Egitto e Francia a valanga

Ex Serie A – Salah e Traorè sugli scudi, Antov in serata-No!

Matteo Murru

Non è facile comprende la parabola di Eran Zahavi. La sua carriera è un cubo di Rubik. Poteva essere l’ennesimo colpo da novanta di Maurizio Zamparini ma così non è stato. Cresce nell’Hapoel Tel Aviv e si destreggia a suon di gol. Classe sopraffina e piede che dire educato sarebbe un eufemismo. Arriva a Palermo e va ad arricchire una rosa che già dispone di personaggi come Miccoli, Ilicic, Abel Hernandez e Mauricio Pinilla, ma il fiore non sboccia nonostante un inizio a dir poco promettente. Soltanto due gol in maglia rosanero prima del ritorno in Israele. È qui che viene il bello. Perché si, il campionato israeliano non sarà la serie A, così come non lo è la China Ligue One, ma la raffica di gol che mette assieme Eran negli anni post-Italia è impressionante. In Cina gioca 5 stagioni e arriva a 91 centri in 106 gare. Con il Maccabi Tel Aviv, squadra dove milita tutt’ora, viaggia alla media di due reti ogni tre gare. Numeri da capogiro. E anche nelle due stagioni olandesi con la maglia del Psv, ha sempre centrato la doppia cifra. Vien da se, che il periodo grigio della carriera di Eran, rimane proprio la parentesi sicula. Proprio il classe ‘87 è andato segno per la sua nazionale nel match perso contro la Romania per 1-2. Una sconfitta che fa male e che tiene i primi due posti del girone fermi e saldi nelle mani di Romania e Svizzera.

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