Da esubero del Manchester City a pedina fondamentale del Chelsea,Cole Palmer, in una lunga intervista a GQ, ha rivelato tutti i retroscena relativi al suo trasferimento in maglia Blues, avvenuto nell'estate 2023 per 47 milioni di euro: "Io non ci volevo nemmeno andare al Chelsea. Mi sono fatto convincere".
LE PAROLE
Chelsea, Palmer: “Io non ci volevo nemmeno andare al Chelsea. Mi sono fatto convincere”
La sua certezza: lasciare il City
Il trequartista classe 2002 ha spiegato il motivo della sua scelta, legato principalmente al poco minutaggio che avrebbe trovato con i Citzens: "Sapevo solo che non avrei giocato quanto avrei voluto. Anche quando andavo nei campi estivi in Inghilterra con gruppi di età più giovani, c'erano giocatori che giocavano in campionato ogni settimana. E ti guardavi intorno pensando: posso giocare in campionato. Quando non giochi, è fastidioso"
I rumors sul suo addio
I rumors legati al suo trasferimento, Palmer confessa di averli vissuti così: "Ricordo che un mercoledì pomeriggio mi allenavo al City e la notizia era 'stanno cercando di trovare un accordo'. Ogni volta che la palla usciva chiedevo al magazziniere se avevano già concordato il compenso. L'accordo si trascinava, come spesso accade, e la maggior parte dei giocatori se ne andava a casa, quindi non ho avuto la possibilità di vederli tutti persone e avvisare che me ne sarei andato. Dovevo solo prendere le mie cose".
Il saluto ai compagni
Palmer, che a causa delle tempistiche legate all'accordo non è riuscito ad incrociare tutti i suoi ex compagni e avvisarli del trasferimento, ha mandato loro un messaggio:"Ho mandato un messaggio alla chat di gruppo, ho detto 'Grazie e tutto. Me ne vado'. Tutto qui". "Ricordo che un mercoledì pomeriggio mi allenavo al City e la notizia era 'stanno cercando di concordare un compenso'", racconta. "Ogni volta che la palla usciva chiedevo al fattorino o al dottore se avevano già concordato il compenso". Ma l'accordo si trascinava, come spesso accade, e la maggior parte delle persone se ne andava a casa. "Quindi non ho avuto la possibilità di vedere molte persone e dire che me ne andavo. Dovevo solo prendere le mie cose". Questa è la realtà mercenaria del calcio ai massimi livelli: niente addii, tranne quelli che si possono dire tramite messaggio. "Ho mandato un messaggio alla chat di gruppo, ho detto 'Grazie e tutto. Me ne vado'. Tutto qui".
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