A soli 18 anni, il talento del Barcellona Lamine Yamal ha già un posto tra i migliori calciatori al mondo del momento. Da questa stagione, ha anche l'onore di indossare la maglia numero 10 dei Blaugrana, che fino a 4 anni fa era sulla schiena di Lionel Messi. Di recente, il classe 2007 è stato ospite di José Ramón de la Morena nel podcast Resonancia de Corazón. Durante l'intervista, ha toccato diversi temi come la sua nuova vita e l'esordio in Liga, parlando anche della sua famiglia.
Intervista
Barcellona, Lamine Yamal: “Dopo l’esordio in Liga non riuscivo a dormire”


Barcellona, Lamine Yamal: "La mia vita è cambiata"
—La sua carriera professionistica nel ha avuto inizio pochi anni fa, ma Lamine Yamal ha intenzione di scrivere ancora tante pagine di storia del calcio. Dal giorno del suo esordio ad oggi, ha già collezionato diversi record e ha vinto alcuni trofei tra cui 2 campionati spagnoli nel giro di tre stagioni e l'Europeo dello scorso anno con la Nazionale Spagnola. Il numero 10 del Barcellona, candidato al Pallone d'Oro di quest'anno, è stato invitato da José Ramón de la Morena nel podcast Resonancia de Corazón e ha parlato di diversi argomenti.

"La mia vita è cambiata completamente" dice il classe 2007 parlando degli effetti di essere conosciuto a livello globale. "Prima potevo uscire tranquillamente a bere qualcosa coi miei amici, ma ora non posso più. Ricordo il pre-campionato di quest'estate in Corea del Sud, Giappone e Cina; uscire era impossibile, però sono felice". Poi ha parlato di sua madre, che considera un pilastro fondamentale della sua vita: "Non poteva stare molto tempo con me per il lavoro, ma mi preparava sempre la cena quando la sera rientrava. Ora le ho comprato una casa dove vuole lei. È la mia regina, si merita tutto ed è la persona che amo di più al mondo. Un giorno mi comprò la PlayStation 4, che per me a quel tempo era tutto. Ora gioco molto alla PlayStation 5: ho un amico della Masia che si chiama Bryan con cui gioco sempre e ci divertiamo un sacco. Anche se avessi la villa più grande al mondo, starei sempre nella stanza in cui ho la PlayStation".
Yamal: "Dopo l'esordio, non ho dormito. Mia nonna fu la prima ad arrivare in Spagna"
—In seguito, Yamal ha parlato anche del suo esordio in prima squadra e delle origini della sua famiglia. Della sua prima partita in Liga ha raccontato: "Sono arrivato dalle giovanili, non avevo mai giocato e Xavi non mi conosceva. Quelli di noi che non giocavano si allenavano con la Prima Squadra ed un giorno, in una partitella vinta 2-0, ho segnato e fornito un assist ad Ansu Fati. Óscar, vice di Xavi, mi chiese il motivo per cui non giocassi risposi 'Non lo so'. Da quel momento ho iniziato a giocare nelle giovanili e mi allenavo coi più grandi. Sono stato convocato per la partita contro l'Atlético Madrid ma non ho giocato. Poi ho giocato contro il Betis e sono entrato sul 3-0 con gli avversari con un giocatore in meno. Dopo la partita sono tornato alla Masia e non ho chiuso occhio".
Parlando della sua famiglia, il classe 2007 ha raccontato: "Mia nonna arrivò per prima in Spagna salendo di nascosto su un autobus che partiva dal Marocco arrivando a Mataró. Quando ha iniziato a lavorare ed a guadagnare un po' di soldi, ha pagato una signora per far venire in Spagna mio padre e sua sorella. Mia madre, invece, è venuta qui con mia nonna dalla Guinea. I miei si sono conosciuti qui e poi abbiamo vissuto in case per giovani genitori, ma anche da amici che ci facevano usare una stanza. Quando i miei si sono separati, mio padre è andato a stare dalla nonna, mentre io e mia madre eravamo a Granollers".
Lamine Yamal: "Quando mio padre fu accoltellato, volevo andare da lui. Sul mio 18esimo dico..."
—L'ala destra del Barcellona ha raccontato anche del giorno in cui il padre è stato accoltellato ed è tornato a parlare della sua festa per i 18 anni, che ha ricevuto tante critiche sui social. Le parole sul primo episodio: "Ero in auto con mia cugina ed avevo CarPlay, che collega il telefono agli altoparlanti. Un'altra mia cugina in Marocco mi chiama e mi racconta l'accaduto. Avevo 16 anni e volevo andare subito alla stazione di Mataró per prendere un treno, ma mia cugina non me l'ha permesso e mi ha chiuso in casa. Il giorno dopo avevo allenamento, mio padre mi ha chiamato dicendomi che stava bene, sono andato anche a trovarlo in ospedale ed era rientrato tutto".

Sulle critiche riguardanti la festa del suo 18° compleanno, infine, ha raccontato: "Non sono arrabbiato. Hanno cercato di rovinarla in tanti modi. I giorni prima della festa del mio compleanno, una donna si era presentata con una bugia, dicendo che avevo scelto le ragazze in un modo o nell'altro, e poi c'è stata storia riguardante i camerieri".
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