solo se si è disposti a praticare un gioco schizofrenico e mal orchestrato, dove ogni arrembaggio è buono pur di gonfiare la rete avversaria. E allora finiscono per andare bene solo i match da over 2,5 e gli zero a zero non hanno emozioni da raccontare. Ma non è così.
Il risultato finale non è tutto
—"Stando a quello che dicevano molte persone, dopo aver battuto il PSG avremmo dovuto distruggere l’Atletico. Contro gli spagnoli, invece, cinque minuti prima della fine, abbiamo preso gol e quindi tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento diventa sbagliato. Quello che ha funzionato contro il PSG? Sparito. Questo genere di percezione calcistica è uno dei problemi che dobbiamo affrontare: il risultato finale non può spazzare via tutto quello su cui si è lavorato”, ha proseguito Paiva, provando a gettare luce su uno degli aspetti che condiziona maggiormente le analisi calcistiche. Il risultato al fischio finale non è sempre tutto; a volte, non si avvicina nemmeno alla soluzione. Certo, la storia la scrivono i vincitori, ma l'allenatore carioca, dall'alto della sua esperienza, ci vuol provare a dire di guardare oltre.

The show must go on
—Non esiste solo vittoria o sconfitta, bianco o nero, giusto o sbagliato. Il calcio, come la vita, è un percorso. Spesso è tortuoso, in salita e può sembrare invalicabile, ma non si può sempre pigiare sull'acceleratore. Le squadre brasiliane sono quelle che hanno giocato più partite di tutti in questa stagione, ma questo non è parso un problema per la FIFA, che ne ha riempito il Mondiale per Club a stelle e strisce. Poi, però, i presidenti non ci stanno a fare brutta figura sulla scena internazionale e senza pensare a tutto il lavoro che c'è dietro ad una squadra di calcio, assumono la prima decisione dettata dall'istinto, quella stabilita dal fischietto dell'arbitro. E così, il tendone del circo può sollevarsi di nuovo poiché "The show must go on".
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