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Ricardo Quaresma ha raccontato in un podcast il suo rammarico per il rifiuto dello Sporting Lisbona di acquistarlo. Il fantasista portoghese fa riferimento al periodo appena successivo alla fallimentare esperienza con il Barcellona. Riconoscendo l'errore del suo trasferimento precoce ai Blaugrana, si è voluto soffermare su ciò che realmente lo ha ferito nei primi anni di carriera. Ecco il duro sfogo di Quaresma contro la squadra in cui è cresciuto.
Finita la carriera da calciatore, arriva spesso per molti protagonisti il tempo di ricordare e raccontare cosa andò bene, cosa male e cosa poteva andare diversamente. Questa volta è toccato a Ricardo Quaresma, che nel podcast Geração 80 ha voluto concentrarsi su un preciso momento della su esperienza. Quella dei primissimi anni. Lanciato dallo Sporting Lisbona a soli 18 anni, attirò fin da subito le attenzioni dei big club d'Europa. Tra di essi, anche quella del Barcellona, che infatti decise di acquistarlo. L'esperienza però non fu delle migliori.
A distanza di più di vent'anni, Quaresma ammette l'errore di accettare la proposta blaugrana: "Non mi pento di nulla di ciò che ho fatto, ma questo oggi lo farei diversamente. Ero molto giovane. Sono arrivato al Barcellona a 19 anni e attorno a me avevo Xavi, Puyol, Luis Enrique, Ronaldinho... Potrei dirli tutti. Era favoloso. Sapevo di dover aspettare il mio momento, ma quando raggiungi quel livello così presto pensi di essere già al livello di quei giocatori. Ma non lo ero".
A questo punto arriva la decisione di cambiare aria. Il presidente di allora del Barcellona, Joan Laporta, voleva che continuasse a giocare in Spagna, ma il portoghese voleva tornare a casa, nel suo Sporting: "Volevo giocare di più. Non volevo stare al Barcellona fermo solo per dire che giocavo lì. Ero molto vicino ad andare al Valencia o all'Atletico Madrid, ma in testa avevo una sola cosa. Tornare a casa allo Sporting. Sono cresciuto lì e quando mi hanno chiuso la porta in faccia ci sono rimasto molto male. Avevo fatto sapere di accettare un taglio allo stipendio pur di tornare, ma niente. Allora sono andato al Porto e oggi riconosco che è stata una delle decisioni migliori della mia vita. A molti tifosi dello Sporting non piacerà, ma se è successo la colpa è solo del loro club".
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