Sono passati due anni dall’ultima volta. Domenica 3 ottobre, alle h.16:15 torna il derby barcelones tra Barcellona ed Espanyol, uno scontro che affonda le sue radici non solo nel calcio, ma nella storia e nelle tensioni sociali della città. Mentre il Barça, con la sua identità fortemente catalana, rappresenta l’orgoglio e l’autodeterminazione di una regione culturalmente distinta, l’Espanyol si è definito come il club “aperto” e internazionale, avvicinandosi in epoche passate a simboli più “centralisti” del potere spagnolo.
Derby
Torna Barcellona-Espanyol: sono passati due anni dall’ultimo derby
Derby nella storia
Il clima del derby cittadino risente profondamente della storia della Spagna stessa. Durante il regime di Francisco Franco, il Barcellona rappresentava per molti catalani un baluardo di resistenza culturale e politica, un simbolo di lotta contro un regime che tentava di soffocare le identità regionali. Al contrario, l’Espanyol fu spesso visto come il club che raccoglieva le simpatie dei sostenitori del franchismo in città. Non sorprende, quindi, che questa contrapposizione sia andata oltre il rettangolo di gioco: il derby diventa l’espressione di un conflitto che si rinnova ad ogni sfida, un’opposizione tra tradizione e ribellione.
Derby sul campo
Sul campo, la differenza di successi è abissale: da una parte il Barcellona, gigante del calcio mondiale, con una bacheca colma di trofei nazionali e internazionali, da l’altra l’Espanyol, che pur avendo una storia rispettabile, ha vinto molto meno. Ma ciò non toglie intensità ai loro scontri diretti: ogni vittoria dei biancoblù assume un valore simbolico ai limiti dell’eroico. Celebre è il “Tamudazo” del 2007, quando un gol di Raúl Tamudo per l’Espanyol costò al Barcellona il titolo, consegnandolo ai rivali del Real Madrid. Un evento che i tifosi dell’Espanyol ricordano ancora con fierezza.
Il fair play tra i due club
Nella storia di questo derby non mancano i momenti di sportività e rispetto, come quando Andrés Iniesta, dopo aver segnato il gol decisivo per la Spagna nella finale del Mondiale 2010, dedicò la sua rete a Daniel Jarque, l’amico e capitano dell’Espanyol prematuramente scomparso. In quell’istante, i colori e le rivalità si fusero in un gesto che andava oltre il calcio, rappresentando l’anima di una città divisa ma al tempo stesso unita.
Il derby di Barcellona rimane quindi un simbolo complesso: non è solo la lotta dei “cugini poveri” contro i “cugini ricchi”, ma il racconto di una città divisa in anime diverse, che domenica tornerà a pulsare a ritmo di derby.
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