INCAPACI DI DIRIMERE

CAPU…T DERBY – I Senza Memoria

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La lezione del caos arbitrale dell'ultimo Inter-Juventus tra dubbi spacciati per certezze e recriminazioni che dimenticano sempre il passato

Redazione DDD

di Giovanni Capuano -

Che una sfida tra Inter e Juventus si trasformasse in un affare di Stato tra accuse e veleni, non era nemmeno quotato dai bookmakers. Si fa prima a chiedere quale derby d'Italia della storia non sia finito in caciara e il rischio è che si fatichi a trovarne traccia, dagli anni Settanta fino ad arrivare ai giorni nostri. Impossibile andare oltre e coltivare il senso della memoria che è quella dote straordinaria che consente di vedere gli errori (se e quando ci sono), contestualizzarli nel momento in cui accadono perché non tutti hanno lo stesso peso e, infine, rifiutarsi di credere di esserne sempre vittime e mai beneficiari.

Inter e Juventus, invece, sono così: senza memoria

Condannate in eterno a rinfacciarsi torti e favori e incapaci di concedere il beneficio del dubbio e dell'errore a chi da decenni prova a dirimere le loro controversie. Sul tocco/non tocco di Rabiot e sul braccio di Vlahovic c'è una sola certezza e cioè che due arbitri in sala Var sono rimasti fermi quattro minuti per cercare di dare concretezza alla sensazione evidente che il gol andasse annullato. Hanno ritenuto di non averla trovata. Punto. Giusto? Sbagliato? Ognuno si tenga la sua idea evitando possibilmente di accusare chiunque di malafede o di pretendere di buttare a mare la tecnologia applicata al calcio solo perché sfavorevole in questo episodio.

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Un episodio. Non tutti. Perché la caratteristica dei 'Senza memoria' è quella di dimenticare ogni volta il resto per presentarsi ad esibire il proprio dossier e mettere su la faccia dolente di chi non vorrebbe ma si lamenta, giura di non averlo mai fatto e viene puntualmente smentito. I 'Senza memoria' abitano a Milano e Torino e in tutti gli spogliatoi, stadi e società. Un teatrino a tratti insopportabile per quanto comune anche ad altri campionati e non solo nostro. Meglio Chiffi e quelli che vanno in campo a chi a turno si traveste da 'Senza memoria'. Meglio Mazzoleni e chi come lui, avendo davanti una come tutti, si prende l'onere di decidere sapendo che, qualsiasi cosa faccia, troverà sempre qualcuno pronto a rinfacciargliela. E a non prendere nemmeno in considerazione che si possa aver agito in buona fede e con competenza.

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