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Italia-Norvegia, una rivalità che ha qualcosa da raccontare: le 5 immagini della sfida

Italia Norvegia Uefa U21
Dalle Olimpiadi 1936 alla debacle azzurra di Oslo, fino alla rete di Christian Vieri. Nonostante Italia - Norvegia non sia una rivalità particolarmente storica, le due squadre hanno regalato momenti rimasti nella storia del calcio.
Mattia Celio
Mattia Celio Redattore 

Domani sera allo Stadio San Siro di Milano andrà in scena Italia-Norvegia, ultima partita del girone di qualificazione al prossimo Mondiale. Una sfida che, sulla carta, non ha molto da dire con gli ospiti già sicuri del posto alla prossima Coppa del Mondo. O meglio al 99,9% dato che la squadra di Gattuso per avere la qualificazione diretta dovrebbe vincere minimo 9-0. Italia e Norvegia non hanno dato vita ad una grande rivalità nel corso della loro storia eppure non mancano i momenti rimasti, nel bene e nel male, negli annali del calcio. Rivediamo i migliori 5 momenti di questa sfida.

Italia-Norvegia, i 5 momenti iconici di questa sfida

1. La semifinale dell'Olimpiade 1936: Italia campione olimpica con una squadra di...universitari

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La medaglia d'oro conquistata dall'Italia ai Giochi Olimpici di Berlino del 1936 è il secondo capolavoro di Vittorio Pozzo. Un traguardo prestigioso quanto imprevedibile. Il Commissario Tecnico allestisce in poco tempo una squadra composta da studenti universitari che, in buona parte, non hanno mai calcato i campi della Serie A. Una banda di ragazzini allegri e incoscienti, privi di esperienza internazionale, età media 21 anni, che si calano nell'avventura olimpica con entusiasmo e serietà da veri professionisti. Pozzo chiede loro dedizione assoluta e onore alla maglia e alla fine viene ripagato nel migliore dei modi.

L'Italia vincitrice dell'Olimpiade 1936 (Fonte FIGC)

Sulla strada per la conquista dell'oro olimpico, l'unico della storia, gli azzurri incontrano la Norvegia nella semifinale. E' il 10 agosto e il campo di battaglia è lo Stadio Olimpico. Direttore di gara è l'ungherese Paul von Hertzka. La squadra di Pozzo parte forte e riesce a sbloccare il risultato dopo soli 15 minuti grazie ad Alfonso Negro, ala della Fiorentina. I nordici reagiscono nella ripresa e trovano il pareggio al 58' con Arne Brustad. Dopo i 90 minuti la partita termina 1-1 e dunque servono i golden gol. Chi segna per primo vince ed è l'Italia a trovare la strada della porta con il "dottor Sottile" Annibale Frossi al 96'. Militante nell'Aquila era famoso perché giocava indossando gli occhiali a causa della sua miopia. Dopo quell'Olimpiade passò all'Ambrosiana Inter.

2. Ottavi di finale Mondiale 1938: l'inizio della cavalcata verso il secondo trionfo consecutivo

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Due anni dopo l'Olimpiade, Italia e Norvegia si ritrovano nuovamente l'una di fronte all'altra. Questa volta il luogo della sfida è lo Stadio Velodrome di Marsiglia e la posta in palio è l'accesso ai quarti di finale del Mondiale. La storia, curiosamente, sembra seguire lo stesso copione di due anni prima. Curiosamente, infatti, gli azzurri si portano subito in vantaggio ma questa volta impiegano solo 2 minuti. Marcatore è Pietro Ferraris.

Come nella sfida di Berlino, i nordici trovano il pareggio nella ripresa a pochi minuti dal 90' ed a riportare la situazione in parità è ancora una volta Arne Brustad e fino al fischio finale il risultato non cambia. Occorrono dunque i tempi supplementari. Dopo solo 4 minuti l'Italia si riporta in vantaggio con il bomber Silvio Piola. Dopo il gol subito la Norvegia prova in tutti i modi a pareggiare ma gli azzurri resistono e conquistano così i quarti del Mondiale, chiuso alla fine con la conquista della Coppa Rimet. La seconda consecutiva.

3. Qualificazioni Europei 1992: un 5 giugno nerissimo per gli azzurri... anche per l'Under 21

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Come si sa lo sport è anche sconfitta. E allora ecco l'Italia di Azeglio Vicini. Dopo il doloroso bronzo ai Mondiali in casa, gli azzurri sono ora impegnati nella qualificazione agli Europei 1992. Nel girone l'avversario più ostico sulla carta è l'Unione Sovietica ma nel calcio, è risaputo, gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo e questa volta prende il nome di Norvegia. Il 5 giugno 1991, l'Italia vola ad Oslo per partita valida per la 5^giornata. Dopo i due pareggi contro Ungheria e URSS e le due vittorie contro Cipro e i magiari, gli azzurri devono necessariamente vincere per continuare la lotta al primo posto ma la situazione prende subito una brutta piega.

