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di Giovanni Capuano -
GRIGLIA DI INIZIO ESTATE
di Giovanni Capuano -
Siamo a metà strada nella lunga estate del calcio: 33 giorni fa a Istanbul l'Inter sfiorava l'impresa contro il City di Guardiola, fra 37 partirà un campionato di Serie A che ad oggi appare senza padrone. E’ vero che poi ci sarà ancora spazio e tempo per il mercato, ma l’ultima stagione insegna come gli scudetti non si vincano ma si possano cominciare a perdere anche nel cuore dell’estate.
E’ il tempo dei sogni e delle cazzate
Il tempo in cui tutti si riempiono di promesse e nessuno accetta il ruolo per cui è pagato. Nel caso di specie, nessuno accetta di mettersi in prima fila per l’obiettivo grosso che è il tricolore. Tutti campioni di distinguo e frasi fatte, nascosti dietro il paravento di un mercato ancora inespresso perché a tanti non è riuscita (ancora) l’impresa più difficile che è quella di vendere prima di potersi mettere in fila per comprare. Malgrado questo, con un po’ di lucidità e coraggio il maschio alpha della Serie A si può identificare. Ha un nome e un cognome facile e risponde a quello del Napoli campione uscente e che fin qui ha perso allenatore e direttore sportivo ma tenuto praticamente tutto il resto. E’ uguale a se stesso e se la cavalcata dell’anno scorso non è stata frutto del caso, ha un vantaggio ancora enorme sulla concorrenza.
Poi? L’Inter promette di essere l’antagonista anche se a Inzaghi – tanto per cambiare – hanno venduto fin qui mezza squadra titolare seppure con sostituzioni interessanti. Però tutto ruota intorno a Lukaku: se torna bene, altrimenti si apre una voragine non solo tecnica. E anche la questione portiere è un gigantesco ‘se’, che diventano troppi per fare, come tanti fanno, l’operazione di spingersi a considerare oggi l’Inter come la più forte.
Il Milan appare ad oggi più debole di un anno fa, tra cessioni e infortuni, e parte dal quinto posto. La Juventus è un enorme ‘boh’, un cantiere aperto in cui si vede ancora poco di cosa verrà su: ingiudicabile. Restano le romane che si stanno muovendo come tradizione a fari spenti ma non per questo, nell’inutile griglia di metà estate, non si candidano a un ruolo da protagoniste ricordando, però, che partono da lontano rispetto ai campioni in carica. Che, dunque, si devono prendere sulle spalle l’onere e il carico di essere i veri, grandi, favoriti per il prossimo scudetto. Il vantaggio nei confronti della concorrenza appare enorme, se non parte Osimhen quasi difficile da colmare.
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