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Ronald Koeman, ct dell’Olanda, ha dichiarato ieri in conferenza stampa di non essersi pentito di quanto detto 48 ore prima, quando aveva accusato il Barcellona di aver forzato il ritorno di Frenkie De Jong, allora reduce da un infortunio e ora fuori dal Campionato Europeo a causa di una caviglia malandata.
L'ex allenatore del Barcellona non ha rettificato una sola parola di ciò che ha detto lunedì scorso, il giorno in cui ha riferito che De Jong non sarebbe stato in grado di giocare in Germania. E, per di più, lo ha fatto dopo aver risposto in maniera schietta a un giornalista: "Credo di avere informazioni un po' più privilegiate di voi. Non mi pento affatto di quello che ho detto. Ma chiudiamo la questione. Non entrerò in ulteriori dettagli perché ne ho parlato bene con Frenkie e rimarrà tra noi", ha spiegato.
Alla domanda sull’ipotesi di rischiare De Jong durante l'Europeo se il titolo fosse stato in palio, ha risposto che è sempre stato in grado di "valutare bene il fattore rischio", pur chiarendo che in questi casi dipende anche dal giocatore. "E questo è tutto ciò che dirò a riguardo. Ne ho parlato anche con Frenkie", ha sottolineato.
Koeman ha anche parlato delle aspettative dell’Oland per l’Europeo, dopo la vittoria per 4-0 nelle ultime due amichevoli contro l'Islanda e il Canada: "Non sono preoccupato dell'aspetto della squadra. Pretendiamo molto gli uni dagli altri. Ovviamente ci sono stati due buoni risultati. Otto gol a favore e zero contro, con molti momenti positivi. E in allenamento siamo riusciti a fare molte cose. In questo senso, è positivo.
Il selezionatore degli Orange ha anche toccato il tema dell'evoluzione della tecnologia per quanto riguarda l'analisi dei dati sui suoi giocatori e sugli avversari, dai tempi in cui giocava a oggi: "Non credo che tutto sia migliore ora, ma si hanno più informazioni. Bisogna solo vedere cosa se ne fa. Credo che il proprio occhio sia importante. Ma queste informazioni si portano dietro.
Si possono anche testare i singoli giocatori e da lì si ottengono risultati sulla loro condizione fisica. Sapere tutto non rende felici. Il modo in cui i giocatori si allenano, come si preparano e cosa fanno fuori dal campo è molto migliorato. C'erano buoni giocatori prima e sarebbero ancora molto buoni adesso", ha chiarito.
Infine, non ha specificato se la formazione per la sfida di domenica con la Polonia sarà la stessa delle partite successive: "C'è molta competizione. Possiamo andare in diverse direzioni. Ci sono giocatori che possono giocare in posizioni diverse e dare un'interpretazione diversa. Ho in mente che le posizioni e i giocatori possono cambiare anche durante il torneo", ha concluso.
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