GLI SPURS METTONO ALLA PROVA IL PROGETTO MILAN

TACKLE DURO – Il derby dei media su Pioli che si gioca il Milan

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Il derby dei media su Pioli che si gioca il Milan

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

È il calcio, bellezza. La differenza tra una palla che esce o che entra, i centimetri, il palo di Niang, la stagione che può essere storica ed esaltante o che invece puà essere quella dei campioni d’Italia che hanno fatto flop, perché giovani e incapaci di gestire il successo. È tutto tremendamente sul filo, un equilibrio sopra la follia, ma tant’è: il circo mediatico è pronto a esaltare il Milan di Pioli o a mandarlo all’inferno l’allenatore, e tutto dipende da una sola, stupida, inutile partita di uno stupido sport. Il Corsport infatti parla di un Milan a Londra spinto da 20 milioni di motivi e con Giroud che ha la febbre e mette l’Europa a rischio, visto che non c’è neanche Ibra andarsi a giocare la gara della vita con Origi e Rebic non è il massimo. Anche perché, inutile girarci intorno, al Milan è il mercato che non ha dato spunti in questa stagione, anzi, più spine che rose, nella rosa. A cominciare dal belga Charles De Ketelaere, ma non per i 35 milioni spesi per lui, non tanto perché ancora è a quota zero fra gol e assist, nemmeno perché non segna da aprile 2022. De Ketelaere sta dando un apporto scarso alla causa perché non sta riuscendo a ripetere i numeri fatti col Brugges, e non è una cosa da poco: il Milan ha già aspettato Tonali, ovvio che sperassero di avere meno problemi con il talentuoso giocatore che, dicono tutti, a Milanello “fa vedere cose pazzesche”, salvo poi in campo smontarsi come la panna lasciata al sole.

Si riprenderà, ma deve darsi da fare

In generale la questione CDK porta però a prendersela con Maldini e Massara per il mercato dei campioni d’Italia, come minimo sbagliato e a QSVS non lo fanno passare inosservato: solo Thiaw merita la sufficienza, per il resto ci sono tanti nomi che non meritano il 6: oltre al belga abbiamo Dest, Pobega, Vranckx, Adli e Origi. Certo, qualcuno ha anche giocato poco e, probabilmente, la responsabilità è anche di Mr Pioli, che non è un brocco oggi come non era un mago ieri, ma che ha di fatto avuto meno capacità di spiegare ai suoi giocatori come tornare a sudare per vincere.

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Certo, è mancato Ibra per tutta la stagione, lo svedese su Instagram si presenta come “scrittore” e almeno sappiamo cosa faccia, ma la sua presenza per il gruppo è tutto, taumaturgica e porta fortuna come un talismano, mentre dall’altra parte la figura magnetica è quella di Antonio Conte, che torna in panchina e che, quando si parla di Milan, non si può non vedere legato a doppio filo ai rossoneri. Dai gol nelle sfide scudetto degli anni ’90, alla trattativa quando c’era Galliani fino alla gara d’andata, dopo la quale il mister salentino ha parlato di un possibile ritorno in Italia e elogiato il pubblico di San Siro.

Quella di domani è più di una partita sia per Pioli che per Conte, ma per i motivi di mercato la sfida è un dentro o fuori anche per la dirigenza del club e per qualche giocatore. Il Milan non va ai quarti dal 2012, come Conte non si è mai spinto più avanti per la coppa dalle grandi orecchie, ma il vero problema per i campioni d’Italia è stato gennaio, che è costato la scia scudetto e la Coppa Italia. Su la Gazzetta Nesta consiglia di non stare dietro e ripartire ma di giocare all’attacco e dice che si fida di Leao. Sul portoghese c’è un dato che fa notare sui social Stefano Donati: “Il Milan in campionato ha giocato 5 partite senza Leao dal primo minuto (assente o panchina): 1 pareggio e 4 sconfitte. Se non è dipendenza questa…”.

Kane sarà l’ariete dall’altro lato, in uno stadio bello, nuovo e sempre pieno che però il Tottenham si è pagato negli anni vendendo Bale e Modric e non facendo mercato, non chiedendo sussidi allo stato o aree da mattonizzare a proprio piacimento. Quando parliamo della Premier come un altro mondo dovremmo anche circostanziare che, in generale, quel Paese sia più avanzato del nostro, perché la vita non è solo calcio ma anzi il calcio è il riflesso della vita, mentre il tempo per Pioli scorre veloce con una stagione da non mandare al diavolo già a inizio marzo.

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