La Norvegia si porta in vantaggio dopo solo 4 minuti con Tore André Dalhum, bravo a sfruttare un rimpallo da calcio d'angolo, e dopo 20 minuti trova addirittura il raddoppio con Lars Bohines, protagonista di un'azione solitaria in cui dribbla Franco Baresi. La squadra di Vicini accusa il doppio colpo e non reagisce. Nel secondo tempo l'Italia si fa più viva ma accorcia le distanze solo al 77' con Totò Schillaci, che colpisce di testa su cross di Lombardo. Per l'eroe di Italia '90 sarà l'ultimo gol in Nazionale.

Nei successivi 15 minuti l'Italia non riesce a pareggiare e con il KO clamoroso complica la qualificazione ai prossimi europei che alla fine non arriverà. Sarà l'URSS a volare in Danimarca. Ma non finì lì: poche ore prima, l'Under 21 venne travolta 6-0 dai pari età norvegesi. Un'umiliazione che costò quasi la panchina a Cesare Maldini. Un 5 giugno completamente nero.

4. USA 1994: l'Italia perde Baresi ma vince in 10 uomini

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Italia - Norvegia si ritrovano dopo anni di nuovo contro in una fase finale del Mondiale. Questa volta ad USA 1994. Entrambe sono chiamate a riscattare i KO della prima giornata rispettivamente contro Irlanda e Messico. Chi perde è quasi certamente fuori. La partita vede un colpo di scena già dopo 20 minuti, quando Leonhardsen si presenta solo davanti a Pagliuca che gli esce incontro, scivolando fuori dall’area e ribattendo, in caduta, con una mano. Espulsione calvinista. Sacchi, per mettere in porta Marchegiani, toglie contro ogni pronostico Roberto Baggio.

Nonostante ciò, l'espulsione carica gli azzurri che si rendono molto più pericolosi dei nordici ma pochi minuti dopo l'inizio della ripresa devono fare i conti con un'altra sfortuna. Molto più grande: l'infortunio di Franco Baresi. La squadra di Sacchi sembra accusare il colpo, non riesce a giocare fino a quando Beppe Signori si procura un prezioso calcio di punizione. Sul cross il più lesto è l'altro Baggio, ovvero Dino, che stende Thorstvedt con una sassata secca.

L'Italia avrebbe altre occasioni per raddoppiare, prima con Signori poi con Massaro. Poi torna a farsi vedere la Norvegia che a 4 minuti dal termine trova il pareggio con Rekdal il cui gol viene però annullato per fallo di mano. Alla fine, dopo una grande sofferenza, l'Italia si porta a casa il risultato che sarà poi determinante per il passaggio alla fase ad eliminazione diretta. Cammino che, come sappiamo, si concluderà con quel maledetto rigore di Roberto Baggio nella finale contro il Brasile.

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5. Francia 1998: l'esuberanza fisica di Vieri ci porta ai quarti di finale

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Quattro anni dopo Italia e Norvegia si giocano una posta molta più alta: la qualificazione ai quarti di finale. Come nel Mondiale del 1938. La curiosità legata a questa partita è che si disputò nella stessa città, nello stesso stadio ed entrambi i match erano validi per gli ottavi di finale della Coppa del Mondo. A distanza di 60 anni sicuramente una coincidenza davvero particolare.

All'inizio è la Norvegia che impone il suo gioco, senza però creare azioni pericolose, ma l'Italia si dimostra attenta e alla prima occasione colpisce. O meglio... alla seconda. Un gol nato secondo un copione già sperimentato, addirittura identico alla prima azione della partita, quando Vieri, lanciato da Di Biagio, aveva fallito di un soffio l’aggancio col piede destro. Lo schema viene ripetuto al 18′, con il romanista che recupera palla e lancia in verticale sul centravanti, accompagnato con gentilezza da Eggen, fino al momento di battere a rete, incrociando benissimo di destro, con l’incolpevole Grodas battuto.

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Italia sveglia ma allo stesso tempo brutta. Come se aspettasse il momento giusto per colpire per poi chiudersi e attendere l'avversario. Come nel primo tempo, anche nella ripresa sono i nordici a rendersi pericolosi: sul cross di Mykland, Flo salta più alto di Bergomi ma Pagliuca si fa trovare pronto e para in qualche modo il suo colpo di testa. Ultimo quarto d’ora da assalto al fortino, con l’Italia ancora e sempre zoppa a sinistra, dove Maldini junior fatica da morire e Chiesa deve improvvisarsi difensore. Quando Heynemann fischia la fine, la quota italiana del Vélodrome tira un lunghissimo sospiro di sollievo.