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L'intervista

Mark Clattenburg shock: “Ho pensato al suicidio dopo l’accusa di razzismo dal Chelsea”

Filippo Montoli
Filippo Montoli
L'intervista è stata rilasciata al podcast High Permormance, dove l'ex direttore di gara ha ricordato l'episodio che coinvolse lui e John Obi Mikel
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L'ex arbitro Mark Clattenburg ha rivelato al Podcast di High Performance di aver seriamente pensato al suicidio dopo l'accusa di razzismo da parte di John Obi Mikel. Il centrocampista del Chelsea disse di aver subito commenti a sfondo razzista durante un match di Premier League del 2012 contro il Machester United. Indagato dalla Football Association, alla fine si arrivò alla conclusione dell'insussistenza del fatto.

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Era il 28 ottobre 2012 e in Premier League si giocava Chelsea-Manchester United. Considerata l'importanza del match, la FA ricorse a uno dei migliori arbitri in circolazione, Mark Clattenburg. Terminato con un pirotecnico 2-3, il risultato non fu l'unica notizia dell'incontro. Il Chelsea, infatti, rilasciò un comunicato con cui accusava il direttore di gara di aver fatto commenti a sfondo razzista su due giocatori, uno dei quali si rivelò essere Mikel. Su Clattenburg intervenne FA e Polizia che sospesero l'arbitro per 4 settimane e aprirono le indagini.

L'ex direttore di gara, parlando al podcast di High Performance ha spiegato il momento difficile che ha vissuto in quei giorni: "L'episodio con John Obi Mikel ha influenzato particolarmente me e alla mia famiglia. È stato il momento in cui sono stato più vicino al suicidio. Se non potevo arbitrare più cosa altro potevo fare?". Clattenburg continua: "Ricordo quando presi il telefono e vidi la notifica della notizia del comunicato del Chelsea che mi accusava di razzismo. Sono state le 12 ore peggiori della mia vita. Non riuscivo a dormire, non andavo a letto. Cercavo di ricordare cosa avessi detto ma non riuscivo. Forse era successo in un momento di foga, ma non ricordavo. Questa è stata la cosa più dura. Pensare di aver effettivamente detto qualcosa". Alla fine l'accusa si rivelò infatti sbagliata e Clattenburg, terminata la sospensione di 4 settimane, tornò ad arbitrare regolarmente.

Nell'intervista l'ex direttore di gara inglese ha anche detto quale può essere stato uno dei motivi per cui ha resistito al primo istinto: "Avevo una figlia appena nata. Aveva solo 6 mesi in quel momento". Il Chelsea stesso, terminate le indagini, ha ammesso di essersi pentito di come sono andate le cose e dell'intenso attacco mediatico a cui sono stati sottoposti Clattenburg e la sua famiglia.