Cina, corruzione e partite truccate: ecco come Li Tie era arrivato sulla panchina della Nazionale…

L’ex commissario tecnico della Nazionale di calcio cinese Li Tie, arrestato con l’accusa di corruzione, ha confessato mercoledì scorso di aver pagato l’equivalente di circa 400.000 euro per assicurarsi l’assunzione nel gennaio 2020.

Durante la sua confessione, trasmessa dalla televisione di Stato CCTV, il 46enne ha anche affermato di aver contribuito a truccare le partite quando era alla guida di club. “Mi dispiace molto. Avrei dovuto tenere la testa bassa e seguire la strada giusta”, ha detto, ammettendo che “ci sono alcune cose che erano prassi comune negli ambienti calcistici dell’epoca”.

Nel gennaio 2020, quando è succeduto a Marcello Lippi come selezionatore dei Dragoni, l’ex centrocampista dell’Everton, in campo con la Cina al Mondiale del 2002, ha dichiarato che stava realizzando “uno dei più grandi sogni” della sua vita. Per realizzarlo, Li Tie ha spiegato di aver chiesto al team che allenava all’epoca, il Wuhan Zall, di intervenire per suo conto presso la Chinese Football Association (CFA).

Secondo Li Tie, il club avrebbe pagato due milioni di yuan (255.000 euro) in tangenti a Chen Xuyuan, allora presidente della Federcalcio cinese. Li Tie ha anche affermato di aver dato al segretario generale della CFA un milione di yuan (128.000 euro) di tasca propria.

Poco dopo la sua nomina, il tecnico ha convocato in nazionale quattro giocatori del Wuhan Zall che, secondo il presidente della società, “non avevano il livello necessario per essere convocati”. Li Tie non è riuscito a qualificare la Cina per i Mondiali del 2022 in Qatar ed è stato licenziato nel dicembre 2021.

L’allenatore ha anche ammesso di aver contribuito a comprare diverse partite, che hanno permesso alle squadre di seconda divisione cinese, di cui era responsabile, di salire in prima divisione. L’Agenzia cinese anticorruzione ha avviato un’indagine su Li alla fine del 2022, che ha portato al licenziamento di una decina di funzionari della CFA, tra cui l’ex presidente Chen Xuyuan. Chen è stato accusato di corruzione a settembre, avendo ammesso di aver ricevuto ingenti somme di denaro da calciatori che volevano entrare nelle sue grazie.

“Vorrei scusarmi sinceramente con tutti i tifosi di calcio in Cina”, ha dichiarato Tie. Questi procedimenti penali per il calcio fanno parte di una grande campagna anti-corruzione   lanciata dal presidente cinese Xi Jinping. Il governo cinese ha grandi ambizioni per la selezione nazionale, che però rimane al 79esimo posto nel ranking FIFA, la stessa posizione che occupava 10 anni fa.

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